Jeremy continuava a osservare l'uomo che, con passo sicuro, si muoveva sinuosamente per il grande ufficio.
La barba, incolta, lo rendeva ancora più affascinante rispetto alle foto che aveva trovato online e i capelli, ancora più lunghi, gli davano quell'aria vissuta, arrogante, tipica di un uomo perfettamente consapevole di essere un bel bocconcino.
«Qualcosa da bere?» gli domandò, mostrando una bottiglia di vetro, dalla linea quadrata, con una famosa etichetta nera attaccata sopra.
«No, grazie. Preferisco rimanere concentrato.» rispose piano, il giovane, cercando di riprendersi dal tumulto di pensieri che lo stavano attraversando.
Il giornalista, infatti, non poté che concentrarsi sul profilo scolpito dell'uomo intento a versarsi il whisky nel bicchiere. Forse consapevole dello sguardo del giovane, Brett, poi, accennò un sorriso, riportando gli occhi scuri sull'angolo bar e posando tutto l'occorrente.
«Non regge l'alcool?» domandò, avvicinandosi piano al giornalista, per poi sederglisi di fronte.
Jeremy lo guardò stranito: era quasi del tutto certo che, il padrone di casa, si stesse comportando così solo per fargli perdere tempo.
«Andiamo a noi.» rispose, quindi, prendendo il suo fido registratore e premendo sul tasto On, poggiandolo poi sul tavolino basso, posto tra loro.
Brett non perse d'occhio quel movimento, cambiando espressione in un lampo e passando dal gentile uomo d'affari che ti donava il suo tempo prezioso a un adirato uomo che non vuole invasa la propria privacy:
«Non mi pare di averle dato il permesso di registrare.» disse secco, stringendo il bicchiere quasi del tutto vuoto, con la mano destra, tenendolo poggiato al ginocchio.
Jeremy lo osservò contrariato.
«Fa parte del mio lavoro. Non pretenderà che riesca a scrivere tutto ciò che mi dice, mentre lo dice.» rispose, come fosse ovvio.
«Non voglio registrazioni. Lo spenga o può anche accomodarsi fuori dal mio locale.» continuò, perentorio.
«Signor Woo-»
«Spegnilo.» lo interruppe, dimenticando ogni formalità.
Jeremy lo guardò con gli occhi verdi, leggermente lucidi per la rabbia accumulata.
Chi si credeva di essere? Era solo uno scorbutico!
Sbuffò esageratamente, mostrando il suo lato sassy, di solito sapientemente nascosto, e prendendo il registratore per poi mostrarglielo e spegnerlo platealmente di fronte a un quasi divertito Brett Woods che, adesso, in posizione del tutto rilassata, con la schiena poggiata al morbido divano ed entrambe le mani aperte sullo schienale, osservava il giornalista come fosse un fenomeno da baraccone.
«Adesso possiamo andare avanti?» domandò piccato, il giovane, puntando gli occhi smeraldini sul perfetto viso dell'uomo.
Se uno sguardo potesse uccidere...
«Prego.» mormorò, con un accenno di sorriso, Brett, facendo un gesto con la mano sinistra, come per indicare di andare avanti.
Jeremy cercò il bloc-notes nella sua borsa e una penna. Non si era mai ritrovato in una situazione simile e quasi quasi, stava per andarsene. Ma poi chi l'avrebbe sentito Dave?
Non sarebbe stato di certo un arrogante proprietario di un locale a fargli perdere un lavoro per Page Six, neanche se questi erano Brett Woods e il Flume.
"Fanculo!", pensò, sorridendo falsamente all'uomo davanti a sé che, a quanto pare, aveva capito tutto.
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Balance
RomantikJeremy Brenner è un famoso reporter freelance di New York. A quasi trent'anni, ha già intervistato alcuni fra i personaggi più famosi dell'élite americana. La sua vita, sembra scorrere come sempre fino a quando, in una tempestosa serata autunnale, i...