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Capita, nella maggior parte dei casi, che quando ci succede qualcosa di brutto a scuola pensiamo: "Ehi, ma tanto tra poco questo inferno finisce e dopo potrò stare a casa a non fare nulla tutta la giornata" oppure: "Ci penserà qualcun altro al posto mio"...
Anch'io ho pensato di rinunciare ogni volta che vedevo un brutto voto sul foglio o semplicemente quando era una giornata no, proprio come voi...

Ma la verità è che alla fine al college ci andiamo lo stesso.
E passiamo anche gli anni più belli della nostra vita lì dentro.

«Come ti senti, Alessia?» mi chiede mio fratello Andy dal sedile del passeggero
Io semplicemente alzo le spalle, non lo so come mi sento.
«Non ci credo che la mia bambina sta andando al college» dice mio padre che intanto continua a guidare.

Già, sto andando al college.
Io, una sedicenne: quasi diciassettenne, del sud dell'Oregon che sta partendo per Los Angeles per cominciare una nuova vita.

Non so perché ho deciso di andare proprio a Los Angeles al college, semplicemente per cambiare un po' area o perché il college che ho scelto l'ha frequentato anche mio padre e mio fratello ed è tranquillo, proprio come desidero che sia.

Guardo il mio riflesso nel finestrino dell'auto; i capelli castani legati in uno chignon disordinato e gli occhi verdi leggermente preoccupati.
Nella mia famiglia sono l'unica ad avere gli occhi verdi, li ho presi dalla mamma.

«Sono davvero preoccupata» annuncio abbandonando la testa all'indietro
Andy sorride e guardo per un secondo le sue adorabili fossette «Non avere paura, andrà tutto bene» mi tranquillizza «Tu studia, divertiti e nel caso qualcuno ti dia fastidio dici che sei mia sorella»
Io alzo leggermente gli occhi al cielo, a volte mio fratello ha le manie di protagonismo.
«Che ne dite se ci fermiamo per pranzo?» domanda papà, siamo in viaggio già da due ore ormai ed io ho una certa fame
«Siamo nel mezzo del nulla, dove ci vuoi portare?» chiede mio fratello e mio padre lo guarda e sorride «Fidati di me» dice e poi svolta a sinistra...

Dopo qualche minuto di strada attraverso una specie di boschetto, compare all'improvviso un piccolo bar.
«Come diamine conosci questo posto?» chiedo mentre scendo dall'auto, mio padre scrolla le spalle «Esiste da tantissimi anni, la prima volta che ci sono venuto mi ci ha portato vostro nonno» dice mentre entra nel locale.

Il locale è il tipico anni '50 con i Jukebox ed i divanetti in pelle, è stato carino mangiare lì con papà ed Andy che parlavano delle loro avventure al college, tra qualche anno ne racconterò anch'io di avventure.
«Un giorno, sono andato ad una festa» comincia a raccontare papà «e lì c'era una ragazza molto ubriaca, io ero un po' timido, ma con quella ragazza volevo proprio parlare»
«Quindi sono andato da lei e ho provato ad attaccare bottone»
«E poi come è finita?» domando mentre mi ingozzo di patatine fritte
«Mi ha vomitato addosso» risponde con no chalance e a me viene da ridere immaginandomi la scena «Poi qualche anno dopo l'ho sposata»

Andy ride come un matto «Non ci credo che la mamma ti ha vomitato addosso» dice tra le risate
«Tu non parlare che la tua Jenna ha sputato un'intera birra dal naso addosso a te» decido di sputtanare mio fratello maggiore con aneddoti della sua ex ed adesso è mio padre che ride...
«Per non parlare di quella volta che siete andati a pattinare e per fare lo splendido hai avuto la brillante idea di fare la ruota sul ghiaccio» continuo ed Andy mi da una gomitata nel fianco per farmi zittire.
«Vogliamo parlare delle cose che hai fatto tu?» mi "minaccia" il ragazzo castano, ma la verità è che io non ho mai combinato nulla di troppo stupido al liceo e che quindi non c'è molto di cui parlare.
«Se ti riferisci alla pomiciata con Marcus nel seminterrato, non è stato nulla di che» esclamo scrollando le spalle.

Se c'è una cosa che amo della mia famiglia è che puoi dire ciò che vuoi e nessuno ti giudicherà, perché insomma;
c'è chi ha fatto molto di peggio.

«In realtà non sapevo di Marcus e mi riferivo a quella volta che sei scappata per andare al concerto di Twenty One Pilots» annuncia mio fratello che incrocia le braccia al petto
«Si, ma poi quando è finito non passavano più pullman e la metro era fuori uso, così ho chiamato papà che mi è venuto a prendere con l'auto» dichiaro con tranquillità
«Vero» mi appoggia mio padre «Potevi dirmelo che andavi al concerto, a me piacciono i Twenty One Pilots»

Continuiamo a parlare delle nostre avventure finché non si fa l'ora di rimettersi in viaggio e così ,belli abbuffati, risaliamo in macchina andando verso Los Angeles.
Ci vorranno ancora due ore per arrivarci e così io semplicemente comincio a fantasticare sulle cose che potrebbero capitarmi, sulle persone che incontrerò o anche mi soffermo a pensare alle cose che studierò.

Lentamente, pensando al mio imminente futuro, crollo sui sedili posteriori; sognando il mio ingresso al college ed automaticamente l'ingresso di una nuova me nella sua nuova vita.

College || Shawn Mendes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora