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Pov Nora.

Stretta ancora nel suo abbraccio, mi rendo conto, per la prima volta, di quanto ciò che siamo non mi importi realmente.

La confessione dei nostri genitori è stata un trauma per entrambi, anche se a me ha toccato molto più nel profondo rispetto a Justin.

Ma possono due semplici parole, 'siete fratelli', rovinare un amore come quello che avevamo costruito?
La risposta è senza dubbio 'No' ed ora, lì tra le sue braccia protettrici, dico a me stessa che non posso, non voglio, perdere la persona più importante della mia vita, la più vera che io abbia mai conosciuto.

<<Nora? Stai.. bene?>>

La voce preoccupata del biondo mi risveglia da quel monologo interiore.
Alzo lo sguardo verso i suoi occhi, lucidi, forse per via dell'alcol che ha bevuto alla festa, e allo stesso tempo speranzosi, e tutto ciò che vorrei è rimanere incollata a quello sguardo. Per tutta la vita.

<<Ho un po' di mal di testa, forse è meglio che vada a dormire>> dico portandomi una mano sulla fronte e abbassando lo sguardo.
<<Già..>> sussurra lui di rimando, aprendo la porta della mia stanza e facendomi entrare.

Mi sorprendo poi nel vederlo dirigersi verso il mio letto, alzare il lenzuolo e farmi segno di stendermi. È così dolce e gentile che...

<<Resta con me>>

Quella frase mi esce di getto dalle labbra, come per magia. Non ho nemmeno fatto in tempo ad elaborarla nella mia mente, a pensarla soltanto, che già è diventata suono.

Prima ancora che arrivi un riscontro da parte di Justin, mi tolgo le scarpe e mi distendo sul copri materasso, bianco e freddo, per poi rigirarmi su un fianco dandogli le spalle.

Una parte di me spera che lui rifiuti, averlo accanto renderebbe il mio sonno tormentato e ansioso; l'altra invece, vorrebbe passare la notte abbracciata al suo petto, come prima che tutto diventasse un inferno.

Non disse nulla, semplicemente sentii il materasso muoversi e successivamente un respiro lento scaldarmi il collo.

Era rimasto.

Sorrisi tra me e me, e mi voltai piano verso la sua figura.
Era buio, non lo vedevo in modo distinto, ma potevo immaginarlo; d'altronde conoscevo ogni parte del suo corpo a memoria.

<<Quello che è appena successo...>>

Iniziò a parlare all'improvviso, dopo secondi interminabili di silenzio in cui, ne ero certa, i suoi occhi stavano cercando i miei. Nel buio che ci avvolgeva, i suoi sussurri mi cullavano.

<< ...non deve essere un peso per noi, lo capisci questo?>>

Certo che lo capivo, ma era troppo complicato, troppo, per usare le sue parole, pesante, da mandare giù.

Sospiro. <<Lo capisco, ma non possiamo cambiare ciò che siamo. Ora che sappiamo la verità, per quanto orrenda sia, che pensi di fare?>> domando cercando con la mano il suo viso.
Al contatto con la sua pelle morbida e liscia, mi si stringe il cuore. <<Io ti amo Justin, ti amo dal nostro primo bacio, ma... questo è incesto>>
<<E ti importa?>>

Cristo, ma davvero non capisce la gravità della cosa?

<<Quello che voglio dire è che se noi continuiamo a vederci, avremo contro tutti e due i nostri genitori>> mormoro, appoggiando la testa alla sua spalla, mentre lui, dal canto suo, mi stringe a sé prima di baciarmi la nuca.
<<Li abbiamo già contro. Quello che hanno fatto è di gran lunga peggiore di quello che faremmo noi continuando a stare insieme, Nora>>

So che ha ragione, lo so.
Ma se...

<<E se per caso rimanessi incinta?>>

Quella frase è come un pugno nello stomaco sia per me, che, evidentemente per lui, dato che i suoi tempi di risposta sono nettamente più lunghi ora.
Ma siamo qui a parlare di noi, giusto? Del nostro futuro, quindi, questa, potrebbe essere una delle spiacevoli conseguenze a cui lui non ha pensato, ma io sì.

<<Justin, voglio continuare a baciarti, starti accanto, tanto quanto lo vuoi tu, credimi; ma lo capisci che non potremo farlo per sempre?>>

Continua a non rispondere. Che si stia convincendo, che le sue idee sono pessime? Che non potremo mai avere un lungo futuro insieme?

<<Sì, lo capisco piccola. E allora scappiamo, andiamocene via da qui. Andiamo dove non ci conosce nessuno. Saremo liberi di essere semplicemente noi stessi>>

Noi stessi.

Mi fa ridere come invece non abbia capito proprio un cazzo.

<<Noi stessi, Justin, lo siamo già. Lo saremo qui o in capo al mondo per sempre. Siamo fratelli. Fratelli di sangue porca puttana!>>

Questa volta la mia voce non è un flebile sussurro, ma un pianto.
Le lacrime iniziano piano a sgorgare sulle mie guance ardenti e niente riesce a fermarle; nemmeno le carezze che mi riserva il ragazzo accanto a me.

Lo sento tirare su con il naso.
Sta piangendo.
Non l'ho mai visto piangere, tantomeno sentito, e la cosa mi rompe il cuore in mille pezzi.
Mi sembra un cucciolo indifeso ora, quando invece si è sempre mostrato a me e agli altri come un eroe.
È debole, entrambi lo siamo, e nessuno dei due riuscirà a farsi forza a vicenda messi come siamo in questa situazione.

Gli bacio la fronte con cura, quasi con la paura che si possa rompere al minimo tocco, e gli asciugo le lacrime.

<<Shh, basta piangere. È difficile ma ce la faremo, promesso>> dico stringendo la sua mano.

<<Come faremo?>> chiede lui con voce spezzata.

<<Accettando la cosa. Non abbiamo altra scelta>>

***
Pov Justin.

Il giorno seguente, mio padre mi chiamò di prima mattina. Mi trovavo ancora nella stanza di Nora e, a tarda notte, anche Izzy era tornata dalla serata tra donne che io, credo, avevo rovinato. In ogni caso, doveva aver trovato qualcos'altro da fare, visto l'orario nel quale aveva fatto il suo ingresso. Magari era andata da Theo e avevano fatto ciò che due amanti di solito fanno.

<<Papà...>> rispondo uscendo dalla camera e richiudendomi la porta alle spalle.
Non faccio i salti di gioia nel sentire la sua voce, ma non posso nemmeno negargli del tutto la parola.
<<Ciao Justin... Mh, sembro davvero un idiota vero se ti chiedo come stai?>> domanda aggiungendo alla fine una leggera risata.
<<Sì, lo sembri. In ogni caso io e Nora stiamo cercando di accettare la cosa, ma ci vorrà del tempo quindi...>>
<<Lo so, per questo ti ho chiamato. Io, Chantal e Chloe, soprattutto Chloe, vorremmo che venissi con noi in montagna, sai.. per Capodanno>>

Sono ridotto ad uno straccio per le sue continue bugie sulla mia vera madre e tutto il resto, ed ora vuole che io vada in montagna con sua moglie e l'altra sua figlia a fare la bella famigliola felice?

<<Spero che tu stia...>>
Non faccio in tempo a proseguire che subito mi interrompe.
<<Senti, se non vuoi farlo per me, fallo per Chloe, sai quanto ti adori>>

Non so cosa rispondere, anche se, ripensando a quel visino paffuto dai capelli biondi, so già quale sarà la mia decisione.
E poi, a pensarci bene, qualche giorno lontano da Nora non può farmi così male.

Dopo secondi di silenzio in cui le mie scarpe sembrano avere su di me una grande attrattiva, dico a mio padre che quello stesso pomeriggio tornerò a casa per preparare la valigia.

Se solo avessi saputo a cosa sarei andato incontro, non avrei mai accettato.

A Terrible Secret || J.B. {Conclusa} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora