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La sveglia suonò, mi alzai di fretta saltando dal letto, non vedevo l'ora di andare al college, iscrivermi a qualche club di letteratura o fotografia. Entrai in doccia e iniziai a pensare a Jace, quel ragazzo era così strano, eppure così affascinante. C'era qualcosa in lui che mi attirava come una calamita, ma non sapevo ancora di cosa si trattasse ed ero intenta a scoprirlo. Decisi di mettermi un semplicessimo jeans, anche se più stretto del solito, e una camicietta bianca, mi truccai leggermente ed ero pronta.
Aprii la porta e mio fratello era li davanti con la mano tesa, pronto a bussare, ero felice di vederlo ma ero ancora arrabbiata con lui per avermi lasciata da sola con Paula.
«Sei pronto?» dissi con un sorriso smagliante
«Si,penso» la sua voce era insicura ma ricambiò comunque il mio sorriso.
«Dai andiamo, sennò perderemo l'autobus e faremo tardi» ero sempre molto attenta in tutto e feci bene a guardare gli orari, altrimenti saremmo fregati ora, non avere la macchina è una seccatura «non voglio arrivare tardi il primo giorno» conclusi, chiudendo la porta della camera e avviandomi per le scale.
«Penso ci accompagni papà» disse a bassa voce.
«E perché?» chiesi seccata.
«Non lo sò, si è offerto Cat, dovresti dargli una possibilità»
«Alex lo sai come la penso, non insistere» Provai chiudere il discorso, ma senza grande riuscita.
«Cat, lo sai che ti voglio bene ma hai esagerato ieri sia con Paula che con papà. Sai che hai esagerato, sei sparita per tutto il pomeriggio e lui era solo proccupato. Se non vuoi darmi ragione va bene per me, però pensaci, ok?»
Annuii senza guardarlo negli occhi e iniziai a scendere le scale. Ero così contenta che non volevo niente e nessuno che mi rovinasse la giornata, così una volta arrivata di sotto, seguita da Alex, andai dritta da mio padre per chiudere questa faccenda chiedendogli scusa per il comportamento che avevo avuto. Lui sembrò contento e sollevato, mi disse che era tutto apposto e che non mi dovevo preoccupare.
Si offrì nuovamente di accompagnarci a scuola e accettammo, dato che ormai avevamo perso l'autobus non avevamo altre possibilità.
Una volta arrivati, fummo travolti dalla gente che correva a destra e sinistra del campus. Andai a prendere con mio fratello gli orari delle lezioni e poi decidemmo di dividerci. Iniziai a camminare senza una meta precisa, c'era tanta gente, molta più di quanta ne immaginavo.
«Cat! Cat! Accidenti. Ti vuoi fermare?» Sentendomi chiamare, mi fermai di colpo girandomi.
Vidi Sophie, i suoi capelli erano più corti dei miei ma erano nero corvino e non feci a meno di ricordarmi che un tempo li avrei voluti tingere proprio di quel colore, ma apparte una bella sfuriata con mia madre non ottenni niente.
«È proprio difficile starti dietro, lo sai?» disse fermandosi davanti a me appoggiandosi per riprendere fiato. Ridacchiai appena, per fargli capire che la stavo ascoltando.
«Vieni da me domani sera? La mia confraternita organizza una festa» disse staccandosi.
«Oh, non sò se è buona idea»
«Ma come! Certo che è una buona idea! Non accetto un no come risposta.» concluse mettendosi a braccia incrociate come fanno i bambini.
«Ok, allora verrò» dissi senza pensarci due volte. Sembravo decisa, troppo decisa «ma non verrò da sola» aggiunsi infine.
«Nessun problema, ci sarà così tanta gente che un paio di persone in più o in meno non cambieranno le cose, porta chi vuoi e si puntuale alle 9 di fronte all'edificio bordeaux in fondo alla vialetto» disse indicandolo con una mano.
Era ironico da parte sua dirmi di portare chi volevo, sembrava quasi una presa in giro, ma forse mi stavo fasciando la testa. Ritrovai mio fratello dopo qualche ora davanti all'enorme cancello del campus,lo raggiunsi e ci avviamo verso il parcheggio dove a momenti sarebbe venuto a riprenderci nostro padre.
«Alex, domani ti va di venire ad una festa con me?»
«Cosa? No Cat, non posso»
«Che vuol dire non puoi? Mi vuoi far andare da sola?» chiesi iniziando a preoccuparmi della risposta.
«Sono stato invitato ad una festa anche io» disse con enfasi. Mh, non me la raccontava giusta.
«C'è per caso di mezzo una ragazza Alexander?» chiesi scherzando.
«Non ti riguarda Cat, io non ti chiedo mica del ragazzo di ieri sera» rispose ridendomi in faccia.
Cosa c'era da ridere? Se lui se n'era accorto poteva averlo visto chiunque. Per fortuna il clacson della macchina mi fece distrarre dai pensieri che salendo in macchina sembravano spariti.

Mi ricorderò per sempre di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora