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Feci colazione di fretta e uscii con mio padre seguita da Alexander che mi guardava come non vedesse l'ora di parlare e forse anche di rimproverarmi.
Arrivammo al campus e attraversandolo di fretta entrai in aula per la prima lezione evitandomi così di dover dare spiegazioni ad Alex.
I corsi tenuti, ovviamente, da professori molto competenti, erano molto interessanti e il tempo sembrò volare.

Pochi minuti dopo la fine dell'ultima lezione ero fuori dal campus nell'enorme parcheggio dove avrei dovuto aspettare mio fratello per tornare a casa, presi il telefono per mandargli un messaggio, quando la luce sembrò sparire per qualche secondo, alzai gli occhi e mi trovai davanti Jace.
Era davvero venuto a lezione allora.

«Allora cosa vuoi fare?» esordì lui mostrandomi un sorriso spontaneo.
«Cosa voglio fare?» chiesi un po' scioccata dalla sua domanda.
«Si, mi hai fatto venire qui per seguire le lezioni oggi, cosa vuoi fare adesso?»
«In realtà.. dovrei tornare a casa con mio fratello» dissi con calma sperando non si arrabbiasse.
«No tu vieni con me, ora, non mi interessa.» ribadendo il fatto che avrei dovuto passare il pomeriggio con lui e avvicinandosi a me e caricandomi in braccio.
«Dai Jace, fammi scendere!» dissi agitando le gambe, ma senza risultati.
Mi portò in braccio fino alla macchina e quando mi lasciò per aprire lo sportello provai ad allontanarmi, ma lui non mi permise di farlo, bloccandomi tra lui e lo sportello ancora chiuso.
Sentii nuovamente un brivido attraversarmi il corpo a causa del suo respiro affannato sul mio collo.
«Non vai da nessuna parte ok?» disse piano riprendendo fiato.
Annuii soltanto ed entrai in macchina inviando un messaggio ad Alexander avvisandolo che sarei tornata a casa sta sera.

«Dove stiamo andando?» chiesi un po' allarmata.
«Lo vedrai, ma prima prendi quella busta dal sedile di dietro» disse quasi fosse un ordine.
Sbuffai leggermente ma presi comunque la busta sbirciando al suo intento e notai una custodia molto simile a quella della mia macchinetta fotografica.
Aspetta, ma è la mia!
«Perchè ce l'hai tu questa? È mia!» alzai la voce.
«Stai calma mica te l'ho rubata.» ribbatte lui «Me la sono fatta dare da tuo padre per portartela» concluse stringendo nervosamente le mani sul volante.
«Bene, allora dato che sei molto in contatto con mio padre, e non capisco il perchè, ti va di raccontarmi come vi siete conosciuti?» chiesi nella speranza di ottenere più informazioni possibili.
«Non sono tenuto a dirtelo, e non vorresti saperlo fidati.»
«Si che lo voglio sapere, sono affari anche miei dato che usciamo insieme» improvvisamente mi rendo conto di quanto abbia sbagliato a scegliere le parole.
«Non usciamo insieme noi» dice scoppiando in una risata senza nessun ritegno e come se io non fossi lì.
Volevo sprofondare e sparire da quella macchina e dalla sua vista.
Perchè per uno stupido sbaglio di parole deve prendermi in giro così?
Si era così, un semplice sbaglio nel formulare la frase, continuavo a ripetere a me stessa mentre Jace continuava a ridere.
«Ok, ora puoi smetterla, ho solo formulato male la frase.»
La sua risata sfumò piano «Ok ok, facciamo finta che sia andata così» concluse lui continuando a tenere un sorriso malizioso.
Le sue fossette e i suoi denti perfetti che giocavano con il piercing non mi permettevano di staccargli gli occhi di dosso, ed ero sempre più convinta che lo facesse, in parte, per il nervosismo.
Nervoso? Jace? Ok era davvero difficile ma poteva essere possibile.
Non poteva essere così sicuro di sé e essere certo di poter aver sempre tutto quello che voleva.

«Quindi ti piace fare le foto?» mi chiese richiamando la mia attenzione.
Annuii soltanto e spostai lo sguardo da lui al finastrino sulla mia destra per evitare di guardarlo, ero ancora innervosita e sò che se avrei rincontrato quegli occhi verdi smeraldo sarebbe sparito tutto.
«Beh allora oggi mi potrai fare un sacco di fotografie» disse spegnendo la macchina.
«Sì, come no» sbuffai scendendo dalla macchina seguita da Jace.
Ci trovavamo in un piccolo parcheggio e davanti a noi c'era una piccola discesa che sembrava portare verso un immensa vastità di verde.
«Dai vieni con me» disse Jace
«Solo se la smetti di essere così presontuoso» ribattei, incrociando le braccia al petto.
«Non posso prometterlo ma ci posso provare» rispose lui passandosi una mano sui capelli.

