CAPITOLO | 8

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"È iniziato tutto cinque anni fa".

Fa una lunga pausa prima di continuare.

"Tutto sembrava andare bene,come sempre d'altronde,non avrei mai immaginato ciò che sarebbe potuto succedere.

Hai presente quando sei convinto e sicuro delle tue scelte talmente tanto da pentirtene i cinque minuti dopo averle messe in atto?

Sono andato incontro alla mia fine con la certezza che sarebbe stato meglio per tutti. Non capivo cosa mi stesse succedendo,non sono mai riuscito a parlarne e tuttora sono reduce dalla mia guerra interiore.

Cominciai a sentirmi fuori luogo anche a casa mia. Mi sentivo inutile,parlavo molto,ma mai di me.

Preferivo non esternare ciò che stava accadendo dentro di me e celarlo dietro ad un sorriso,e a quanto pare,ha funzionato molto bene. Stavo costruendo il mio muro di difesa. Ti chiederai,da chi? Beh,da me stesso.

Vivevo con l'insoddisfazione delle mie scelte,dei miei progetti che ritenevo irrealizzabili .

Non capivo perché gli altri volevano e ci riuscivano mentre io sembravo essere con i piedi nelle sabbie mobili.

Mi sentivo frenato da qualcosa,limiti che la mia mente si autoponeva. E sai,la cosa più brutta è stata che nonostante ciò non reagivo. Mi mettevo sul letto a poltrire e a far lavorare la mia mente,i miei pensieri,i miei limiti.

La mia vita si stava basando su quei pensieri,come se sarebbero potuti essere qualcosa per mandarla avanti,ma paradossalmente la stavano disintegrando. Quei pensieri cominciarono a trasformarsi in depressione.

Non una depressione da coma,una cosa che ti brucia dentro,ti si infiamma lo stomaco e ti sale l'acidità alla gola perché tu e tu medesimo sei il solo con cui puoi prendertela. Credevo di essere diventato pazzo.

Tu sei stata l'unica motivazione per cui ho resistito un altro paio di anni qui. Quando uscivo con te pensavo a divertirmi e a vederti felice.

Quei pensieri diventavano momentaneamente eresie per me e ogni volta speravo di tornare a casa con la consapevolezza che c'eri tu a potermi tirare fuori dalla mia stessa ragnatela.

Mi sentivo utile al tuo fianco.

Invece mi illudevo per quelle poche ore che tutto sarebbe potuto andare per il verso giusto,capisci Brook? Non potevo continuare a vivere in quel modo,sarebbe stato l'inizio della mia fine. Così ho preferito scappare e l'ho fatto.

Me ne sono andato lasciandoti qui con una misera lettera di addio. E quelle poche parole per te senza significato,mi sono costate giorni e giorni di penne con l'inchiostro finito,cestini pieni di fogli appallottati e tanto sforzo mentale.

Ma soprattutto il mio cuore in frantumi. Ti sto parlando con la più pura sincerità di questo mondo. Sai quanto è difficile per me aprirmi e mostrare come sto.

Non potevo farti questo,tu eri poggiata a me,ti avevo porto il mio braccio destro e se io fossi caduto definitivamente tu lo avresti fatto di conseguenza. Ho preferito farti camminare da sola per la tua strada,mentre io ho preferito fare un cammino diverso.

Perché credevo e credo ancora che sia stata la scelta migliore che abbia mai preso.
Me ne sono andato in America,a Seattle e ci sono rimasto per questi ultimi tre anni fino a poche settimane fa.

Lì mi sono rifatto una vita,uscivo sempre per pensare il meno possibile. Stavo cambiando,mi sono dato un'altra possibilità.

È stato lì che ho conosciuto Zayn e la sua compagnia se è questo che ti chiedi da quella sera al Diamond. Lui era lì per affari,io in cerca di divertimento.

Mr. MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora