02 Maggio 1998
Mi ritrovai completamente solo. Intorno a me le uniche cose a farmi compagnia erano le macerie e i cadaveri. Zoppicando iniziai a vagare per il castello, o almeno per quello che ne rimaneva. Mi accasciai contro uno dei muri ancora all'inpiedi e iniziai a piangere. Piansi per tutti i morti. Piansi perché se tutti erano morti era solo per colpa mia, per difendere me. Avrei dovuto essere coraggioso e consegnarmi a lui. Mi rimisi a camminare per il castello, sapevo già dove volevo andare. Camminavo lentamente a causa di una grossa ferita alla gamba destra , anche se la ferita più grande l'avevo nel cuore. Salì la scale verso lo studio del preside. Una volta arrivato notai il gargoyle distrutto e salì la scala a chiocciola. Appena fui dentro notai il quadro di Silente, mi guardava con un sorriso orgoglioso. Non riuscivo a provare affetto però, non in quel momento
-Lei lo sapeva vero?- chiesi io con rabbia nella voce. -Sapeva che iniziando questa guerra sarebbero morti tutti? Piton, Remus, Tonks, Malocchio, la famiglia Weasley e tutti gli altri. Non rimane più nessuno e chiunque sia rimasto se ne sarà scappato a gambe levate da me. Lo sapeva vero? Di tutto questo dolore che provo.- dissi io quasi urlando, la voce mi tremava, ero così arrabiato, deluso.
-Harry se l'avessi saputo non avrei spinto tutti loro a combattere. Ma ricorda che nessuno lo ha costretti. Tutti loro hanno lottato per rendere questo mondo migliore. Ora però siediti, dobbiamo parlare di una cosa importante.- disse lui osservandomi con un sorriso. Mi sedetti sulla prima sedia che mi capitò davanti e prestai tutta la mia attenzione a Silente. Quell'uomo che in quei anni mi aveva protetto, creduto e consigliato. Però nonostante tutto questo mi aveva spronato a combattere ancora. Fui distratto dall'arrivo di Fanny, che si posò sulla scrivania del preside.
-Harry ormai avrai compreso che nel nostro mondo tutto è possibile. Bene, esistono molte dimensioni. Ognuna di queste è diversa dalle altre. Ad esempio in una Neville era il prescelto e così via. Ecco esiste una dimensione in cui i maghi vivono nel terrore di Voldemort. Harry Potter in quella dimensione è stato ucciso da Voldemort all'età di un'anno. Da allora la speranza di una salvezza è svanita. Se tu desideri puoi andare in questa dimensione, dove tutti i tuoi cari sono ancora vivi. Puoi salvare nuovamente delle vite. Questa decisione spetta a te.- mi spiegò il preside. Ascoltai ogni parola, memorizzai tutto e iniziai a pensare. Potevo ricominciare da capo. Potevo salvare i miei genitori, Sirius, Remus e tutti gli altri. Pensai e ripensai ai pro e ai contro. Alla fine decisi qual'era la scelta migliore.
-Cosa devo fare per andare in quest'altra dimensione?- chiesi interessato.
-Devi solo toccare la mia Fenice.- rispose il preside. Guardai la Fenice al mio fianco e alzai la mano per toccarla.
-Un'ultima cosa professore. Non posso mostrarmi così, capirebbero subito la somiglianza a James- dissi io osservando il sorriso fiero del preside.
-Sapevo che me l'avresti chiesto. Durante materializzazione con Fanny cambierai aspetto. Ora devi decidere il nome- disse Silente.
-Mi chiamerò Tom Evans. Tom per Voldemort, il mio unico nemico, colui che mi ha rovinato la vita, ed Evans per mia madre che mi ha dato protezione per continuare a vivere. Io la ringrazio preside, un'ultima domanda. Cosa succederà adesso qui?- chiesi io guardando distratto dalla finestra.
-Rimarrà tutto come l'hai lasciato- rispose il preside.
-Grazie- dissi io. Toccai la testa di Fanny e una luce mi accecò, poi il buio mi avvolse.Mi ritrovai davanti all'ingresso del Paiolo Magico. Avevo sulle spalle uno zaino e in mano la borsetta di Hermione. Entrai e andai davanti al bancone dove c'era Tom.
-Buonasera, volevo sapere se c'è una camera libera. Dovrei rimanere per un un bel Po di tempo- dissi io a Tom che mi guardava con espressione curiosa.
-Certamente. Le darò una camera comoda visto che deve soggiornare per molto. Mi segua- disse Tom, fece il giro del bancone e iniziò a camminare verso le stanze. Mi portò in una camera e aprì la porta.
-La cena verrà servita per le 18.30, la colazione alle 9 e il pranzo alle 12.- disse Tom facendomi entrare in camera.
-Per questa sera non cenerò. Buona notte signore- dissi io in un chiaro tentativo di liquidarlo e lui sembrò averlo capito, perché se ne andò lasciandomi solo. Posai le cose sopra la scrivania e mi coricai. In pochissimo tempo riuscì ad addormentarmi, avevo ancora di sopra la stanchezza di quella interminabile guerra.Mi ritrovai un un grande prato, tutto era verde. C'erano alberi, fiori di ogni genere. Notai, poi, una piccola Fenice in mezzo al prato.
-Ciao Harry, io sono Emily e sono la tua felice. Sarò la tua protettrice, la tua guaritrice. Sarò un'amica, una consigliera. Sarò tutto ciò che vuoi. Il nostro sarà un legame eterno, sarò legata a te fino al giorno della tua morte e non ti abbandonerò mai.- sentì una voce arrivarmi alle orecchie e vidi quella Fenice volare verso di me e posarsi sulla mia spalla. -Potremo anche comunicare, tutto ciò avverrà dentro la tua testa. Sarà una conversazione mentale. Da adesso non sarai mai solo, avrai sempre me.- mi disse quella dolce voce. Osservai bene la Fenice, aveva le piume tutte dorate, solo alcune nelle ali e nella coda rosse. Era forse più bella di Fanny. Le sorrisi e le accarezzai la testa.
-Grazie Emily.- risposi solamente.
-Di niente Harry Potter. Ti aspetterà una lunga battaglia. Tutto è nuovamente nelle tue mani. Tu che sarai sempre il Bambino Che È Sopravvisuto.- disse Emily ed era vero, sentivo quella conversazione nella mia mente. Non era reale. Accarezzai la testa della mia Fenice e sorrisi.
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Harry Potter e la Dimensione Parallela.
Hayran KurguHarry James Potter, dopo aver sconfitto Voldemort si ritrova completamente solo. Ancora una volta Albus Silente gli da una mano a ritrovare tutti i suoi familiari stessi. Va in una dimensione parallela, dove dovrà far fidare le persone di uno sconos...