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Pov Nora.

Che meraviglia aprire gli occhi a causa della sveglia che, non solo ti segnala che è ora di alzare le chiappe dal letto, caldo, soffice, accogliente, ma ti fa persino notare che da lì a pochi giorni avrai il tuo primo esame universitario e tu sei ancora, solo, a metà libro.
<<Mmm>> biascico avvolgendomi ancora di più nel piumone. Non ho la minima voglia di alzarmi, ma sono costretta a farlo e a continuare a studiare. Ho aspirato a questa facoltà per anni, ed ora che finalmente il mio sogno si è realizzato, non posso permettermi di essere bocciata al primo esame. La mia autostima cadrebbe, non solo sotto le suole delle mie scarpe, ma addirittura sotto al terreno. In ogni caso, mi devo assolutamente dare una lavata al viso e iniziare la giornata pensando positivo. Cosa che invece non succederà: Izzy infatti, in piedi davanti allo specchio, è vestita con un delizioso abitino a fiori e sta adagiando una leggera quantità di fard sulle gote chiare.
<<Buongiorno Walker, dormito bene?>>
Ignoro completamente la sua domanda, domandandole piuttosto dove è diretta.
<<Esco con Theo, andiamo a fare un giro al mare>> esclama entusiasta raccogliendosi i capelli castani in una coda alta.
Anche io vorrei andare al mare con Justin. Non è giusto.
<<Oh, e non studi?>> chiedo, sperando in una risposta affermativa, almeno non mi sentirei l'unica che non ha ancora finito il programma.
<<Ripasserò più tardi, quando torno, ma il grosso l'ho già studiato>> dice dandosi un ultima veloce occhiata; poi mandandomi un bacio volante sparisce dietro la porta, lasciandomi completamente sola e tremendamente triste.
Sbuffo sonoramente, facendo fuoriuscire quanta più aria ho nei polmoni, e mi alzo, finalmente, diretta verso la doccia. Aziono il getto e nel frattempo mi spoglio, abbandonando sul pavimento il delizioso pigiamino peloso raffigurante un piccolo coniglietto paffuto, ultimo regalo della mamma prima di partire per Miami.
Sotto la doccia chiudo gli occhi, lasciando la mente libera di pensare ciò che vuole, e la prima cosa che mi viene in mente, caso strano, è proprio lui.
Stiamo insieme o no, quindi? Non me lo ha chiesto ufficialmente, ma insomma..
Ripenso a qualche giorno prima, nello spogliatoio della palestra, e inevitabilmente un sorriso malizioso si forma sulle mie labbra.
È così sexy, con quegli occhi che mi bloccano il respiro, e vogliamo parlare dei muscoli? E dei tatuaggi?
Sto pensando troppo, e me ne accorgo dal momento che l'acqua mi sta scorrendo addosso ghiacciata, segno che è ora di uscire da lì, se non voglio beccarmi un malanno.

***

Oltre alle vaccinazioni obbligatorie esistono 2 vaccinazioni che si consiglia di praticare ai nuovi nati: quelle contro pertosse e morbillo.
Il morbillo, contrariamente a quello che si pensa, é una malattia che può dare serie complicanze a carico dell'apparato respiratorio e...

Con la matita prendo appunti accanto al paragrafo, in modo da ricordarmi meglio il contenuto di questo.
<<Okay, ripetiamo..>> sussurro a me stessa e comincio a ripetere. <<Quindi, oltre alle vaccinazioni obb...>>
Non faccio in tempo a ripetere la prima frase, che tre colpi acuti contro alla porta mi bloccano.
No, non adesso ti prego.
Mi alzo dal letto, sul quale ero seduta a gambe incrociate, e mi avvio a passo spedito (e un po' stizzito) verso la porta.
Una volta aperta, mi ritrovo faccia a faccia con la prima, ma anche l'ultima, persona che avrei voluto vedere oggi.
<<Ehi Justin!>> esclamo, mostrandomi il più possibile felice di vederlo. Non che non lo sia, solo... proprio adesso che avevo iniziato a studiare con determinazione?
<<Ciao piccola, che combini?>> domanda il biondo entrando tranquillamente in camera.
Piccola, adoro quando mi chiama così.
<<Avevo appena iniziato a studiare, tra una settimana ho un esame e sono ancora a metà del manuale. Non ce la farò mai>> borbotto seguendolo.
Il ragazzo si siede sul materasso e afferra il mio libro, lo sfoglia, legge con attenzione gli appunti presi e lo richiude, perdendomi così il segno.
<<Ehi, ma...>>
<<Tranquilla, questa roba è semplice. Te la spiego io in dieci minuti, a patto che tu esca con me>>
L'idea mi alletta, ovvio, ma proprio adesso? Proprio oggi? Sembra che tutte le sfighe si siano rivoltate su di me tutte in una volta.
Sospiro.
<<Justin, vorrei tanto..>> comincio a dire avvicinandomi a lui, ma la sua voce subito mi blocca.
<<Allora vieni con me, se è quello che vuoi.>>
Il modo in cui lo dice è così dolce e i suoi occhi così supplichevoli che non posso tradirli.
Annuisco. <<E va bene, ma se non passo l'esame ti riterrò colpevole per il resto dei miei giorni>> mormoro prima che lui mi afferri i fianchi e appoggi le labbra sulle mie. Lo abbraccio forte mentre mi bacia perché in fondo è quello che desideravo di più: le nostre labbra unite sono il mio sogno più bello.

Pov Justin.

Essere riuscito a convincere Nora ad uscire nonostante dovesse studiare per il suo primo esame, era una bella soddisfazione. E conoscendola, sapendo quanto fosse testarda, mi aspettavo, a dirla tutta, una risposta negativa da parte sua. Ma chiamalo fascino, chiamalo semplicemente culo, lei ora era mia, e lo sarebbe stata per tutta la giornata, perché avevo in mente una bella gita in collina. Io, lei e nessun altro.

Seduto sul cofano della mia auto, la vedo arrivare avvolta in un delizioso maglioncino rosa cipria, jeans neri e stivaletti. Sta proprio bene, e gli occhiali da sole le danno un'aria così aggressive proprio come piace a me. Una vera pantera.
Con un balzo, sono di nuovo coi piedi per terra e non posso fare a meno di stamparle un bacio sulla guancia, appena è a pochi centimetri da me.
<<Dove andiamo?>> domanda subito, salendo in macchina.
<<Lo vedrai..>> rispondo afferrando saldamente il volante e girando la chiave nel quadro.
Nora si toglie gli occhiali e li appoggia sul cruscotto, si da una sistemata alla chioma ramata e mi rivolge un'occhiata inquisitrice. <<Sai, di solito odio questo tipo di risposte. Sono una che vuole sapere le cose come stanno, e subito, ma detto da te fa tutto un altro effetto. Quindi aspetterò..>> spiega ed io sorrido, felice per le sue parole. Felice di non essere, per lei, come tutti gli altri ma in un certo senso, speciale.
<<Dimmi qualcosa di te che non so>> esclama poi, lasciandomi un po' spiazzato.
Difficile, non saprei che dirle, anche se di cose che non sa ce ne sarebbero molte.
<<Vediamo... Sono nato a Miami, ma questo lo sai già. Sono stato bocciato in terza superiore per via della malattia che ha colpito mio padre in quel periodo. Gli avevano trovato un tumore al cervello e siccome non era ancora sposato con Chantal, ho dovuto occuparmi di lui saltando la scuola>>
"Mi dispiace tanto" mormora la ragazza, afferrandomi d'impulso la mano che tengo sul cambio. <<Non avrebbero dovuto bocciarti, non è stata colpa tua>> continua, intrecciando le sue dita alle mie.
<<Tranquilla, ormai è acqua passata>> dico e mi soffermo a guardarla qualche secondo in prossimità di uno stop, prima di ripartire.
<<Quindi, siccome io ho 19 anni, tu se sei stato bocciato ne hai...>>
<<22. Sono del '94>> mi accingo a confermare. <<Troppo vecchio per te?>>
Ride, e solo a chi prova per una persona qualcosa di forte, può martellare il cuore per una semplice risata. Beh, il mio batte quasi volesse uscirmi dal petto ed è una sensazione bellissima, soprattutto se è la prima volta.
<<No, sei perfetto>> sussurra lei, e scorgo nella sua voce un tremolio.
È timida quando si tratta di queste cose. Adorabile.

Dopo circa una quindicina di minuti, la strada inizia a diventare ripida, segno che ci stiamo avvicinando al luogo desiderato.
<<Siamo quasi arrivati>> la informo, mentre osserva attenta il panorama fuori dal finestrino.
<<È stupendo qui, si vede il mare>>
<<Stupendo come te>>. Quella frase mi esce spontanea dalle labbra, quasi non me ne rendo conto.
La rossa si volta, e infilandosi gli occhiali, torna ad essere la solita Nora. <<Smettila Bieber, non vorrai farmi arrossire?!>>

Una volta parcheggiata, non con poche manovre, l'auto nell'unico posto esistente, apro il bagagliaio ed estraggo dal suo interno un cestino di vimini con all'interno alcuni panini, un thermos e una torta alla menta comprata il giorno prima al supermercato, ma di ottima qualità.
<<Non ci credo!>>. Nora, comparsa dietro di me, lancia un grido alla vista di ciò che ho in mano. <<Un pic nic?>>
Annuisco, sperando che la mia idea non sia una totale gaffe, ma da come mi butta le braccia al collo, direi che ho centrato nel segno.
<<Ma io ti am...>>. Sgrano gli occhi nel sentire quella frase non portata a compimento. E anche lei fa lo stesso. <<Adoro. Ti adoro!>> si corregge.
Rido appena nel vederla farfugliare, dopo di che ci dirigiamo su per la collina, sulla cui erbetta novembrina è già distesa e rilassata parecchia gente.
Nora mi segue silenziosa, probabilmente imbarazzata per ciò che stava per dire, o meglio, ha detto. Solo a me ha fatto piacere sentirglielo dire? Vorrei saperlo, ma non mi pare il caso di affrontare la questione ora e metterla ulteriormente a disagio.
Così, una volta trovato uno spazio tranquillo tra sole e ombra, stendo una leggera coperta sul terreno e mi distendo, con le mani dietro la nuca. <<Vieni qui>> le sussurro, e in men che non si dica, si rifugia sul mio petto ancora rossa in volto.




A Terrible Secret || J.B. {Conclusa} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora