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Voleva fare lo stronzo? Perfetto avrei iniziato a fare lo stesso anche io, ad essere acida e presuntuosa proprio come lui.
«Grazie mille Jace, davvero. Sei sempre così gentile» dissi con un nodo in gola.
Un misto di rabbia e tristezza si fecero strada in me, continuando a farmi pensare alle false speranze che avevo riposto in lui.

Fortunatamente dopo qualche minuto arrivarono Sophie e Gabriel chiedendo scusa per il ritardo, almeno loro iniziarono a fare conversazione, rendendo tutto meno imbarazzante.
Salimmo in macchina e andammo dritti verso un'enorme villa, la casa era piena di gente e la maggior parte di loro stava ballando mentre gli altri bevevano e fumavano, sparpagliati per tutta la casa e il giardino.
Quando riuscimmo a trovare un divanetto libero ci sedemmo e io e Sophie iniziammo a parlare mentre Gabriel e Jace andaro a prendere da bere.
«Ieri sera sei sparita, non ti ho più vista, mi stavo preoccupando. Ti avrei potuto accompagnare io a casa, come sei tornata?» disse parlando così veloce che per me fu difficile seguirla.
«Scusami mi girava molto la testa e Jace si è offerto di accompagnarmi»
«Jace?» chiese spalancando gli occhi.
«Si, perchè?»
«Oh, no no niente è solo molto strano» concluse gesticolando con la mano come a scacciare via dalla sua testa quello che voleva dire.

Prima che potessi ribattere ritornarono con i bicchieri in mano, seguiti da Ashley che teneva per meno Jace.
Il mio cuore sobbalzò, Gabriel mi porse il bicchiere pieno di birra, lo afferrai e uscii fuori dalla casa a passo svelto, sfoggiando uno dei miei sorrisi più falsi rivolti a Ashley e Jace. Sophie mi corse dietro, preoccupata per me.
«Ehi ma che ti prende» mi chiese abbracciandomi.
Nonostante la conoscessi da poco tempo, un gesto così non me lo aspettavo. Ero sempre stata una persona fredda, che non mostrava mai le sue emozioni/sentimenti, e le relazioni di amicizia ne avevano sempre risentito in passato.
«Niente, solo mi sta antipatica quella lì..hai una sigaretta Sophie?» chiesi nella speranza che la mia richiesta la spiazzasse e non saremmo tornate sull'argomento Ashley-Jace.
«S-si, non pensavo fumassi» disse allungandomi una sigaretta presa dal pacchetto.
«Non sai tante cose di me» dissi accendendo la sigaretta e sputando fuori una grande nuvola di fumo.
In effetti non sapeva quasi niente di me, nell'ultimo anno ero cambiata completamente. Le cazzate le avevo fatte anche io e parecchie pure, mia madre ne aveva passate tante e mi ci ero messa anche io, tutto nella speranza di ricevere da mio padre delle attenzioni che purtroppo non arrivarono mai.

«Cat! Cat!» mi agitò davati la mano.
«Si Sophie scusami» dissi sbattendo veloce gli occhi.
«Neanche a me sta simpatica Ashley, quindi sono dalla tua parte Cat» disse strofinandomi un braccio dietro la schiena.
«Come?»
«Si è una puttanella, ci prova con tutti e l'anno scorso è andata a letto con il ragazzo di una sua amica, forse l'unica che aveva.»
Quelle parole mi tirarono su facendomi divertire molto e la mia rabbia, parlando con Sophie, iniziava a sparire lentamente.
La conversazione finì con grosse risate e decidemmo di rientrare soltanto una volta finite quasi tutte le sigarette.

Jace era sparito, così come Ashley, ma provai a non dargli troppa importanza, decisi di non pensarlo e di divertirmi.
Gabriel si trovava con Max, Emily e Scott su un divanetto e quando ci andammo a sedere accanto a loro, proposero un gioco:
"VERO O FALSO".
«Non so come si gioca» dissi richiamando l'attenzione di tutti mentre stavano preparando i bicchieri.
«Tranquilla, non è difficile, devi dire tre frasi su te stessa due vere e una falsa. Se indoviniamo la frase falsa che hai detto bevi te, altrimenti beviamo noi.» mi spiegò Gabriel.
Era così gentile con me, mi rivolgeva sempre dei grandi sorrisi quando mi vedeva a disagio o in difficoltà e lo apprezzavo molto.
«Bene, iniziamo!» urlò Sophie.

Il girò stava per finire e stava per toccare a me, avevo già bevuto 3 volte, non era semplice capire quali cose in realtà non erano vere e non avevano mai fatto, non li conoscevo bene e per me era difficile ma loro si divertivano e vederli scherzare e ridere era bellissimo, finalmente sentivo di far parte di qualcosa.
Il giocò finì più in fretta del previsto e fortunatamente non ne uscii ubriaca come la sera precedente, l'alcol nel mio corpo mi faceva sentire più tranquilla ma non stava prendendo il sopravvento sui miei pensieri.
Vidi Jace e Ashley scendere dalle scale e avvicinarsi a noi, Sophie mi lanciò un'occhiata e mi strinse la mano per darmi coraggio.
Non li degnai di uno sguardo, cotinuai a parlare con gli altri e feci finta che Jace non fosse lì, proprio come faceva lui ed ero soddisfatta di me stessa.
Presi il telefono per controllare che ora si fosse fatta ed erano soltanto le 11:00 decisi di uscire a chiamare mio fratello per avvisarlo che sarei tornata più tardi ma non rispose.
Si sarà addormentato, pensai.
Decisi di rientrare e chiedere a Sophie se mi avrebbe potuto riaccompagnare.
La cercai per 10 minuti in mezzo a tutta quella gente ma sembrava sparita, uscii nel grande giardino che circondava la casa e lo percorsi tutto nella speranza di trovarla a fumare una sigaretta, ma non fu così.
Al posto di Sophie però vidi Jace intento a parlare con Ashley in un angolo buio e forse non stavano solo parlando.
Mi girai in fretta e tornai indietro nella speranza di non essere stata vista, ma non andò come speravo perchè mi sentii chiamare da Jace e improvvisamente il mio corpo si bloccò.
Jace mi corse in contro e io rimasi ferma davanti a lui aspettando che dicesse qualcosa.
Non lo guardai negli occhi ma mi fissai sul suo corpo, era perfetto, dalla maglietta grigio chiaro si intravedevano i tatuaggi che dal braccio sinistro proseguivano su per il petto.
Mi stavano passando per la testa pensieri sconci, non era da me, così decisi di guardarlo negli occhi sperando che avrebbe interrotto presto quel silenzio straziante.

Mi ricorderò per sempre di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora