Esausta delle sue risate e urla continue, mi misi l'anima in pace, scesi di sotto per prendere un bicchiere d'acqua e trovai la televisione accesa. Beatrice non sembrava seguirla molto e sembrava molto più occupata a disegnare e colorare su diversi fogli sparsi per tutto il pavimento.
Mi avvicinai per vedere meglio cosa stesse disegnando ma quando si girò e mi vide non fece a meno di correre verso di me e porgermi dei colori in mano.
Mi limitai a fare un debole sorriso e presi i colori sedendomi con lei sul parquet del salone.
«Ti va di disegnare con me?» chiese lei, passandomi un foglio bianco che sfilai piano dalle sue mani.
«Non sono molto brava.. ma ci posso provare» dissi piano accennando un sorriso «la tua mamma?» continuai.
«È lì a parlare con una persona» disse indicando lo studio di mio padre la quale porta era socchiusa.Continuai a vederla disegnare provando a fare lo stesso ma la mia testa era da tutt'altra parte che passava dal vedere il volto di Jace a quello della piccola Beatrice che rendeva tutto molto più strano e imbarazzante.
«Ti piace?» mi chiese sventolandomi il foglio di fronte agli occhi, richiamandomi dai miei pensieri.Alzai gli occhi e sul foglio, c'erano disegnate una bambina con capelli ricci che teneva per mano un'altra molto più alta di lei con lunghi capelli biondi e una faccia sorridente.
«Siamo noi» disse.
Rimasi spiazzata ma per fortuna Paula uscì dallo studio in quel preciso momento, salvandomi dall'imbarazzo e dalle mie mancate risposte.«Oh, Cat non pensavo di trovarti qui. Hai un aspetto così..» non gli diedi il tempo di finire la frase che la fermai.
«Sono solo stanca» dissi agitando la mano in modo da non farla preoccupare.
«Allora vai a riposare, ti porterò la cena più tardi, in camera.»Non risposi, salii di fretta le scale e entrando in camera mi buttai sul letto esausta di tutto. Avrei dovuto studiare, continuare ad andare avanti avvantaggiandomi ma non ne ero in grado. La mia testa era in tilt, non ragionavo più per il sonno, la stanchezza, e mentre mille pensieri attraversavano la mia mente riuscii ad addormentarmi crollando in un sonno profondo.
Cazzo, cazzo, cazzo!
Sono le dieci del mattino, ormai ho saltato la metà delle lezioni che avevo oggi.
Non mi sono resa conto nemmeno della mia sveglia, com' è possibile?
Affranta, decisi che ormai era inutile andare a lezione così optai per passare una giornata in completo relax e prepararmi psicologicamente per la serata che avrei dovuto affrontare.
A causa della festa organizzata da Jace, alla quale ero stata invitata solo per pena, ero molto nervosa.
Il fatto che lui dopo quel bacio non si sia più fatto sentire e vedere mi provocava un forte dolore al petto, forse di quel ragazzo mi iniziava a importare davvero.
Mi feci una doccia continuando a pensarlo e pensando al momento in cui mi aveva baciato,
era stato così strano e perfetto, non riuscivo a toglierlo dalla mente.Scesi di sotto e mi preparai dei semplici hamburger con un po' di patatine fritte e una volta finito di sistemare la cucina presi il telefono e scrissi a Sophie.
Se questa sera sarei dovuta andare alla festa, avrei avuto bisogno di consigli e aiuti.
Cosa avrei dovuto mettere?
Mi servirebbe un vestito, quelli che ho mi fanno sembrare un ragazzina e do' l'impressione di essere docile e insicura, non voglio sembrare così a gli occhi di Jace.Sophie accettò di accompagnarmi al centro commerciale e sembrava molto entusiasta, sarebbe stata qui entro cinque minuti, dovevo sbrigarmi. Mi andai a vestire in fretta, e dopo essermi messa un semplice jeans e una maglietta scesi velocemente, afferrai la borsa e in un batter d'occhio ero fuori di casa.
Sophie continuava incessantemente a suonare il clacson finché non salii in macchina.
In pochi minuti eravamo dentro il parcheggio del grande centro commerciale, che, a giudicare dalle macchine che c'erano sembrava pienissimo.Era proprio così, si faceva fatica persino a camminare e riuscire ad entrare in un negozio era proprio un impresa ardua, Sophie però mi trascinava da un negozio a l'altro facendosi spazio tra la gente con spallate e spintoni.
La vedevo continuare a prendere vestiti su vestiti che mi porse in mano, facendomi entrare in un camerino.
«Provali tutti!» urlò chiudendo le tende.
Avevo tre vestiti da provare e tutti quanti erano molto corti e scollati, non proprio il mio genere ma decisi comunque di fare un tentativo. Il primo vestito era di un fucsia acceso con un lungo spacco che partiva dalla coscia era stretto era impossibile muoversi senza che si intravedesse il mio lato B. Il secondo era un po' più lungo degli altri, pieno di paillettes argentate, ma la scollatura davanti lasciava intravedere troppo il mio seno e non mi sentivo proprio a mio agio.
Il terzo era una via di mezzo, di un nero lucido, non cortissimo e la scollatura del petto non molto pronunciata, l'unica cosa era che dietro lasciava la schiena nuda però poteva tranquillamente essere nascosta dai lunghi capelli.
STAI LEGGENDO
Mi ricorderò per sempre di te
RomanceCatherine, detta Cat, si trova costretta a vivere a casa del padre con il quale non è mai andata d'accordo . Fortunatamente, suo fratello gemello Alexander è lì con lei, ma anche qualcun'altro entrerà a far parte della sua vita, stravolgendola compl...