Prologo

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Cammino con passo svelto, presa dall'ansia. Non sono nei paraggi, per oggi. Ma non mi sento sicura. Da più di un mese quei vigliacchi mi prendono in giro. E da allora, ogni volta che esco da scuola, ho paura di ritrovarmeli alle spalle, quei bastardi.

Abito a pochi isolati dal Liceo che frequento, quindi ci vado a piedi. Tutti i giorni. Tutti i santi giorni, la stessa ansia, la stessa paura. Cerco sempre di fare la maggior parte della strada in compagnia di qualcuno. Ma quando sono sola, quattro ragazzi che nemmeno conosco, mi prendono in disparte e mi dicono cattiverie di ogni tipo.

La prima volta che ciò è successo tornavo da scuola, sola; e prima di arrivare a casa, dovevo passare accanto ad un vicolo cieco. Era proprio lì che c'erano i ragazzi. Stavo messaggiando con Serena, la mia migliore amica, quando avevo sentito quattro ragazzi parlare e prendermi in giro, per nessun motivo apparente. È un posto isolato dal mondo, dove nessuno può sentire o vedere niente. Non c'è neppure una finestra che affacci su quella stradina. I muri sono imbrattati da graffiti e scritte, l'asfalto è vecchio e pieno di buche e per terra c'è un mucchio di rifiuti.

Mi dicevano frasi e insulti come:

-Ah ah! Guardate chi c'è! La secchiona della classe!-

-Sì, è l'argentina, la troia della scuola!-

E ridevano. Odio la gente che critica le mie origini argentine. Infatti, il mio vero nome è Cielo. Mia madre è italiana, mentre mio padre è argentino.

Questa è la mia storia, siete pronti a conoscerla?

Niente ha più sensoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora