it's only you

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15. Missing Baby.

ZAYN’S POV.

L’odore di antisettico mi riempie le narici, facendomi storcere il naso. Mi fanno male parecchie parti del corpo. Credo di avere qualche costola incrinata, e il polso rotto. Per il resto credo sia tutto più o meno al suo posto. La luce artificiale mi fa bruciare gli occhi. Significa che è già sera. Ma che è successo? Apro gli occhi e trovo Liam e Liz che dormono abbracciati poco più in là. Quella scena mi fa pensare a Charlie. Dov’è? Come sta? Devo chiamare qualcuno. Mi alzo dal letto ed esco dalla stanza. Dove trovo Louis, che è al telefono. Si gira e chiude le chiamata. “Zayn! Come stai?” dice venendomi incontro. “Dov’è Charlie?” chiedo subito. “Ti ci porto.” dice lui. Mi accorgo adesso della mia tenuta. Ho i vestiti dell’ospedale, e sono a piedi scalzi, ma non mi importa. Devo vedere Charlie. Arriviamo davanti alla sua stanza, ma due grandi bodyguard ci sbarrano la strada. Ma dicono che posso vederla dalla finestra, che è leggermente aperta. Il suo corpo esile è disteso sul letto bianco. I suoi capelli color miele sono raccolti in una treccia di lato, ma il suo piccolo viso è contaminato dal una grossa contusione che lo attraversa per tutta la fronte, e prende anche parte della palpebra. Sembra più piccola del normale in quel letto, troppo grande per lei. La testa ricciuta di Harry è accanto a lei, poggiata vicino alle sue gambe, e dorme. Forse è questo il loro destino, devono stare insieme, e io non sono altro che un piccolo ostacolo nella vera coppia. Forse dovrei farmi da parte.

I miei pensieri sono interrotti dal dottore che esce dalla stanza.

“Dottore! Dottore!” lo chiamo. Lui si gira e mi guarda. “Come sta Charlie?” chiedo. Lui mi guarda strano. “Ehm.. Come sta la principessa Charlotte?” chiedo di nuovo. Il suo sguardo è cupo, non promette niente di buono. “L’incidente è stato molto forte, e ha subito un trauma celebrale. Potrebbe aver perso la memoria. Per ora è in coma farmacologico. E quando si sveglierà probabilmente ricorderà poche cose. Sarà fortunata se riconoscerà i familiari.” dice, la sua faccia è funerea. Non si ricorderà di me, di noi, del bambino. Il bambino! “Come sta il bambino?” chiedo di nuovo. Ho le lacrime che pungono per uscire fuori dagli occhi. “Lei era il padre?” chiede. Era. Non suona bene. Annuisco. “Mi dispiace ma …  il bambino non ce l’ha fatta.” detto questo sparisce. Sento le gambe cedere. Ha perso il bambino. Ha perso la memoria. Non avremo più nessun legame, e non mi ricorderà. Non c’è più speranza per noi. Niente più me e lei. Niente più Zarlie, come ci chiamava lei. Mai più. Piango, piango forte e mi siedo su una di quelle sedie di plastica scomode che ci sono negli ospedali. E piango fino a non aver più lacrime.

CHARLIE’S POV. (1 month later)

Sento i suoni ovattati. Sento una voce che conosco bene, ma non so a chi appartiene. Adesso la sento più chiara, e credo che stia parlando con qualcuno al telefono. Riesco a sentire anche un vociare leggero fuori, ma non riesco ad afferare le parole. Non sento bene gli arti, e ho un dolore penetrante alla testa. Cerco di muovere piano la mano, ma mi fa malissimo. All’improvviso la voce vicina smette di parlare. “Charlie sei sveglia?” chiede. Voglio parlare, ma non riesco ad aprire la bocca. “Per un attimo ho creduto ti fossi svegliata sai? Forse passo troppe ore sveglio. Forse dovrei andarmene, è ormai un mese che sei qui, e non ci sono poche speranze che ti sveglierai. E anche quando non ti ricorderai di me.” dice. Riesco a capire a stento le parole. Un mese che sono qui? Ma che è successo? Dove sono? L’odore di disinfettante che mi circonda mi fa capire che sono in un ospedale. “Non ti ricorderai più di quello che abbiamo avuto, anche se poco. Non ti ricorderai più del bacio al parco, ma io non lo dimenticherò mai. Le tue labbra morbide sulle mie. Eri così scioccata sul momento. Ogni volta che baciavi Zayn mi sentivo sprofondare. Perché sai, sono innamorato di te. Lo sono da quando ti ho visto scendere dalle scale del castello. Ma all’epoca non riuscivo a capirlo. Tu pendevi dalle mie labbra, e io ti ho trattata male, e ti ho fatta scappare tra le braccia di Zayn. Quanto mi sono pentito di quel gesto. E adesso ti sto perdendo, ti stiamo perdendo tutti.” dice. Sento la sedia muoversi accanto a me, e poi una mano calda posarsi sulla mia. Cerco di muovere di nuovo la mano per stringerla alla sua, ma sembra avvolta dal ghiaccio e non si muove di un millimetro. “Sei qui da un mese, e i dottori non sanno ancora per quanto ci resterai. Né se ti sveglierai. Quindi tu non sentirai mai niente di tutto questo. Però volevo dirtelo lo stesso. Ti amo Charlie.” dice, ha la voce rotta, e sembra sul punto di piangere. Riesco finalmente a muovere la mano, anche se mi fa male, e stringo debolmente la sua. “Charlie? Dio mio Charlie dimmi che sei sveglia.” dice supplichevole. Cerco di aprire la bocca, mi brucia la gola e non riesco a parlare, ma riesco a biascicare quel nome. “H-Harry.” dico, la mia voce è flebile e rauca. “Sei sveglia, sei sveglia davvero.” dice con la voce umida. Sta piangendo. Vorrei un po’ d’acqua. Ma non riesco più a parlare, né ad aprire gli occhi. “Vuoi dell’acqua?” mi chiede. “Ti do un po’ d’acqua.” dice, poi lo sento versare piano dell’acqua in un bicchiere, che mi porta piano alle labbra. Il liquido fresco mi scende piano per la gola, e finalmente riesco a parlare. Con uno sforzo immane alzo piano le palpebre, che mi bruciano. Vedo la figura di Harry, un po’ appannata, ma riesco a distinguere i suoi ricci, che sembra non pettinarsi da giorni, ha un accenno di barbetta sul mento,dove non c’era mai stata e ha gli occhi rossi, come uno che non dorme da giorni. Sembra così diverso. “Harry, vieni qui e abbracciami. Sento freddo.” dico piano. Lui mi guarda come se non avesse capito, poi sorride e mi viene incontro. Si toglie le scarpe e alza le coperte. “Fai piano, mi fa male ovunque.” dico, sempre piano. Lui si muove più cauto, e si distende accanto a me. Poggio la testa sul suo petto, e respiro piano, perché mi fanno male le costole. “Sono stanca. Posso dormire?” chiedo. “Certo che puoi dormire. Però promettimi di risvegliarti.” mi risponde. Prima di addormentarmi di nuovo riesco a biasciare alcune parole. “Ho sentito quello che hai detto prima. E..” non riesco a finire la frase, perché sono calata in un sonno profondo.

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