La pioggia batteva incessante mentre Jeremy scriveva parole sulla tastiera del suo infallibile MacBook.
Un gatto grigio e in sovrappeso, si muoveva sinuoso tra le sue gambe ciondolanti, strisciando la morbida coda e richiamandone le attenzioni ma, lo scrittore, preso da uno dei quei pochi momenti in cui la fantasia sembrava essere la protagonista, non si accorse di nulla, continuando a muovere le dita sicure su quella tastiera che faceva da veicolo tra la sua mente e il suo corpo, con gli occhi verdi puntati sullo schermo luminoso, unica fonte di luce in quella serata autunnale.
Un lampo illuminò per un secondo l'ampio salone vecchio stile, mostrando per un secondo le varie tele di arte contemporanea che, con i loro colori accesi, si intromettevano in quell'ambiente industriale appositamente studiato per far intendere che, in fondo, al proprietario, poco importava dell'arredamento quando, in realtà, dietro, vi era una profonda ricercatezza, tipica degli hipster newyorkesi che abitavano in quella zona.
Un forte tuono, fece vibrare le pareti dell'appartamento e il giovane, saltò letteralmente in aria, ridestandosi e tornando quindi alla realtà che lo circondava.
New York non era mai stata tanto bella: il clima autunnale aveva fatto capolino già da un paio di settimane e gli alberi seguivano il corso delle stagioni, con il loro splendido foliage mentre la pioggia scendeva sicura ogni giorno, mostrandosi con tutta la sua forza e intromettendosi forzatamente nelle vite monotone dei newyorkesi, costretti a correre da una parte all'altra della City, con i loro cappotti alla moda.
Jeremy Brenner viveva al terzo piano di una vecchia palazzina degli anni Trenta restaurata da pochi anni, nel cuore di Williamsburg, il quartiere di tendenza di Brooklyn che, con i suoi negozi vintage e le librerie preziose, aveva fatto breccia nel cuore dello scrittore circa tre anni prima quando, con tutti i suoi risparmi, aveva deciso di acquistare proprio quell'appartamento.
L'esterno, bianco ottico, era in profondo contrasto con gli infissi scuri e le mattonelle rosse che qua e là spuntavano come a segnarne il tempo trascorso. Quantità di giovani alla moda, si riversavano nelle strade vicine ogni giorno, anche grazie alla gran quantità di caffè letterari che, in quel luogo, facevano parte dell'arredamento, in pendant con i graffiti colorati di artisti famosi e non, che si cimentavano con le loro opere salendo in alto sui palazzi della zona.
«Kalos, smettila dai, ti do la pappa» mormorò, alzandosi dalla morbida poltrona color crema e dirigendosi verso la cucina con il gattone al seguito che, finalmente, aveva raggiunto il suo scopo.
I capelli castani del ragazzo, scesero a coprirgli gli occhi, costringendolo a occupare una mano per tenerli fermi sopra la fronte mentre, con quella libera, faceva cadere dei croccantini nella piccola ciotola in acciaio. Le fusa della bestiola, riempirono l'aria con il loro ritmo costante e, Jeremy, approfittò di quella piccola pausa per prepararsi una tisana calda.
L'odore di zenzero riempì l'aria della stanza, dando un'aria di freschezza e rilassatezza che, da lì a poco, avrebbe preso posto anche nel corpo del giovane.
Il morbido pullover blu notte lo fasciava con la morbidezza del suo cachemire mentre, i comodi pantaloni dello stesso colore, scendevano a sottolinearne le gambe lunghe grazie alle linee sinuose che solo un tessuto fine come la seta riusciva a creare, finendo sul pavimento morbidamente, fino ai calzettoni rossi che amava portare in casa.
Il cellulare prese a squillare e Jeremy sbuffò sonoramente, avviandosi verso il salone, dove lo aveva lasciato. Rimase per qualche secondo a fissare il volto sorridente del suo agente che, come al solito, lo chiamava per aggiornarlo sulla situazione lavoro.
«Dimmi.» proferì laconico, dando poi un sorso alla sua tisana.
"Ho un lavoro per te!" tuonò pimpante.

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Balance
RomanceJeremy Brenner è un famoso reporter freelance di New York. A quasi trent'anni, ha già intervistato alcuni fra i personaggi più famosi dell'élite americana. La sua vita, sembra scorrere come sempre fino a quando, in una tempestosa serata autunnale, i...