Michael

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Rientrati a casa, mi sistemo sotto le coperte aspettando che la mia ragazza venga a sistemarsi affianco a me.

Amo quando si stringe forte a me. Come se si sentisse protetta. Come se fossi io il suo punto fermo, che non la lascia crollare.

«Stanco?» mi richiama uscendo dal bagno e legandosi i capelli in una coda, mentre io mi soffermo ad ammirarla intensamente.

Non so come sia possibile che una ragazza come lei, abbia scelto proprio me. Un ragazzo che in fin dei conti non ha granché di speciale.

«Perché? Perché io?» le chiedo, dando voce ai miei pensieri.

«Perché tu, cosa?» mi chiede confusa mentre si infila anche lei sotto le coperte, al mio fianco.

«Perché hai scelto me? Cioè, voglio dire cosa ti ha fatto che capire che io ero quello giusto. Non sono attraente, non ho un fisico scolpito, non sono intelligente come gli altri o come te, non so fare niente di particolare nella vita. Perché mi hai scelto?»

«Lo vuoi veramente sapere? -annuisco, pronto a sentire la risposta ai miei pensieri- Una ragione specifica non c'è perché ti ho scelto. L'ho fatto e basta. Sei una delle persone che mi ha colpito di più, ma non so su quale base. È stata un'attrazione particolare che ho sentito e poi anche il fatto di avere praticamente tutto in comune ha aumentato il sentimento.

Quando quel giorno mi chiesi di uscire per la prima volta per andarci a vedere un film al cinema, io stavo letteralmente morendo perché non mi sarei mai aspettata che tu, proprio tu chiedessi a me di uscire. A volte non si hanno motivi precisi, sono le emozioni che provi nel vedere la persona che ti portano a capirlo. Poi questa storia che non sei attraente me la devi spiegare?

Tu sei magnifico -avvicinandosi più a me e accarezzandomi il viso con il suo tocco delicato- sei la persona più importante della mia vita, quella che mi dà la forza di non crollare mai e ti amo alla follia per questo, anche se non te lo dimostro abbastanza.»

«Sarah -sospiro, voltandomi più verso di lei e guardandola fisso negli occhi- sposami

«C-cosa?» esclama sorpresa dalla mia richiesta.

Quest'idea è da un po' che mi balena in testa, solo che non sapevo se fosse giusto o no. Perché da cretino che sono, non avevo ancora veramente capito dopo anni, che mi ama tanto quanto io ami lei.

«Non devi per forz...»

«No! -mi interrompe nel bel mezzo della frase- Lo voglio. Voglio sposarti. Domani mattina, andiamo e lo facciamo. Una cosa tra noi, senza dire niente a nessuno. Lo diremo quando sarà già tutto fatto» Esclama tutta entusiasta.

«Tutto quello che vuoi. Adesso fai l'amore con me. Voglio sentirti mia. Più di quanto tu non lo sia già» non faccio in tempo a finire di parlare, che si fionda sulle mie labbra immediatamente.

La amo troppo e la amerò sempre.

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«Amore? Svegliati!» chiamo dolcemente la mia ragazza, accoccolata al mio petto.

La notte precedente è stato qualcosa di magnifico, che non riesco nemmeno a spiegare. L'amore che ci ha travolti è stato qualcosa di unico, come se tutti gli anni che abbiamo passato insieme non fossero mai esistiti. Meglio della prima volta che ci siamo amati. No, forse un po' meno di quella notte ma ci stava comunque vicino. Quella notte penso che sia insuperabile e indimenticabile.

Mi ha trasmesso un'emozione assurda e sono grato che sia lei, la persona accanto a me.

«Dai, non ti ricordi dove dobbiamo andare stamattina? O già ci hai ripensato?» chiedo con voce bassa, mentre le accarezzo il viso.

«Mai» sussurra lei con voce assonnata, mentre mi accarezza il petto dove è appoggiata.

«Bene, allora alza il tuo bellissimo culo e preparati.» La incoraggio, mentre mi alzo e vado a cercare qualcosa da indossare per la pazzia che stiamo andando a fare.

«Bel culo, Clifford!» esclama Sarah, dandomi una pacca su di esso quando mi passa affianco per entrare in bagno.

«Non ci mettere troppo, o rischiamo che si sveglieranno tutti e poi è un casino. Lo sai come sono i nostri amici» Le urlo da fuori la porta, mentre mi infilo la camicia. La conosco e so anche che ci potrebbe impiegare tranquillamente un'eternità.

«No, tranquillo. Giuro che farò veloce!» mi urla lei dall'altra parte.

«Lo spero o giuro che vado a sposarmi da solo» la avviso, ridacchiando al pensiero.

«Non ti azzardare -fa capolino dalla porta del bagno- tu sposi me e basta» conclude richiudendosi dentro.

Dopo mezz'ora che è riuscita a prepararsi maledicendomi ogni minuto perché ha dovuto fare le cose in fretta, riusciamo ad incamminarci verso il luogo che ci legherà a vita.

Penso che non realizzerò la cosa fino a che non usciremo da lì dentro e vedrò la fede al dito. O forse neanche in quel caso, ma va bene lo stesso. 


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