Lo seguii fidandomi di lui e ad un tratto un viale in pietra tracciava un sentiero lungo un boschetto molto carino. Gli alberi intorno a noi erano colorati con diverse tonalità di rosso e verde e le foglie che iniziavano a cadere, a causa della stagione autunnale ormai inoltrata, rendevano tutto molto suggestivo, così senza pensarci due volte presi la macchinetta fotografica e iniziai a scattare.
La luce che filtrava leggermente tra gli alberi rendeva tutto più bello e continuando a camminare non mi resi conto che il sentiero sotto i miei piedi era sparito e davanti a me si estendeva un'enorme distesa d'acqua.
Mi girai per cercare Jace che per tutto il tempo non fiatò e proprio quando pensavo di averlo perso comparì da dietro un cespuglio.
«Oddio meno male che sei qui, per un momento ho pensato di averti perso» dissi abbracciandolo.
Perchè l'ho fatto?
Lui rimase impassibile ed era evidente che non voleva ricambiare il mio gesto.
«Ti stavi preoccupando per me?» chiese lui con un sorriso stampato sulle labbra.
«N-no» risposi squotendo la testa.
«Vuoi vedere le foto?» gli chiesi provando a cambiare discorso.
«Dopo che mi avrai risposto» ribattè.
«L'ho già fatto Jace. Non mi stavo preoccupando per te, ma per me stessa, senza di te non saprei come tornare a casa» dissi mentendo solo in parte.
Mi guardò attentamente e poi si avvicinò a me prendendo la macchinetta in mano.
«Posso guardare?» chiese agitandola.
«Si ma non agitarla in quel modo» dissi, portando le mani sugli occhi per evitare di guardare un eventuale caduta.
Su quella macchinetta c'erano le foto degli ultimi 10 anni e non so' cosa avrei fatto se si fosse rotta.
Lui annuii, per mia fortuna, e si mise a sfogliare le foto senza darmi la possibilità di guardarle.
«Ti puoi abbassare? Sai, le vorrei vedere anche io» chiesi mettendomi in punta di piedi.
Lo sentii trattenere una risata e sul suo viso comparvero due.
«Scusa mi ero scordato» disse.
Scordato di cosa? Che esistessi?
«Ci andiamo a sedere lì?» disse indicando una panchina sul bordo del lago.
«Come vuoi» risposi facendo spallucce.

Arrivati alla panchina ci sedemmo e sfogliammo le foto rimanendo in silenzio ma quando quelle del giorno finirono e sullo schermo iniziarono a passare quelle degli anni precedenti glie la tolsi subito di mano e la spensi in fretta.

«Ehi ma che ti prende?» sbottò lui
«Fammi finire di vedere.»
«Sono finite» dissi ripoggiandola nella custodia che chiusi velocemente e infilai in borsa.
«Non è vero Cat, dai fammele vedere.»
Feci 'no' con la testa e lui continuò: «Perchè non vuoi farmele vedere?»
«Per lo stesso motivo per il quale tu non mi vuoi dire niente su di te.» ribattei seccata.

Aggrottò la fronte e vidi la sua mandibola serrarsi come se le mie parole lo abbiano fatto innervosire.
«Ok, fai come vuoi Catherine.» disse prendendosi la testa tra le mani «mi fai innervosire quando fai così.» concluse alzandosi di scatto in piedi.
«Io ti faccio innervosire? Sul serio Jace?» dissi alzando la voce. «Sapessi quanto mi fai innervosire tu, nemmeno te lo immagini!» continuai urlando.

Era troppo, aveva esagerato, non poteva dire a me di essere insopportabile se lui era il primo con quel cavolo di carattere a farsi odiare.

«E come mai ti faccio innervosire tanto te lo sei mai chiesta? È piccola Cat?» domandò lui sfidandomi con lo sguardo.
Non risposi ma lo continuai a fissare sfidandolo a mia volta.
«Come pensavo!» continuò lui alzando la voce. «Ti faccio innervosire così tanto perchè sai che non potrai mai avere quello che vuoi tu da me» concluse sbuffando e voltandosi verso il lago.
A quelle parole un dolore al petto prese il sopravvento, tutta la rabbia che provavo si trasformò in tristezza e una lacrima rigò il mio volto.

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Scusate per il capitolo corto ma sono molto incasinata questo periodo, al più presto ne pubblicherò un'altro. Intanto, fatemi sapere cosa ne pensate, e un grazie di cuore a tutti voi che state leggendo la mia storia :)

Mi ricorderò per sempre di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora