Calum

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Oggi è una giornata magnifica. Hannah finalmente tornerà a casa e non dovrò più passare il mio tempo seduto su una sedia di plastica. Certo, dovrà comunque stare a riposo ma almeno stiamo a casa nostra.

In questi giorni hanno cercato di farla alzare e farla camminare, per vedere se riusciva a stare in piedi senza che sentisse ancora troppo dolore. La fasciatura che le hanno fatto con il busto è molto resistente e le permette di fare movimenti, come il mettersi seduta.

Per quanto riguarda il suo umore, non è per niente migliorato. La ferita è ancora delicata, ma comunque cerca di nasconderlo il più possibile. Specialmente in presenza dei nostri amici.

Ho appena finito di firmare tutti i moduli di dimissione e preso tutti i referti medici. Devo solo aspettare che la facciano uscire.

Dopo circa venti minuti, eccola. Mi fa strano pensare che finalmente potremmo tornare a casa nostra, dai nostri cagnolini, senza che stia allungata su un letto con tubi e macchinari intorno. Quei poveri cani li ho lasciati in mano di Luke e Michael e la cosa mi ha preoccupato molto in questi giorni. Una volta Michael gli aveva messo la birra nella ciotola al posto dell'acqua perché era l'unica cosa che aveva a portata di mano e non gli andava di arrivare fino al rubinetto dell'acqua. Menomale che me ne sono accorto subito.

«Mi raccomando niente sforzi ancora. Stia il più possibile a riposo. Faccia gli appositi controlli prescritti e vedrà che si rimetterà più in forma di prima. Arrivederci.» ci informa il medico che l'ha seguita per tutto il tempo.

«Non si preoccupi, farò ogni controllo e starò a riposo. Arrivederci» ribatte Hannah, aggrappandosi al mio braccio come sostegno e iniziando a fare dei passi verso l'uscita.

«Andiamo via. Non ne posso più di questo ospedale. C'è puzza di malato»

«Andiamo. Casa nostra ci aspetta.» le dico, andando via da quel posto.

Non siamo neanche usciti dall'ospedale, che già siamo dovuti ritornare

Non per Hannah fortunatamente, ma per Michael e Sarah.

Michael ha chiamato Luke, urlandogli al telefono che erano in ospedale. Non gli ha detto perché e questo ha fatto allarmare tutti ma alla fine era perché a quanto pare sono nati i gemelli e ora siamo qui a conoscerli.

Sono bellissimi e mi fa male il cuore.

Scaccio via i pensieri e torno a sorridere a Michael e Sarah, per la loro felicità.

Mentre Jade e Luke prendono in braccio la piccola Hailie, Hannah si fa passare il maschietto.

Vederla con in braccio un bambino è una scena meravigliosa. Vederla sorridere, alle piccole espressioni che gli riserva Jack, ai piccoli movimenti che fa agitando le piccole manine è magnifico.

Mi avvicino verso di lei e le circondo le spalle con un braccio, mentre lei prende posto su una sedia lì vicino. Mi rivolge uno sguardo e accenna un sorriso malinconico, e posso notare gli occhi diventarle lucidi.

Io lo so che tenere quel bambino la sta facendo soffrire. L'ho visto nei suoi occhi, l'ho percepito in quel suo mezzo sorriso forzato.

Non le dico niente perché non ci sono parole da dire. Niente e nessuno può sapere cosa le sta passando in questo momento. Tutte le emozioni che sta provando e tutti i pensieri che sta pensando. Nessuno. Nemmeno io che sono il suo ragazzo.

Mi avvicino di più a lei e le stampo un bacio sulla tempia e a quel mio gesto si fa scappare una lacrima che io affretto ad asciugare.

«Amore, stai tranquilla che anche noi avremo il nostro frugoletto da abbracciare e amare. Odio vederti in questo modo. Ma te lo prometto, che formeremo anche noi la nostra famiglia.» le sussurro nell'orecchio e lasciandole un bacio sulle labbra, mentre lei annuisce cercando di non farsi scappare altre lacrime.

«Dallo a me, Jack.» me lo passa e un sorriso involontario nasce sul mio viso e Hannah poggia la sua testa sul mio braccio.

È bellissimo e ha gli occhi di Sarah con i lineamenti di Michael.

Luke si avvicina a me, di nuovo con la piccola Hailie e, messi a confronto, sono uno spettacolo. La piccola ha gli occhi di Mike e sono magnifici su di lei.

Devo ammettere che hanno fatto dei capolavori quei due. Non me lo saprei mai aspettato che Michael ne sarebbe stato capace.

Ridacchio mentalmente al pensiero, per poi puntare il mio sguardo sul soggetto in questione, intento a tenere perfettamente la figlia tra le braccia dopo che Luke gliel'ha passata.

«Poi ti chiedi perché non te li lascio?» sospira rassegnata Sarah e io le porgo l'altro pargoletto.

«Scusate, ma l'orario di visita è terminato e i bambini devo riportarli al nido»

«Ma perché sempre quando tocca a me...» si lamenta di nuovo Mike, passando i bambini all'infermiera.

«Ah, un'altra cosa. Cognome e nome dei bambini? Devo registrarli.»

«Jack e Hailie Clifford. No, Hailie con ie finali. Ecco così.» spiega velocemente il mio amico alla donna in camice bianco.

«Perfetto. Arrivederci» saluta e va via.

«Noi, andiamo. Ci vediamo domani, ragazzi.» Luke e Jade salutano e lasciano la stanza, cosa che poi ci affrettiamo a fare anche io e la mia ragazza subito dopo.

«Cal. - mi richiama mentre siamo sul ciglio della porta di casa nostra. - Promettimi un'altra volta che un giorno anche noi riusciremo a formare la nostra famiglia. Ne ho realmente bisogno.»

«Te lo prometto con tutto il mio cuore» le confesso, posando le mie mani ai lati del suo candito viso e lasciandole un bacio prima sulla fronte poi sulle labbra e rientrando in casa.

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