32

424 43 3
                                    

Pov Nora.

<<Papà! Sono tornato!>>

Appena varco la soglia di quella villetta dal colore ceruleo, mi sento improvvisamente in trappola.

Sto per rivedere mio padre, l'uomo che per ventuno anni della mia vita ero convinta non esistesse, e che, invece, ora è piombato nella mia esistenza come un meteorite, procurandomi un enorme cratere nel petto.

Deglutisco, ma sento la gola secca come il clima del Sahara quando dei passi si avvicinano all'ingresso dove io sono rimasta immobile, imbambolata come un manichino.

<<Justin, finalmente! Per un attimo ho creduto che fossi tornato...>>

Ed eccolo lì.
Con i suoi capelli brizzolati e i suoi occhi color nocciola, con quel suo sguardo sorpreso ma allo stesso tempo terribilmente affascinante.

<<Nora.. Cos-cosa ci fai qui?>> chiede riprendendosi dall'iniziale stato di shock.

Almeno non sono l'unica ad essere in difficoltà in questo momento, la cosa mi solleva.

<<Ciao... papà>>

Quella parola mi esce d'impulso, ho la voce che trema e non saprei dire se per la bizzarra situazione in cui mi trovo in questo momento o se  semplicemente, per l'emozione di rivedere mio padre negli occhi.

Anche l'uomo sembra piuttosto scosso per quello che ho detto. Guarda prima me, intensamente, anzi, con forse troppa insistenza, poi fissa il ragazzo accanto a me - il quale è rimasto in silenzio per tutto il tempo - come a chiedere spiegazioni del perché io mi trovi lì. E la cosa un po' mi preoccupa.

Che non mi voglia tra i piedi? Sono pur sempre sua figlia, o ha già rimosso il fatto di aver avuto un passato con mia madre e averci fatto ben due bambini?

<<Papà, io e Nora vorremmo parlarti di una cosa>>

Justin spezza quel silenzio imbarazzante che aveva avvolto l'ingresso della casa e gliene sono non grata, di più.

Inspiro profondamente, prima di seguire i due uomini all'interno del salotto, dove noto sul divano una piccola testolina bionda, la quale non appena si volta e incrocia il mio sguardo, corre verso di me per abbracciarmi.

<<Nora!! Sei tornata!>> esclama con la sua voce squillante, dolce e melodiosa allo stesso tempo.

<<Ciao Chloe, come stai?>> chiedo sorridendo, abbassandomi verso di lei e accarezzandole la trecciolina bionda che le ricade sulla spalla sinistra.

<<Bene. Ma dove sei stata? Quindi adesso sei la mia sorellina come Justin?>>

Quella domanda mi spiazza. Per avere cinque anni riesco a constatare che è davvero molto sveglia e matura.

A dire la verità non sono l'unica in quella stanza ad essere rimasta interdetta. Anche John e Justin stanno fissando la bambina senza sapere cosa dire.

<<Beh, sì, in un certo senso>> dico accarezzandole la guanciotta paffuta e rimettendomi in piedi.

<<Chloe tesoro, perché non vai a giocare in camera tua adesso? Quella bambola che ti ho regalato per il tuo compleanno deve sentirsi piuttosto sola>> si intromise John guardando la biondina e facendo un piccolo broncio per convincerla ancora di più a salire in camera sua.

***
Una volta soli, io e Justin ci accomodiamo vicini sul divano in pelle nera, mentre nostro padre prende posto su una poltrona del medesimo colore posta davanti alla finestra che dà sul cortile.

A Terrible Secret || J.B. {Conclusa} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora