Michael

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Guardo l'ora sul mio telefono e noto che sono le tre e mezza.

«Cazzo!» esclamo, finendo l'ultimo sorso di birra rimasto.

Pago ed esco da quel pub dove mi sono ritrovato, quando sono uscito. Dopo che Sarah mi ha lasciato l'anello sul tavolo e mi ha detto che se non cambio mi lascerà per sempre, avevo la mente offuscata e non avevo la minima idea di dove andare.

Ho solamente seguito le mie gambe fino a qui.

Inizio a camminare ma il telefono mi inizia a squillare.

Chi può essere a quest'ora della notte?

Rispondo e la voce di Sarah si fa spazio nelle mie orecchie.

Il mio cuore fa un balzo. Le sarà successo qualcosa di grave?

«Pronto?» biascico lentamente le parole. Non sono ubriaco, ma nemmeno lucido al 100%.

«Sei ubriaco?!» mi urla nelle orecchie mia moglie, con un tono quasi schifato.

«No. O forse un po'» rispondo, appoggiandomi ad un muretto per prendere un po' di aria.

«Sei un'idiota. Ti volevo informare che mentre tu sei a spassartela, Hannah ha fatto un incidente e Calum è a pezzi. Se ti interessa siamo all'ospedale. Ciao» mi riferisce e termina la telefonata senza neanche farmi ribattere.

Rimango scioccato e riprendendo un po' di coscienza, inizio a correre verso la meta.

Arrivo con il fiatone per via della corsa che mi sono fatto ed entro dall'ingresso. Noto una testa bionda, che riconosco essere mia moglie, seduta su una sedia che si asciuga le lacrime che le stavano scorrendo sul viso.

Mi nota, cerca di andarsene via, ma fatica un po' per via del pancione che cresce sempre più.

«No. Fermati. Non ti avvicinare di un altro passo.» mi avvisa e io faccio come mi ha detto.

«Sarah...» la richiamo abbassando lo sguardo.

«Sarah, un cazzo. Ti ho chiamato solo per informarti, niente più.» mi grida contro, attirando anche l'attenzione di qualche infermiera che passa nel corridoio.

«Possiamo parlare un attimo?» le chiedo. Supplicandola.

«Ti pare il momento e il luogo adatto? E poi non devo dirti niente. Anzi sì, una cosa c'è...-si ferma un secondo, per poi continuare a parlare- A casa per un periodo è meglio che non ci torni. Non penso ti faccia la differenza dato che sei praticamente assente. Ho intenzione di rivalutare il nostro matrimonio e in quanto ai tuoi figli, ci penserò una volta che saranno nati.»

«Cosa vorresti dire?» aggrotto le sopracciglia alle parole che ha appena pronunciato.

«Cosa non ti è chiaro? Sicuramente riceverai le carte di divorzio e i tuoi figli ancora non lo so. Certo non le riceverai subito perché, ovviamente, spero ancora che tu possa rimediare al casino che stai portando avanti. Ma se non dovesse cambiare niente, puoi benissimo dirmi addio. Per sempre»

Pronuncia le ultime parole, che non pensavo potessi mai sentire in vita mia da lei, e se ne va. Rimango solo in mezzo il corridoio, con le sue parole che mi continuano a ronzare nelle orecchie. L'ho fatta grossa e non posso lamentarmi delle decisioni che vuole prendere. Devo solo riprendermi e rimediare. 

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