CAPITOLO | 21

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Lancio un urlo aprendo gli occhi.
Mi sento stordita. Sbadiglio prendendo coscienza del posto in cui mi trovo.

Ma l'unica cosa che vedo é la testa di Zayn poggiata sulla mia pancia.
Sono ancora a casa sua,sul suo divano. Tiro un sospiro di sollievo al pensiero che sia stato tutto un sogno.

Io e Matt? Che schifo! Non sarebbe potuto accadere neanche in una delle più lontane galassie. Infatti accantono subito il trauma del sogno cercando di sopprimerlo nei meandri segreti della mia testa e mi concentro sul moro.

Non ricordo di essermi addormentata con lui accanto. Ricordo solo tutta la strana situazione che si stava creando.

Mi reggo da un gomito mentre l'altra mano affonda inevitabilmente tra i suoi capelli.
Mugugna qualcosa di incomprensibile prima di sollevarsi lentamente.

"Quando mi sono addormentata?" Domando ancora frastornata dal sogno.

"Mentre ti riempivo di teneri bacini,bimba cattiva!" Si prende gioco di me nascondendo il viso nell'incavo del mio collo scaturendo in me forti scosse di brividi.

All'improvviso si alza e mi fa cenno di seguirlo.
Esitante mi avvio e lo raggiungo dall'altra parte del salotto.

Solleva come una tenda scoprendo un meraviglioso camino fatto interamente in vetro.

"Siediti pure,arrivo subito" mi accomodo mentre attendo il suo arrivo cercando di capire cos'ha in mente.

Torna con una cassetta piena di legna e una felpa sulla spalla.
"Tieni,indossa questa. Non voglio che tu prenda troppo freddo" esclama porgendomi la sua felpa. In imbarazzo la prendo e la indosso notando con gran piacere che è davvero calda.

Ogni suo singolo movimento risulta essere rilassante alla mia vista. La sua maestria nell'accendere il fuoco conferma la sua personalità dalle mille risorse.

Una volta acceso si siede al mio fianco e un lieve tepore si spande nel petto.

"Il fuoco mi ricorda mio fratello. Lui era così,pieno di vita,caldo. Era una di quelle persone che in una relazione di qualsiasi tipo dava sempre più di quello che umanamente sarebbe mai riuscito a dare. Se lo ferivi, però, rischiavi di bruciarti seriamente. Era determinato. Per lui non esisteva una via di mezzo. O era bianco o era nero. Non amava le mezze misure, vedeva sempre il bicchiere mezzo pieno. Aveva una soluzione a tutto. Amava la musica e la famiglia. Era folle e paradossalmente coscienzioso al contempo. Non faceva mai le cose tanto per farle, le faceva perché sapeva ciò che voleva dalla vita. Era responsabile, era fin troppo responsabile. Aveva dei princìpi e li rispettava perché amava rispettare se stesso. Credeva che se per primo non si fosse rispettato lui non avrebbe mai rispettato gli altri. Di fatto si è sposato giovane. La sua meravigliosa e spettacolare moglie Rachele vive a due isolati da qui. Insieme hanno avuto un fantastico bimbo, Noah. Loro due sono ciò che mi è rimasto della mia famiglia. Non vedo i miei genitori da anni, li sento ogni tanto, ma è davvero difficile. Dopo il fatto di mio fratello c'è stato un gran distacco, quasi come se avessimo capito le necessità di ognuno di andare avanti come se nulla fosse.
Mi sento in dovere di prendermi cura di Noah e Rachele. Ci vediamo spesso in settimana, ecco spiegato il motivo per cui mi ritrovo molte sue cose per casa tra le quali le salviettine struccanti, e altrettanto spesso vado a prendere Noah per portarlo con me. Non mi sento per alcun motivo in obbligo. Credo che in questo periodo della vita per i bambini, o ragazzi che siano, sia importante avere una figura maschile al proprio fianco con cui confrontarsi, con la quale sentirsi capito. Senza nulla togliere a Rachele che è una ragazza straordinaria. É unica, è meravigliosa e prima di tutto è una donna forte. Però so che in questo momento della loro vita hanno bisogno di me tanto quanto io ho bisogno di loro. E amo questo posto della casa anche perché è qui che passo assieme a loro le più belle serate" conclude rilassandosi sul posto.

Mr. MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora