La bestia di Gévaudan

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"Aggiusta il suo fucile; il colpo esplode, e la Bestia vomita fiotti di sangue. Sicuro di aver fatto centro, conscio come ogni sforzo, ogni pianto sia superfluo, Chastel esclama: Bestia, non mangerai più nessuno!"


Sembra una scena descritta in un racconto horror come tanti, vero? Il mostro, il sangue, il protagonista armato di doppietta. Sì, gli elementi basilari di un racconto fantastico dell'orrore ci sono tutti.

Peccato, però, che la curiosa vicenda che stasera vi racconterò sia vera:

questa, ragazzi, è la storia della Bestia del Gévaudan.

Giugno 1764, una donna di Langogne, nel Gévaudan, antica provincia francese collocabile oggi nell'attuale regione della Linguadoca-Rossiglione, viene attaccata da una creatura mentre è intenta a sorvegliare il proprio bestiame. I cani la vedono, ne hanno paura, fuggono impauriti, mentre i buoi, al contrario, si raggruppano attorno alla padrona, mettendo in fuga la bestia prima che questa possa uccidere la donna. Che, miracolosamente, non riporta ferite, solo vesti e corpetto sono stati distrutti dalla ferocia di quell'essere; al suo rientro al villaggio, racconta ciò che le è accaduto: nessuno le crede, pensano sia solo giustamente sconvolta. Magari si è trattato di un lupo, un lupo idrofobo, sì, ma certo non di un mostro.

Ma il mostro c'è eccome ed in breve semina la morte ed il terrore in tutta la regione:

30 giugno, Saint-Etienne-de-Ludgares, una fanciulla di 14 anni viene trovata divorata; 8 agosto, Puy-Laurent, un'altra ragazza col corpo dilaniato; a queste due vittime seguono presto, in ordine, tre quindicenni di Chayla-l'Evêque, una donna di Arzenc, una ragazzina di Thorts ed un pastore di Chaudeyrac, tutti ritrovati morti in aperta campagna, i loro corpi orrendamente straziati, solo a stento riconoscibili.

A settembre scompaiono apparentemente nel nulla una ragazza di Rocles, un uomo di Choisniet, ed una donna di Apcher: ciò che di loro rimane verrà rinvenuto tra le campagne ed i boschi circostanti.

8 ottobre, un giovane di Pouget torna a casa, gli occhi abbacinati dal terrore, capo e torace riportano evidenti ferite, segno di un combattimento con qualcuno o qualcosa: dice di avere incontrato la Bestia in un frutteto.

Due giorni più tardi, un tredicenne viene trovato con la fronte squarciata e il cuoio capelluto divelto.

19 ottobre, una ventenne è fatta a pezzi vicino Saint-Alban: le interiora sono state divorate.

L'intero Gévaudan è in ginocchio di fronte alla Bestia.

Duhamel, Capitano dei Dragoni della Langogne, decide di prendere provvedimenti seri contro la creatura e la sua furia omicida e si dice disponibile a guidare egli stesso un gruppo di contadini per dare la caccia all'animale.

Uccidono un grosso lupo di circa 90 chili, ma questo non basta a tranquillizzare la gente del posto: questo lupo è grosso, certo, ma è nulla in confronto alla Bestia.

Crepuscolo di un giorno d'ottobre, Jean-Pierre Pourcher, contadino del Julianges, sta riordinando il granaio: di colpo, un'ombra passa davanti alla finestra. Pourcher imbraccia il suo fucile e, non senza timore, si prepara ad appostarsi sull'abbaino della stalla, getta un'occhiata nervosa sulla strada del villaggio e vede un animale mostruoso.

La Bestia è lì, davanti ai suoi occhi, pochi metri li separano.

Facendo appello a tutte le sue forze per mantenere la lucidità e il sangue freddo, prende la mira e fa fuoco!

La Bestia cade, si rialza, scuote il capo immondo e si ferma, guardandosi intorno, furiosa.

Fuoco, di nuovo!

La Bestia emette un gemito straziante, si gira e scappa via urlando nelle tenebre crescenti.

Quest'ulteriore vicenda semina il terrore nel Gévaudan: i lavori nei campi vengono abbandonati, le strade sono deserte, nessuno ha più il coraggio di uscire da solo e disarmato.

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