17. Scherzi infantili e richieste inaspettate

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"E così lui ti ha chiesto se quello fosse il vostro ultimo abbraccio, e tu gli hai detto di sì?" chiese incredula Izzie, ripetendo le mie ultime parole.

Annuii convinta. Ero al Sunrise con i ragazzi e non so come qualcuno aveva informato Britt del mio incontro con Luke, così, visto che ormai mi fidavo abbastanza anche di Niall e di Zayn, aprii l'argomento e spiegai loro cosa fosse successo, tra le occhiatacce del biondo e i commentini di Louis. Meglio sapere la versione originale da me, che quella travisata dai pettegoli di Bradford, che di sicuro mi dicevano già sposata col biondo e al terzo mese di gravidanza.

"Mi ha augurato buona vita e se n'è andato. Capitolo chiuso, finalmente" affermai solennemente, mentre Britt esultava e Jessy mi guardava sollevata.

Anche il biondo e il riccio espressero la loro approvazione, mentre castano si limitò ad annuire sorridendo e ad alzare il pollice.

L'unico che non battè ciglio fu Zayn, seduto accanto a me, che sembrava essere concentrato solo sulla birra che stava bevendo e sulle crepe del tavolo sul quale era seduto. Era già arrivato un po' nervoso, l'avevo notato dal modo in cui ci aveva salutati, ma quando si era aperta la parentesi Luke la sua mente era volata chissà dove e la sua bocca si era tappata del tutto, per una volta. Proprio quando mi aspettavo insulti, o commenti acidi, o semplici sguardi contrariati, non ebbi altro che disinteresse da quel ragazzo.

Non l'avrei mai capito.

Cambiammo argomento e il resto della serata passò in fretta, tra stuzzichini e racconti di come io e Niall ci fossimo cacciati quasi nei guai il terzo giorno di scuola.

Avevamo infatti voluto sperimentare con i professori lo scherzo storico della colla sulla sedia, l'unico che entrambi avevamo ritenuto così stupido da poterlo proporre solo poco prima del diploma, giusto per testare quanto eravamo cresciuti in quei cinque anni. Lui si era occupato di passare sulle sedie della sala professori un po' di colla a caldo ad ogni cambio dell'ora mentre io facevo il palo e devo dire che, su venti insegnanti mirati, i sedici rimasti attaccati era un bel risultato.

Il problema era stato scappare quando il bidello ci aveva praticamente beccati ad imbrattare le stanza (questi bidelli non vogliono fare proprio un cazzo!), ma per fortuna eravamo stati più veloci a raggiungere il cortile e non ci aveva visto in viso.

Alle undici e mezza decidemmo che era ora di tornare a casa, visto che comunque il giorno dopo saremmo dovuti andare a scuola e bisognava dormire per poter affrontare sei lunghissime ore di lezione. Che poi io non avrei dormito comunque, ma fortunatamente nessuno soffriva di insonnia a parte me e non potevo di certo obbligare gli altri a rimanere al locale.

Visto che Zayn non aveva nemmeno sorriso all'udire delle mie avventure col biondo e stavo iniziando decisamente a preoccuparmi, una volta raggiunto il parcheggio decisi di avvicinarmi a lui e chiedergli se mi potesse accompagnare a casa. Magari durante il tragitto mi avrebbe rivolto la parola.

"Okay" disse soltanto, porgedomi il casco. Salii in sella e mi strinsi ai suoi addominali, facendo aderire il mio busto alla sua schiena, e dopo aver fatto un saluto generale partimmo.

"Che hai?" chiesi appena fummo in strada. Non mi piaceva quell'aria pesante che si era venuta a creare fra di noi, avevo fatto tanto per farmi andare bene il suo carattere del cazzo creando quella specie di amicizia e adesso smetteva di parlarmi all'improvviso?

Eppure non capivo perchè me ne curavo così tanto, insomma, ciò che mi aveva detto qualche tempo prima era vero, ero sempre stata io a mettere i paletti con lui per far sì che non entrasse nella mia sfera persona e rompesse il cazzo. Per cui, non avrei dovuto importarmi del suo giudizio, come non mi importavo di quello degli altri, e se non voleva parlarmi perchè i suoi ultimi due neuroni si erano suicidati per solitudine non avrei dovuto farne un dramma.

Fight or Flight? || Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora