CAPITOLO | 6

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"...cinque...".

Non salgo,ci mancherebbe altro.
Non ci penso nemmeno,se si azzarda a sfiorarmi gli farò passare i cinque minuti più brutti della sua vita.

"Vuoi giocare Brooklyn? Allora giochiamo".
Scende furiosamente dalla macchina dopo aver accostato e si avvicina minacciosamente incurante della pioggia incessante.

Mi tira per un braccio cercando di trascinarmi.
Per quanto io provi ad opporre resistenza lui resta comunque il più forte.

Cerco di urlare,ma lui mi tappa prontamente la bocca.
Mi prende di peso e mi lascia cadere poco delicatamente sul sedile posteriore della sua macchina.

La sua mano tappa ancora la mia bocca.
"Non fiatare,intesi? Prova a scappare o ad urlare e ti rinchiudo in casa,ordini di tuo fratello" mi guarda male prima di lasciarmi respirare.

Sale velocemente e mette in moto.
So che sto giocando con il fuoco,ma ho freddo e ho proprio voglia di riscaldarmi,quindi mi azzardo a stuzzicarlo nonostante la mia paura.
La mia mente malsana supera qualsiasi paura e il mio orgoglio di donna mi fa sentire forte,di certo non mi piego ai piedi di questo individuo.

"Da quando lei prende ordini da mio fratello?" sorrido beffarda.
"Non hai proprio paura,eh? Vedi di controllarti e evita di farmi domande,evita di parlare,okay?" Il suo sguardo è fisso sulla strada.

"E di chi dovrei avere paura? Di lei? Non mi faccia ridere,professor Malik!" sbotto irritata.
Stringe le mani sul volante fino a che le nocche delle sue mani diventano quasi bianche. Si sta trattenendo e questa lieve paura che si manifesta allo stomaco è al contempo pura adrenalina,amo il rischio,mi attira più di qualunque altra cosa.

"Non mi dare del 'lei' al di fuori dell'ambito scolastico,quante volte devo dirtelo Brooklyn?".
"Faccio come voglio,intesi? E ora dimmi dove stiamo andando,devo dire al tassista dove venirmi a prendere" lo sfido con lo sguardo nello specchietto.

"Ti ho detto di tacere,quindi chiudi quella boccaccia se non vuoi scatenare la mia ira!" quasi urla,guardandomi nello specchietto retrovisore intimidatoriamente.
Okay,forse ho esagerato,ora fa davvero paura.

Come opzione decido di stare zitta durante il tempo restante che impieghiamo per il viaggio fino alla meta a me sconosciuta.

Arriviamo in una zona davvero carina della città,una zona davvero tranquilla,circondata da villette con deliziosi giardini.

Zayn parcheggia nel box di una villa di colore rosso a due piani.
"Scendi,siamo arrivati a casa mia" ordina perentorio.
Non me lo faccio ripetere due volte,così facendo lo seguo.

Attraversiamo un vialetto fiorato e ben curato,avrei dovuto immaginarlo che è un uomo che ci tiene all'ordine e alla perfezione.
Appena entriamo un dolce profumo di vaniglia e miele mi inebria le narici. Amo questo profumo.

Sobbalzo al sentire degli strani rumori sospetti.
"Cos'è stato?" Sobbalzo allarmata avvicinandomi a lui.
"I diffusori per l'ambiente,abituatici,ce ne sono cinque solo in sala,amo pensare di vivere in un ambiente pulito e perennemente profumato" confessa mentre si toglie la giacca.
Anche maniaco della pulizia e del profumo,povera la sua ragazza,sarà sicuramente disperata con uno così.

A proposito di ragazze,non è che la sua fidanzata si ingelosisce se viene a conoscenza di me?
"Ma la tua ragazza non è gelo-" mi interrompe.
"Sono single da giorni. Vuoi toglierti la giacca o no?" sbuffa scocciato.

Ma è perennemente arrabbiato e scocciato questo? Che vita noiosa.

Gli porgo la mia giacca che appende prontamente all'appendiabiti insieme alla mia borsa.

Mr. MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora