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Pov Nora.

Sono di fronte a lui da due minuti buoni ormai, e nessuno riesce a fare o a dire niente.
Pensare che sono solo 24 ore, circa, che non ci vediamo, eppure sembrano secoli.

Justin sorride da quando mi sono voltata ormai, ho ancora le sue mani strette tra le mie. Posarmele davanti agli occhi per farmi una sorpresa è stato un gesto adorabile e dolce, ma ora mi sento una stupida a stare lì imbambolata a fissarlo come se fosse la cosa più bella che abbia mai visto. A dire il vero lo è - ha un giacchino in pelle marrone scuro che lascia intravedere la maglietta bianca e aderente, dei jeans chiari che non gli avevo mai visto indossare e i capelli pettinati all'insù in un ciuffo non troppo perfetto -, e nonostante lo abbia ormai osservato a lungo tante, tantissime volte, mi perdo a fissare ogni suo dettaglio come se fosse la prima.

<<Forse dovremmo salutarci come si deve ora, non pensi?>>
Ed ecco che, finalmente, rompe il ghiaccio sfoderando una fila di denti lucenti che mi fanno tremare le gambe.
In quel lasso di tempo mi sono addirittura dimenticata di tutto, del fatto che siamo fratelli, e vorrei non essere mai tornata alla realtà. Avrei preferito continuare a guardarlo negli occhi, per sempre.

<<Già, scusa. Sono un po' stanca, sai il viaggio in aereo...>>

Cazzata. Non sono affatto stanca per aver viaggiato tre ore soltanto. È l'effetto che mi fa lui a mandarmi in totale confusione.

Spero ancora in una chiamata di mia madre che mi dica che era tutto uno scherzo o che il DNA ha confermato che non sono figlia di John. Preferirei di gran lunga non sapere chi è mio padre, come ho sempre fatto.

<<Allora...>> comincia, ma è visibilmente imbarazzato e non sa bene cosa dire, almeno non sono l'unica a sentirmi "strana" in questa situazione.

<<Hai fatto presto ad arrivare>> dico io correndogli in aiuto, in un qualche modo.

<<Oh, sì, beh si da il caso che stessi per prendere un aereo per tornare a Miami. Da te.>>

Quelle parole mi riempiono il cuore, ma mi provocano anche un brivido. Se fossi arrivata poco più tardi, forse ora non saremmo qui a parlare: io starei girovagando a vuoto per una città a me sconosciuta e lui sarebbe su un aereo diretto a casa.

Sorrido leggermente, contenta di essere entrambi nel posto giusto al momento giusto e, finalmente, faccio un passo avanti per abbracciarlo.

Allaccio le mani dietro al suo collo e appoggio la testa al suo petto che profuma di fresco, sicuramente ha addosso il profumo che gli ho regalato il giorno di Natale. Il giorno più brutto della mia vita.

Pov Justin.

Chiudo gli occhi appena la stringo tra le braccia. I suoi capelli ramati mi solleticano il viso ed io non posso fare a meno di incurvare le labbra in un dolce sorriso.
Mi è mancata, anche se solo per 24 ore. Mi è mancato il suo calore, il suo profumo fruttato. Vorrei tanto tornare a qualche settimana fa, quando eravamo ancora Justin e Nora, quando eravamo ancora... insieme.

Si stacca piano e mi guarda con quegli occhi nocciola che mi penetrano l'anima. Bruciano su di me come fiamme ma è un dolore che mi piace, che riesco a sopportare molto bene e che vorrei continuasse per tanto, tanto tempo.

Le accarezzo la guancia delicatamente, strofinando il pollice sulla sua pelle liscia e candida, ma lei abbassa il viso imbarazzata e fa un passo indietro.

<<Ehm, sono venuta a salutarti>> dice poi senza riuscire a sostenere il mio sguardo. <<A dirti addio, come si deve>>

Cosa? Non lo ha detto realmente, ho solo sentito male, deve essere così per forza. Non può aver fatto tre ore di viaggio per poi, una volta avermi visto e abbracciato, sparire per sempre dalla mia vita.

A Terrible Secret || J.B. {Conclusa} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora