Vigilia di Natale 1945. A Fayetteville, una cittadina sui monti Appalachi, una famiglia italo-americana si sta preparando per la notte.
È una famiglia numerosa: George e Jennie hanno ben dieci figli. Il maggiore ha ventitré anni, la più piccola appena tre.
Il maschio più grande è partito per il servizio militare quindi i Sodder si apprestano a festeggiare il Santo Natale con nove tra giovani, ragazzini e bimbi.È stata una dura giornata, quella. Una dura giornata di lavoro.
Fayetteville è una città operaia che ospita alcune miniere di carbone e proprio del trasporto di carbone si occupa il signor Sodder, insieme ai due figli maggiori. Sono stanchi e vogliono andare a letto presto. Così come mamma Jennie, che prima mette a dormire la piccola Sylvia di tre anni. Marian, commessa, si stende sul divano. Quel giorno Marian ha portato ai fratelli minori un bel po' di giocattoli ed i ragazzini non vogliono saperne di andare al piano di sopra, a dormire. Jennie permette dunque a Maurice (14 anni), Martha (12 anni), Louis (9 anni), Betty (5 anni) e Jennie (8 anni) di stare alzati fino a tardi per giocare. In cambio, prima di andare a dormire, metteranno tutto in ordine.E così la signora Sodder va finalmente a dormire.
Quella lunga, dura giornata è finita, finalmente. Ma quella notte, nessuno dormirà.
Intorno alla mezzanotte il telefono di casa Sodder squilla. Mamma Sodder va di sotto a rispondere: dall'altro lato del filo c'è una donna, che chiede di un uomo di cui la Sodder non comprende il nome. Poi, la misteriosa donna scoppia in una strana risata e riattacca.
Uno stupido scherzo, si dice Jennie, che nota che le luci fuori non sono spente e le imposte non sono ben chiuse. I bambini se ne saranno dimenticati, niente di grave.
Erano così presi dai loro nuovi giochi!
Mentre si accinge a fare le scale per tornare dal marito, la signora sente un rumore. Strano, curioso. Come se qualcosa avesse colpito il tetto della loro modesta casa.
È un'impressione, si dice Jennie, che torna a dormire.
Ma non sarà un sonno lungo, niente affatto. Dopo poco la signora Sodder sente odore di bruciato: la casa va a fuoco.
Jennie sveglia il marito, chiama a raccolta i numerosi figli. Quattro riescono ad uscire nel freddo della notte ma quelli che qualche ora prima stavano giocando coi loro regali di Natale non ci sono. Non escono dalla casa in fiamme. Poco lontano dall'abitazione, il signor Sodder conserva una scala. Si precipita a prenderla per mettere in salvo i bambini. Ma stranamente, quella sera la scala non c'è. Chi l'ha presa? Dove sarà mai? Intanto la casa brucia e i Vigili del Fuoco arriveranno ore dopo, alle prime luci dell'alba. Il sole della mattina di Natale illumina una casa distrutta dal fuoco, che sembra avere inghiottito cinque bambini.
Il fatto è che i bambini non si trovano ed il corto circuito non sembra una spiegazione plausibile. L'impianto è stato da poco messo a nuovo e quel che resta dell'illuminazione di casa Sodder è ancora funzionante. Altro strano particolare: il filo del telefono è stato tagliato e dev'essere successo poco prima dell'incendio perché, intorno alla mezzanotte, la signora Sodder aveva risposto a quello che credeva essere uno scherzo telefonico e dunque la linea funzionava. Stranezze su stranezze. Come le affermazioni dei vicini, che parlano di "palle di fuoco" sul tetto di casa Sodder. Viene ritrovato quello che sembra essere il "guscio" di una bomba a mano. Sono i bambini- Jennie, Martha, Maurice, Louis, Betty- che non vengono ritrovati. Non un resto, nulla di quelle cinque vite viene portato alla luce.
Dopo cinque giorni dai fatti, le autorità emettono dei certificati che dichiarano i cinque giovani Sodder legalmente morti e rifiutano di indagare sugli avvistamenti che si verificano sin da subito: il giorno successivo al devastante incendio, la proprietaria di una locanda vede nel suo locale cinque ragazzini in compagnia di alcuni adulti, che parlano italiano. La donna è convinta che quei ragazzini siano proprio i piccoli Sodder ma le sue parole non sono prese in considerazione, se non da Jennie e George Sodder. Decisi a non arrendersi, i Sodder continuano a fare pressione sulle forze dell'ordine: vogliono sapere, vogliono capire dove sono quei bambini di cui non è rimasta traccia.
Jennie e George non credono che quel filo del telefono tagliato, quella scala sottratta dal loro giardino rappresentino delle sfortunate coincidenze. Jennie e George non credono che i loro bambini siano morti quella maledetta sera del 24 dicembre ma che qualcuno, provocando l'incendio doloso che ha distrutto la loro casa, è riuscito a rapire i loro figli. Ma nessuno crede ai Sodder, che saranno costretti ad ingaggiare investigatori privati per scoprire qualcosa sul destino dei loro bambini.
Nel 1952, i Sodder fanno erigere un gigantesco cartellone, che descrive quanto accaduto la notte dell' incendio, mostra le foto dei loro cinque figli e chiede cosa sia avvenuto. La ricompensa in denaro, per chiunque abbia informazioni importanti, promessa dal cartellone è molto elevata: cinquemila dollari.
Ma nonostante questo memento che impedisce ad una intera comunità di dimenticare i cinque piccoli Sodder, non accade nulla. Nessuno si fa avanti. Soltanto ventitré anni più tardi, i Sodder ricevono la foto di un giovane uomo. E' sorprendentemente somigliante al loro figlio Louis ed effettivamente, sul retro è scritto il nome " Louis Sodder".
Quel ragazzo è davvero Louis? Chi ha spedito la foto a casa Sodder dopo tanti anni dall'incendio e perché? L'investigatore incaricato di scoprirne di più, fatalmente, scompare.
Una teoria, quella ritenuta più probabile, afferma che i bambini furono rapiti da un'organizzazione di stampo mafioso collegato con la Sicilia (il CAP della fotografia di Louis era 90132 – Palermo) corroborata dal fatto che i Sodder stessi fossero di origine italiana (Soddu era il cognome originario).
George Sodder morirà nel 1969. La moglie gli sopravvive altri vent'anni, tutti spesi a mantenere viva la memoria dei suoi cinque figli perduti.
STAI LEGGENDO
Creepy Stories
Fiksi PenggemarUna raccolta di tutto ciò che possa spaventare e inquietare anche l'animo più impassibile. Spero che ciò che scriverò in questa raccolta vi faccia venire i brividi.