CAPITOLO VENTI

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Ero fermo davanti gli alloggi di Remus da almeno venti minuti. Non riuscivo a muovere nemmeno un muscolo, ma soprattutto avevo la testa in pallone. Con Severus non ci avevo pensato troppo ed incredibilmente mi aveva creduto quasi subito. Ora con Remus era diverso, ci stavo pensando troppo e tutto quel pensare rendeva le cose più difficili di quanto fossero in realtà.
Bussai senza nemmeno rendermene conto, mentre Remus era già alla porta.
-Tom ti prego entra- disse Remus e si spostò per farmi passare. -Posso offrirti qualcosa? Un the? O qualsiasi altra cosa!- continuò lui portandomi in un salottino. Notai che era già presente il pensatoio che avevo richiesto.
-No grazie Remus. Vorrei passare direttamente al punto- risposi guardandolo molto seriamente. 
-Bene. Sei un tipo che non gira intorno alle cose- affermò Remus con mezzo sorriso. 
-Io spero che tu possa capire Remus, solo questo!- dissi mettendomi davanti al pensatoio. Cominciai a sfilare vari ricordi, partendo dalla prima visita di Hagrid, percorrendo passo per passo i miei anni scolastici.
-Verrai con me?- chiese Remus.
-Si!- risposi soltanto. Infilammo le teste dentro il pensatoio e lentamente cominciarono quei ricordi.

-La mia perfetta sorella era quello che era. Mia madre... e mio padre erano così fieri quando lei ricevette la sua lettera! "Abbiamo una strega in famiglia, non è meraviglioso?" Io ero l'unica a vederla com'era veramente: una spostata! Poi conobbe quel Potter! Nascesti tu, e io lo sapevo che saresti stato come loro, altrettanto strano, altrettanto anormale. Poi, se permetti, sono saltati in aria come un petardo, e ci sei capitato tu tra capo e collo!-disse Zia Petunia con rabbia nella voce
-Saltati in aria?! Mi avevate detto che erano morti in un incidente d'auto!- dissi io stranito.
-Un incidente d'auto? Un incidente d'auto ha ucciso Lily e James Potter?!- urlò Hagrid con il suo vocione.
-Dovevamo dire qualcosa...- si giustificò zia Petunia.[...]

-Hmmm... difficile, molto difficile... coraggio da vendere, vedo... anche un cervello niente male... c'è talento, oh sì! E desiderio di mettersi alla prova... ma dove ti colloco?!- disse il Cappello Parlante una volta posato sulla mia testa.
-Non Serpeverde... Non Serpeverde...- dissi sussurrando fra me e me.
-Non Serpeverde, eh? Ne sei sicuro? Potresti diventare grande, sai? È tutto qui, nella tua testa... e Serpeverde ti aiuterebbe sulla via della grandezza, su questo non c'è dubbio... no?- disse il Cappello.
-No, ti prego, ti prego... Tutto tranne Serpeverde... Tutto tranne Serpeverde...- continuai sussurrando.
-Be', se ne sei sicuro... Sarà meglio... Grifondoro!- disse ancora il Cappello, urlando infine la mia nuova casata. [...]

-Professore, posso farle una domanda?- chiesi io mentre camminavamo lungo il ponte
-Vuoi sapere perchè ti ho impedito di affrontare quel molliccio..credevo fosse ovvio. Ho supposto avesse preso la forma di Lord Voldemort- rispose il professor Lupin camminando al mio fianco
-Ho pensato a Lord Voldemort...all'inizio. Ma poi ho pensato a quella notte sul treno e del dissennatore- spiegai sinceramente fermandomi a guardarlo.
-Sono davvero sbalordito indica che quello che ti fa più paura, è la paura stessa. E' molto saggio- rispose il professore Lupin ricambiando il mio sguardo.
-Prima di svenire ho sentito qualcosa, una donna...che urlava- continuai a spiegare questa volta senza guardarlo, perso nel ricordo di quel momento.
-I dissennatori ci costringono a rivivere i nostri peggiori ricordi. Il nostro dolore diventa il loro potere- spiegò lui.
-Credo che fosse mia madre, la notte in cui fu uccisa- confessai guardando ancora davanti a me. 
-Sai la prima volta che ti ho visto ti ho riconosciuto immediatamente. Non dalla cicatrice ma dagli occhi, come quelli di tua madre, Lily.- disse lui guardandomi, poi si girò andando dall'altra parte del ponte. -Si, ah si, la conoscevo. Tua madre mi è stata affianco in un momento in cui nessun altro c'era. Non solo era una strega singolarmente dotata, era una donna gentile, fuori dal comune. Sapeva vedere la bellezza negli altri, perfino e forse particolarmente quando una persona non riusciva a vederla in se stessa. Mentre tuo padre, James d'altro canto aveva, come dire, un certo talento per i guai- disse lui con una voce visibilmente divertita. -Un talento che si vocifera, ha tramandato a te- continuò ritornando accanto a me e guardandomi con un sorriso.
-Assomigli a loro più di quanto credi, col tempo ti accorgerai fino a che punto- disse infine, seguendo il mio sguardo verso l'orizzonte. [...]

Harry Potter e la Dimensione Parallela.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora