18 Settembre 1998
Erano passate due settimane dall'inizio della scuola e iniziavano ad esserci sempre più cose da studiare, non che fosse un problema per me. Erano passati piuttosto tranquillamente quei giorni, ma qualcosa quel giorno cambiò quella monotonia. Una Rose e Ginny entrarono nella mia camera come razzi, come erano solite fare da una settimana a questa parte.
-Tom ho bisogno di parlarti- mi disse mia sorella preoccupata. Le feci sedere sul letto e la spronai a parlare.
-Me ne vergognavo a parlarne con qualche professore. So che puoi essermi piu utile tu che qualcun'altro.- disse lei guardandomi fissa.
-Rose parla, mi stai facendo preoccupare- dissi io guardando prima mia sorella e poi Ginny che restava in silenzio.
-Non so come ho ritrovato questo tra i miei libri- disse uscendo un diario con copertina nera dalla borsa.
-Vedendo che era bianco ho iniziato a scriverci alcune cose private e questo ha cominciato a scrivermi e controllarmi. Prima di buttarlo volevo farlo vedere a qualcuno- mi spiegò lei porgendomi il diario. Lo presi e lo osservai bene. La prima cosa che guardai fu il dietro. La scritta dorata, nonostante il tempo l'avesse consumata, spiccava. Sentì un'ondata di magia oscura fuoriscire da quel diario. Guardai a Ginny, sapevo che ancora non si fidava completamente di me.
-Potrei parlare solo con Rose?- chiesi guardando la ragazza che in passato mi aveva rubato il cuore. Lei mi guardò piuttosto male ma uscì senza parlare, chiudendosi la porta alle sue spalle. Con la bacchetta misi un fascino di silenzio sulla stanza.
-Quello che sto per dirti ora deve rimanere qui. Non lo dovrà sapere nessuno, né Ginny, né i tuoi genitori, nè Silente. E me lo devi giurare Rose- dissi con sguardo serio.
-Te lo giuro Tom. Ho tanta in fiduncia in te, anche se ti conosco da poco.- rispose lei guardandomi.
-Bene. Questo diario contiene dei ricordi. Tom Riddle è il vero nome di Voldemort- spiegai io. Sapevo che Rose avrebbe capito da sola.
-E perciò?- chiese lei avendo capito.
-Ti fa rivivere dei suoi ricordi, ti è fidare di lui affinché possa controllarti del tutto e farti fare ciò che vuole- risposi io.
-Bene. Cosa devo fare io?- chiese lei dubbiosa.
-Lascialo a me. Posso distruggerlo- dissi io speranzoso che mi dicesse si .
-Va bene Tom. Ma stai attento ti prego - disse lei prendendomi la mano.
-Non preoccuparti. Comunque a Ginny dirai che il diario è stato affatturato e per questo ha fatto ciò che ha fatto- dissi io guardandola.
-Grazie Tom. Davvero- disse lei sorridendomi. L'abbracciai di slancio. Era bello sapere che avevo una sorella.
-Tra le tue braccia mi sento così protetta. Ma non è amore Tom. È qualcosa di più profondo. È come se mi sentissi fra le braccia di mio fratello Harry. Invece sono le tue- disse lei guardandomi.
-Provo lo stesso anch'io. Puoi reputarmi tuo fratello se vuoi- risposi con un sorriso.
-Io ora vado Tom. Finiamo Pozioni e poi scendiamo in Sala Grande per il pranzo. Vieni con noi?- chiese lei alzandosi.
-Si. Venitemi a chiamare. Sarò sicuramente qui- risposi accompagnandola verso la porta.
-A dopo Tom- disse sorridendo.
-A dopo- ricambiai il sorriso e poi chiusi la porta. Andai a sedermi sul letto, girandomi il diaro fra le mani.
-Eh si Riddle. Sei tu che ti stai avvicinando a me. Non mi hai fatto fare nemmeno lo sforzo di cercare il tuo diario eh?- dissi parlando con il diario, come se fosse Voldemort stesso. Sorrisi compiaciuto e mi coricai a sfogliare le pagine bianche.**
Ormai avevo deciso. Durante il pranzo questo pensiero mi ronzava in testa insistente. Il mio corpo camminava da solo verso i sotteranei, precisamente nello studio di Piton. Avevo deciso di rivelargli la verità, sarebbe stato difficile, ma avrebbe capito. Arrivato davanti la porta bussai aspettando una risposta che non tardò ad arrivare.
-Professore potrei parlarle?- chiesi entrando dentro lo studio.
-Mi dica Signor Evans.- disse lui alzando leggermente lo sguardo dai fogli sulla scrivania.
-È un argomento delicato e molto lungo- specificai io.
-Ha tutta la mia attenzione- disse con tono secco e alzandosi.
-Inoltre lei deve usare la Legilimanzia su di me- dissi io guardandolo.
-Come fai a sapere?- chiese lui guardandomi attentamente.
-Professor Piton ancora non ha capito che io so tutto su di voi- risposi con un sorriso. -Non si è mai chiesto chi sono realmente? Come mai sono spuntato dal nulla?- chiesi io con un sorrisino.
-Me lo sono chiesto fin dal primo momento- rispose lui.
-Bene. Ha la possibilità di avere la risposta alle sua domande- dissi guardandolo. Prese la bacchetta e la puntò contro di me.
-Legilimens- sussurrò lui. Entrò dentro la mia testa e io gli mostrai quei ricordi che volevo fargli vedere, quei ricordi più importanti e che gli avrebbero fatto capire la situazione.
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Harry Potter e la Dimensione Parallela.
FanfictionHarry James Potter, dopo aver sconfitto Voldemort si ritrova completamente solo. Ancora una volta Albus Silente gli da una mano a ritrovare tutti i suoi familiari stessi. Va in una dimensione parallela, dove dovrà far fidare le persone di uno sconos...