POV. Stiles
Quando tornai a casa erano già le quattro del mattino ma, fortunatamente, mio padre era ancora addormentato.
Menomale che mi dicevi sempre che facevo un gran casino quando uscivo di casa eh papà.
Sorrisi a questo pensiero.
Visto che non avevo sonno, feci la cartella, misi a posto le mie cose e andai in bagno.
Poi tornai in camera e mi sedetti sul letto in attesa della sveglia di mio padre.Come previsto poco più di un'ora dopo mio padre era già sveglio e pimpante giù in cucina.
Decisi di scendere da lui, cercando di mantenere l'aria più riposata possibile.
<<Hei papà!>> dissi entrando in cucina.
<<Dormito bene?>> mi chiese.
<<Certo>> mentii facendo un sorriso falsissimo.
Il resto della colazione passò in silenzio, con io che guardavo il latte ormai freddo nella mia tazza e lui che continuava a guardarmi preoccupato.
Appena arrivò Scott davanti a casa mia feci per uscire, ma mio padre richiamò Scott dicendogli che doveva parlargli e mandò me in macchina ad aspettare.Appena lui entrò in macchina dapprima era sereno, poi il suo sguardo si fece freddo su di me.
<<Che c'è?>> chiesi.
<<Perché ieri sera sei uscito alle due e mezza di notte?>> chiese duro.
<<Non riuscivo a dormire? Ma tu come fai a saperlo?>> chiesi incuriosito.
<<Tuo padre ti ha sentito, fai troppo casino quando esci di casa>>
<<Cosa? Non è vero! E poi non poteva parlarne con me?>>
<<Ha detto che forse ti sentivi più a tuo agio a parlarne con me>> rispose semplicemente.
<<Era solo quello il motivo per cui sei uscito? Per caso hai incontrato qualcuno?>> continuò a chiedere.
<<Ma questo è un interrogatorio? Scusa ma se non voglio dire una cosa tu non ti devi impicciare, e quello che ho fatto ieri notte saranno anche cavoli miei>> sbottai.
Non seppi neanche il motivo per cui reagii in quel modo, so solo che il tono che avevo usato Scott mi aveva infastidito parecchio, per non contare il fatto che ero già agitato e arrabbiato di mio.
<<Scusa se mi preoccupo per te allora!>> urlò lui.
<<Beh forse dovresti smetterla di preoccuparti non sono più bambino e sono stanco di essere trattato così!>> risposi notando la faccia allibita di Scott.
Lui non rispose e per tutto il resto del viaggio rimanemmo in silenzio.Quando arrivammo a scuola nostre strade si separarono e andammo in classe senza parlarci l'un l'altro.
Le ore passavano lunghe e noiose senza qualcuno con cui scherzare o prendere in giro i professori e la mattina sembrò durare anni.
Pranzai da solo. Non mi importava di cosa avrebbero pensato gli altri, avevo solo bisogno di pensare, d'altronde mancavano solo quattro giorni a quell'evento.Il pomeriggio ci ritrovammo tutti da Derek per i soliti allenamenti e il litigio tra me e Scott e si fece ancora più visibile, non solo per il fatto che ci ignoravamo completamente, ma anche perché lui non mi rivolgeva neanche la parola.
Un po' mi dispiaceva perché, in fondo, lui si stava solo preoccupando per me; ma d'altro canto io non ero più bambino e avevo la facoltà di prendere decisioni senza il suo costante aiuto.Quindi ora me ne stavo semplicemente seduto sul divano a osservare i miei amici che si allenavano duramente. Ero così concentrato nel guardarli che non mi accorsi che Lydia, nel frattempo, si era seduta vicino a me.
<<Stiles>> mi chiamò lei facendomi sobbalzare.
<<Che spavento..non mi ero neanche accorto che ti eri seduta..>> cercai di sviare la conversazione, sapevo benissimo cosa mi avrebbe chiesto.
<<Perché non ti alleni con gli altri?>> chiesi impulsivamente, tirando fuori il primo argomento che era mi capitato per la testa.
<<Stiles>> disse di nuovo con tono più deciso.
Niente da fare, era troppo decisa sapere cosa fosse successo, ma lasciai che fosse lei a chiedermelo, così mi limitai a sbuffare.
<<Cosa sta succedendo tra te Scott>> mi chiese guardandomi negli occhi.
Lo guardai, ma vidi che mi stava già guardando, così spostai subito lo sguardo.
Subito dopo presi Lydia per un polso la portai fuori dalla stanza.
<<Perché mi stai portando in bagno?>> mi chiese lei.
<<Scott ci stava ascoltando e non voglio che spii tutte le nostre conversazioni>> dissi aprendo l'acqua del lavandino.
<<Va bene ma ora mi vuoi dire cosa sta succedendo?>> chiese più decisa.
<<È cominciato tutto stamattina, anzi a dire la verità ieri notte. Non riuscivo a dormire perché avevo tanti pensieri per la testa, così avevo deciso di andare a fare una passeggiata credendo che mio padre non mi avrebbe sentito uscire. Ma stamattina quando Scott è arrivato, mio padre gli ha detto di chiedermi se c'era qualcosa che volessi dirgli, perché mi aveva sentito uscire, e ha mandato Scott perché forse con lui ero più mio agio.>> dissi tutto d'un fiato.
<<E qual è il problema?>> chiese lei.
<<Il problema è il tono con cui me lo ha chiesto! Sembrava che stesse parlando con un bambino che aveva appena rotto il vaso correndo per casa. Io non sono più un bambino. Ho la facoltà di prendere mie scelte e so anche le conseguenze che esse potrebbero causare. Però io non devo per forza dirgli di tutto della mia vita! È il mio migliore amico però alcune cose vorrei tenerle per me non sempre condividerle con lui!>> sbottai.
<<Magari lui non voleva trattarti come un bambino, magari voleva solo sapere se stessi bene. E poi in questo periodo, con tutte le cose che stanno succedendo, magari lui era solo preoccupato per te>> provò ad ipotizzare.
Forse aveva ragione, avevo esagerato. Mi ero preoccupato cosi tanto di quello che sarebbe successo a me, da dimenticarmi completamente degli altri.
<<Vai a parlargli okay?>> mi disse accarezzandomi il braccio.
<<Va bene>> risposi.
Aspettai la fine degli allenamenti e poi mi avvicinai a lui.
<<Senti io..>> dicemmo all'unisono, ridendo leggermente.
<<Mi spiace per averti trattato cosi, solo che il tuo tono mi ha dato davvero fastidio>> dissi di scatto precedendolo.
<<Scusami anche tu Stiles, non so cosa mi sia preso, ma insomma, capiscimi. Io ero solo preoccupato per te>> rispose.
<<Ho capito che eri preoccupato, ma io non sono un bambino Scott. So prendere le mie decisioni. So cosa devo fare senza che me lo dica qualcun altro, e comunque non sarei stato lo stesso in pericolo>> dissi deciso.
<<C'era qualcuno con te?>> disse avvicinandosi di un passo.
<<Si, Derek. E non capisco perché ogni persona in questa città tutt'un tratto si stia preoccupando per me. Sai cosa ti dico Scott!? Che non vedo l'ora di diventare un lupo mannaro. Tu dici sempre che non è una cosa bella ma io la trovo una liberazione. Finalmente potrò difendermi da solo ed essere davvero d'aiuto al branco. Nessuno si dovrà più preoccupare di me, e non sai come sono felice di questo. Non mi sono mai sentito "normale" per tutta la mia vita, e con voi intorno a me, il soprannaturale è diventato la mia normalità. Quindi se dovessi scegliere tra il me che sono ora e un altra persona, una persona più forte, più sicura, sceglierei la seconda senza neanche pensarci>> dissi tutto d'un fiato, mettendo le mani sulle spalle di Scott e accennando un sorriso.
Non volevo che pensasse che ero arrabbiato, perché non era così. Volevo solo spiegargli come stavano le cose per me.
<<Va bene, rispetto le tue decisioni, e sappi che se avrai bisogno io sarò sempre qui per te>> disse abbracciandomi.
Lasciai un sospiro di sollievo e poco dopo mi diressi a casa accompagnato da Scott.
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My New Life ❁ Teen Wolf
Fanfic«Niente è più come prima ormai» - Sophia Teller, ragazza orfana che vive con il fratello, trascorre la sua vita come una normale liceale fino a quando una notizia inaspettata la travolgerà. Dopo essersi trasferita dal cugino Scott, tutto cambierà. ...