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Aprii leggermente gli occhi a causa della luce che entrava dalla finestra, mi feci coraggio
e mi alzai dal letto ancora assonnata.
Era così strano non svegliarmi più nella mia stanza, ma dovevo iniziare ad abituarmi e in più fretta possibile. Mi guardai e notai che avevo ancora i vestiti della sera prima, andai dritta in bagno, mi spogliai ed entrai in doccia. L'acqua era caldissima e mi rilassai all'istante, il ticchettio dell'acqua mi fece perdere nei pensieri, troppe cose passavano ultimamente nella mia testa, mio padre, Beatrice, l'inizio del college e poi quel tipo di ieri sera, Jace. Ma cosa sto dicendo? Perchè starei pensando a lui? Era stupendo e aveva un sorriso che mi aveva fatto incantare però era inutile fantasticare così su una persona che probabilmente non avrei più rivisto, o forse si?
Una parte di me ci sperava ma l'altra continuava a rifiutarsi di pensarlo.
Chiusi l'acqua per poi avvolgermi nell' asciugamano e uscire dalla doccia.
Vidi la valigia per terra accanto all'armadio e la aprii decidendo di sistemare i vestiti rimasti al suo interno. Per fortuna non ci misi molto e solo una volta finito di sistemarli mi accorsi di avere davvero poca roba da mettermi, indossai un paio di jeans, una magliettina semplice con uno scollo a barca e scesi di sotto per fare colazione.

«Ben alzata,sei arrivata giusto in tempo,vuoi i pancakes?» Esordisce Paula porgendomi un piatto con un grande sorriso.
«Grazie mille, ci sarebbe del caffè?» chiesi sedendomi al tavolo davanti a lei.
«Ma certo,te lo metto subito» disse alzandosi di fretta dal tavolo.
Sparì qualche minuto in cucina e tornò con una tazza piena di caffè.
«Ecco a te»
«Grazie mille,dove sono gli altri?» chiesi un po' allarmata nel non vedere mio fratello.
«Sono tutti usciti a farsi una passeggiata»
«Come usciti?» dico alzando un po' la voce. Come aveva potuto mio fratello lasciarmi qui da sola con lei? Avevamo promesso che saremmo rimasti sempre l'uno accanto all'altro. «E come mai non siete a lavoro?» continuai scocciata, e solo dopo mi accorsi di avere esagerato, anche se non mi importava molto di come potesse sentirsi alla fine lei non aveva fatto niente, almeno in quest'occasione. E non potevo nemmeno incolparla al posto di mio fratello per avermi lasciata sola.
«Emh..si sono usciti a fare un giro per mostrare la città a tuo fratello e poi ci siamo presi un paio di giorni io e tuo padre per starvi accanto, sai in caso vi servisse qualcosa»
«Starci accanto,non abbiamo mica due anni,e poi ti dovresti starmi accanto? Non sei mia madre. Ah e comunque per tua informazione,non ci serve proprio un bel niente» dissi con disprezzo posando la tazza sul tavolo.
«N-n-non volevo intendere quello Catherine» disse con voce tremante.
Mi resi conto solo dopo di quanto fossero state dure le mie parole ma se le meritava,giusto? Era con lei che mio padre aveva avuto un'altra figlia, era colpa anche sua alla fine, avevo diritto di essere arrabbiata con lei e sfogarmi mi faceva solo che bene in quel momento.
«Senti, non mi interessa cosa volevi intendere, non voglio parlarne ora.» mi alzai e uscii di casa senza dargli il tempo di rispondere.

Iniziai a camminare più in fretta che potevo nella speranza di trovare mio fratello. Le vie mi sembravano tutte uguali, mi sembrava di girare a vuoto ormai da ore e iniziò a piovere proprio quando mi sembrava di aver trovato la strada piena di locali della sera precedente,iniziai a correre in cerca di un posto dove potevo ripararmi. Vidi un'insegna enorme lampeggiante e senza pensarci due volte entrai di corsa dentro a quello che mi sembrava un pub.
Mi presi qualche secondo per riprendere fiato rimanendo appoggiata alla porta, quando riuscii a far sparire il fiatone mi accorsi di quanta gente fosse seduta ai tavolini con gli occhi fissi su di me.
Il posto era affollato, per lo più erano c'erano ragazzi e ragazze così abbassai la testa, per evitare gli sguardi e mi andaii a sedere ad un tavolino vuoto abbastanza nascosto.
Non poteva andare peggio di così.
Passai le mani tra i capelli ormai tutti bagnati e chiusi gli occhi provandomi a calmare e far finta di non sentire i commenti di alcune ragazze sedute un paio di tavoli dietro di me.
«Tenga» disse una cameriera appoggiandomi un piatto sul tavolo.
«No scusi ci dive essere stato un errore, io non ho ordinato niente»
«Oh no no nessun errore l'hanno ordinato a quel tavolo laggiù e mi hanno detto di portarlo a lei» disse indicando il tavolo per poi sparire dietro al bancone.
Al tavolo era seduta una ragazza che mi stava guardando e sorridendo e al suo fianco c'erano due ragazzi che fortunatamente non facevano lo stesso.
Ricambiai il sorriso timidamente e nel giro di pochi secondi la ragazza era seduta al mio tavolo proprio di fronte a me.
«Spero ti piaccia il panino. Io sono Sophie» disse la ragazza porgendomi la mano e mostrandomi un'altro sorriso.
«Piacere,io sono Catherine ma chiamami Cat» strinsi la mano e ricambiai il sorriso
«riguardo al panino,sei stata molto gentile non so come ringraziarti.»
«Oh non lo fare, non ce n'è bisogno» disse gesticolando per poi continuare «Sei nuova, vero?»
«Si sono arrivata ieri» risposi dando un morso al panino.
«Spero che la città ti piaccia, ci sono un sacco di cose da fare qui. Io vado alla Washington State University Vancouver, al campus, le confraternite organizzano sempre molte feste, potresti venire ogni tanto»
«Oh beh io frequenterò lo stesso college da domani, riguardo le feste non sono molto sicura»
«Sophie perchè non ci presenti la tua nuova amica, lo sai che è maleducazione» dissero i due amici ridacchiando e sedendosi al tavolino con noi.
«È maleducazione anche interrompere le conversazioni» ribatte seccata «Ragazzi,lei è Catherine è nuova qui. Catherine loro sono Gabriel e Max.» Entrambi sorrisero e io ricambiai gentilmente.

Mi ricorderò per sempre di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora