34. Do you believe in me?

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ZAYN'S POV

Era da un po' di giorni che Camille era strana. Era diventata scostante, come se tutto quello che si facesse a scuola, qualsiasi cosa organizzassimo coi ragazzi e qualsiasi cosa le dicessi io le interessasse di meno, come se avesse sempre qualcosa di più importante da fare e me lo tenesse nascosto.

Mentre stavo seduto sul divano in un piovoso martedì sera, iniziai ad analizzare i miei comportamenti e a cercare di capire in cosa avessi sbagliato, se mi fossi dimenticato di qualcosa di cui avremmo dovuto festeggiare, se avessi alzato per sbaglio la voce o se inavvertitamente avessi potuto dire qualcosa che l'avesse ferita, ma non riuscii a ricordarmi di nulla di sbagliato e continuai a stare seduto sul divano a lanciare la pallina a Ulisse, mentre fuori continuava a piovere.

Avevo chiamato la mia ragazza qualche ora prima, e lei mi aveva detto che per la terza volta in quella settimana sarebbe uscita con Britt, staccandomi il telefono in faccia dopo il mio 'okay, allora a domani'. E l'aveva fatto perchè non sapeva mentire, e se avessi cominciato a chiderle dove andasse o cosa dovesse fare probabilmente non sarebbe riuscita a rispondermi.

Il piccolo labrador bianco mi saltò sulle gambe e comincio a leccarmi, come a volermi rassicurare che fosse tutto apposto.

"Vorrei tanto capire cosa c'è nella testa della tua padroncina" mormorai al mio piccolo amico, accarezzandogli la testa mentre lui scodinzolava felicemente.

Passai un paio d'ore a parlare da solo e ad elaborare le teorie più improbabili che spiegassero senza farmi troppo male perchè la persona che amavo si stesse allontanando da me, poi una voce familiare gridò dall'uscio un 'Sono a casa!' e dovetti fingere di stare tranquillo, perchè non mi andava di parlarne. Avevo paura di scoprire di non essere l'unico ad essermene accorto, di rendermi conto che non erano paranoie inutili quelle che mi stavo facendo ma che si basassero su qualcosa di concreto e terribilmente palese.

"Sei già tornato?" mi chiese il mio coinquilino, guardandomi sorprese. Forse si aspettava di trovare la casa vuota o di trovarmi con Camille.

"In realtà sono rimasto qui a giocare con Ulisse, faceva troppo freddo per portarlo a spasso, ma conto di rimediare domani dopo la scuola" sorrisi come se tutto fosse normale, mentre davo le spalle al mio migliore amico e lanciavo la pallina al labrador.

Lou mi guardò stranito.

"Com'era il film?" cercai di cambiare argomento, fingendomi interessato alla serata al cinema con Harry.

"Nel complesso carino, anche se non mi sono piaciuti tanto gli effetti speciali. Potevano essere fatti molto meglio" replicò, togliendosi la giacca e lanciandola sull'attaccapanni. Si avvicinò poi a me e mi guardò come se fosse pensieroso.

"E Camille?" chiese ancora, sedendosi su un bracciolo del divano e guardandomi con sguardo apprensivo.

"Aveva da fare con Brittany" risposi solamente, senza ricambiare lo sguardo e sentendo che non sarei riuscito a fingere ancora per molto quel tono di voce tranquillo e posato. Lui dovette capirlo perchè non rispose nulla, mi poggiò una mano sulla spalla e mi tirò verso di lui per abbracciarmi fortissimo.

E in quel momento pensai che il mio tipo di persone preferite erano quelle che non sempre sapevano cosa dire ma avevano chairissimo cosa fosse giusto fare e lo facevano, facendoti sentire meglio, dandoti una spalla su cui appoggiarti.

Anche io l'avevo fatto con Camille, ma forse lei non l'aveva capito. O forse, semplicemente, non le era bastato.

Per tutta la notte fui in preda ad incubi terribili. Possibile che dipendessi così tanto da lei? Era vero che non mi ero mai innamorato così, ma poteva essere che oramai non avevo un equilibrio, che nulla avesse senso, senza di lei?

Fight or Flight? || Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora