10.

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«Guarda quanto sangue.» mormorò Jeremy, lavando la mano di Brett sotto il getto d'acqua fredda del lavello della cucina.

Brett, silente, osservava i gesti di Jeremy che, con cura e pazienza, lavava via ogni traccia del liquido rosso che gli apparteneva, cercando di estrarre le tante schegge di vetro, che erano rimaste incastrate nella carne.

«Ho bisogno di una pinzetta o qualcosa per tirarle via.» borbottò Jeremy, avvicinando di più il viso alla mano così che Brett potesse vederne chiaramente il profilo e pensare a quanto, quel giovane, gli stesse scompigliando la vita.

«Al piano di sopra, nel mio bagno.» mormorò Brett, inspirando forte l'aria attraverso le narici quando, Jeremy, toccò un punto particolarmente sensibile, forse, spingendo ancora di più la scheggia di vetro in profondità.

«Scusa.» disse, infatti, dispiaciuto, osservandolo per qualche secondo prima di avviarsi verso il piano di sopra.

Jeremy non era mai stato nella camera di Brett così, nonostante la situazione che lo attendeva di sotto, si prese qualche secondo, probabilmente incuriosito dai tanti oggetti che la caratterizzavano.

La camera, in tinta con tutto il resto della casa, aveva toni scuri e mobili lineari. Il grande letto, posto accanto alla parete sinistra, era ricoperto da lenzuola bianche e grigio perla e, dall'altra parte, l'enorme libreria, era colma di testi di ogni genere che, al contrario di quella posta nella sua camera temporanea, si vedeva non fossero stati scelti solo per estetica.

Infatti, avvicinandosi, notò quanto la scelta fosse varia: da classici romanzi di letteratura sino a libri di economia, marketing e infine, arte.

Jeremy prese un profondo respiro e tornò al suo obiettivo: bagno, pinzette, togliere il vetro dalla mano di Brett.

Così, s'incamminò verso la porta in legno scuro per adempiere al suo compito ma, quando i suoi occhi si posarono sul comodino al lato del letto, venne attirato da una foto con due volti fin troppo familiari impressi sopra.

Brett, decisamente più giovane, senza barba e con un bellissimo sorriso sul volto, aveva il braccio posato sulle spalle di Christian Lacroix, bellissimo con quegli occhi chiari e i capelli biondo miele, che sorrideva insieme all'imprenditore, all'obbiettivo.

Nonostante qualche secondo di tentennamento, prese ad osservarla più da vicino.

Passò il pollice sul volto di Brett, così simile ma diverso rispetto a quello attuale e si soffermò ad osservare i tratti delicati del compagno, bello in maniera semplice, sorridente e felice, inconsapevole della fine che avrebbe fatto.

«E' stata scattata un mese prima che morisse.»

La voce di Brett, troppo vicina, fece sussultare Jeremy.

L'uomo, infatti, era a pochi centimetri di distanza dal giornalista e osservava da dietro le sue spalle, l'immagine di sé e Christian.

Ormai era fatta, pensò Jeremy, quindi non si giustificò per essere stato colto in flagrante ma, anzi, portò di nuovo gli occhi sulla foto, con nostalgia.

«E' bellissima. Sei così diverso.» mormorò, dando voce ai suoi pensieri.

Brett rimase in silenzio e respirò profondamente, trattenendo, invece, i suoi di pensieri.

Jeremy si sentì in colpa per essere stato così diretto, così ripose la cornice al suo posto e si voltò verso l'uomo, osservandolo mentre si teneva la mano ferita con quella sana, poggiandola al petto, e non potendo fare a meno di soffermarsi sui suoi tratti, comunque bellissimi, ma segnati da un'evidente stanchezza.

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