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Pov Justin.

<<Non lo so Justin, Izzy è carina ma..>>
Theo mi stava raccontando della serata al cinema in compagnia di Isabel.
Le piace, ma non quanto Nora. Questo è un mio pensiero, lui non me lo ha detto esplicitamente, ma so che è così.
<<Quindi cosa pensi di fare?>> domando continuando a rovistare nello zaino in cerca delle cuffiette del mio Iphone, senza prestargli, in fin dei conti, l'attenzione di cui avrebbe davvero bisogno un amico in difficoltà.
<<Forse dovrei dirglielo, essere sincero. Dirle: Izzy sei bellissima ma non c'è stata la scintilla. Justin ma mi stai ascoltando?>> brontolò Theo spazientito.
Mi volto, sbuffando e imprecando mentalmente.
<<Sì, scusa è che non trovo le mie cuffiette e lo sai che non riesco a stare attento alle lezioni della professoressa Wally; in sostanza: o le trovo, o sono costretto ad annoiarmi>> bofonchio. <<In ogni caso, amico, la scintilla tra te e Izzy può scattare anche dopo, non per forza subito. Siete usciti solo una volta>>
Il ragazzo, che ora ha occupato per tutta la lunghezza il suo letto, si tortura il labbro, così tanto che ho la netta sensazione che voglia squarciarselo.
<<Sei stato bene con lei ieri sera? O ti ha fatto schifo?>>
<<Sono stato molto bene, Justin. Lei era bellissima con il suo abito a fiori e durante il film abbiamo anche mangiato i pop corn, sai come una coppietta felice..>> risponde guardando il soffitto con quella che sembra un'aria sognante.
<<E allora non vedo dove sia il problema>> ribadisco io. <<È figa, intelligente, simpatica>>
Improvvisamente, provocandomi un mezzo infarto, Theo scatta da sdraiato a in piedi nel giro di un nano secondo esclamando <<Hai ragione, Justin! Dov'è il problema? Non c'è>>, e tutto felice, come se non fosse accaduto niente, esce dalla stanza lasciando la porta spalancata, e me a bocca aperta.

Ed è proprio nel momento in cui sto andando a richiudere la porta, che la figura snella di Nora mi appare davanti.
<<Dove andava così di fretta?>> domanda la rossa sorridendo, affacciandosi meglio sulla soglia.
Ancora sorpreso che lei sia realmente davanti ai miei occhi, ci metto un po' a trovare una risposta.
<<Oh, ehm, penso a lezione>> dico, passandomi una mano dietro il collo senza un motivo.
Rientro in camera e sento i suoi passi seguirmi.
<<Ti ho riportato queste>>
Mi volto verso di lei, per scoprire a cosa si riferisse, quando vedo che tra le mani tiene il filo bianco che tanto andavo cercando.
Un sorriso misto a una risata mi sfugge dalle labbra.
<<Giusto! Ieri sera abbiamo ascoltato la musica e...>>
<<...e per sbaglio ti ho fottuto le cuffie. Mi dispiace, tieni>>, e così dicendo me le porge.
Al contatto delle nostre dita, la vedo arrossire visibilmente, e abbassare la testa. Si afferra una ciocca di capelli ramati e, sempre fissandosi le scarpe, se la arrotola tra l'indice e il medio.
Amo quando lo fa, amo quando si imbarazza così.
Metto le cuffiette nello zaino, felice di non dover più ascoltare la professoressa Wally, ma di più perché lei è qui, nella mia stanza.
Con la mia solita spavalderia, che non mi abbandona mai, mi avvicino a lei e le alzo delicatamente il viso.
<<Potremmo riprendere da dove eravamo rimasti ieri..>> sussurro avvicinandomi di più al suo volto.
Lei sorride e, senza bisogno che glielo ripeta, mi afferra il collo, e, alzandosi in punta di piedi, fa entrare in collisione le sue labbra con le mie, con un tale desiderio da lasciarmi alquanto stupefatto.

Pov Nora.

Lo sto facendo davvero. Ho preso veramente io l'iniziativa di baciarlo. Ancora non ci credo.
Probabilmente, l'avrei fatto anche se non avesse pronunciato quella frase; il fatto è che, da quando ci siamo salutati ieri sera, non ho fatto altro che pensare a lui e a come sarebbe stato baciarlo sul serio, a lungo.
Non che il bacio in spiaggia sia stato orrendo, anzi. Ma ho bisogno di molto di più in questo momento.
Tra questi pensieri, che nella mia mente stanno diventando decisamente poco casti, mi ritrovo con la schiena appoggiato al muro freddo della stanza.
I miei occhi sono chiusi, per cercare di cogliere nel modo migliore tutto il sapore di cui sono impregnate le labbra di Justin, ma vorrei aprirli per vedere ogni lineamento del suo volto.
Lo sento premere il suo corpo sul mio, mentre le sue mani sono ben salde sui miei fianchi, come le mie sono tra i suoi capelli, i quali sono di una morbidezza indescrivibile.
Apro leggermente le labbra, appena in tempo per sentire la lingua del biondo infilarsi all'interno e sfiorare la mia, iniziando poi a rincorrerla in una lotta senza fine.
Non saprei dire cosa sto provando in questo momento, mille emozioni questo è sicuro, e sono anche certa di non volere solo un bacio da lui.
Sorrido alle elaborate scene che si stanno svolgendo nella mia testa e lo sento gemere, cosa che mi fa eccitare ancor di più di quel che già sono.

Purtroppo, il nostro 'bacio', si interrompe nel momento esatto in cui il mio cellulare inizia a squillare, provocandoci uno smisurato spavento.
Mi allontano da Justin, cercando di ricompormi e di eliminare il fiatone che nel frattempo mi è venuto, prima di rispondere.
È mia madre.
<<Si, mamma?>> sussurro lisciandomi i capelli arruffati.
<<Tesoro, sono nella tua stanza, ma a quanto pare è vuota>> risponde la donna.
Nella mia stanza?
Oh, cazzo. Ma certo..
<<Arrivo subito mamma>>
Riattacco e do un bacio veloce a Justin che per tutto il tempo della telefonata è rimasto appoggiato all'armadio a fissarmi con un sorrisetto piuttosto malizioso.
<<Ci vediamo dopo, mia madre è arrivata>> dico sbattendo le ciglia e accennando un sorriso timido.
<<Puoi contarci>> afferma lui, afferrandomi il braccio e tirandomi a se per ridarmi un altro bacio. <<Sei stata spettacolare prima>>
Ehm, si, è bello sentirselo dire ma, per questo, sono di nuovo diventata un peperone.
Senza aggiungere altro, esco dirigendomi alla mia stanza.

Non vedo l'ora di riabbracciare mia madre. Sono quasi due mesi che non la vedo e ho bisogno di parlarle, di ascoltare cosa ha da dirmi e di raccontarle come stanno andando le cose.
<<Mamma!>> esclamo appena la vedo seduta sul letto di Izzy, intenta a cercare qualcosa dentro la borsa.
<<Nora, piccina mia>>
Piccina mia, che originale. Nonostante odi quel nomignolo con cui mi chiama da quando sono nata, mi butto addosso a lei e affondo la testa nell'incavo della sua spalla.
Quanto mi è mancato il suo profumo.
<<Allora, cosa mi racconti? Dov'eri?>> chiede.
<<Sono andata a consegnare una cosa che per sbaglio avevo preso io ad un amico, ma ora eccomi qui!>> affermo con un certo entusiasmo allargando le braccia, cercando di evitare che la parola amico catturi troppo la sua attenzione.
Tentativo fallito.
<<Amico, eh? Bene bene..>> mormora mia madre con un beffardo sorrisetto sulle labbra.
Sorrido anche io, facendo spallucce.
Beccata Nora.
<<Tieni, ti ho portato un piccolo pensierino>>
Detto ciò, mi allunga un pacchetto rettangolare, con una deliziosa carta celeste.
<<Un'agenda!>> esclamo, una volta aperto. <<Grazie, mi serviva proprio>>

Una volta esaurite le novità dell'una e dell'altra, Justin e il nostro bacio esclusi, ci dirigiamo nel cortile del college per fare una passeggiata all'aperto.
Le sto mostrando il campo da calcio quando all'improvviso, lei si blocca, come se i piedi le fossero rimasti incollati con la Super Attack al terreno.
<<Mamma, tutto okay?>> chiedo afferrandole il braccio, ma noto che non mi sta nemmeno ascoltando. Anzi, sembra che la sua attenzione sia catturata da qualcosa sulle tribune.
Mi volto quindi in quella direzione e ciò che noto è un uomo, ben distinto, con una camicia color porpora a quadretti e un paio di jeans un po sbiaditi.
<<Lo conosci?>> domando di nuovo alla donna, che fortunatamente ha ripreso a muoversi.
<<No, direi di no>>
Sarà, ma non mi convince affatto.





A Terrible Secret || J.B. {Conclusa} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora