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Era arrivato il giorno.
Ero nervosa! Mio zio e Gonzalo avevano insistito per farmi assistere alla partita dalla panchina.
Sebastian non avrebbe giocato quella partita ma avrebbe assistito dalla tribuna.

"Amore non muoverti di qui se non sei accompagnata. Non devi incontrarlo!"
"Ma tu e Simone vi siete messi d'accordo?" dissi mostrando il messaggio che diceva le stesse parole
"Sta attenta io ti tengo d'occhio!" Risposi con un bacio e dopo pochi secondi l'arbitro fischiò l'inizio della partita.
Passarono 35 minuti e Gonzalo portò la Juventus in vantaggio; amo quando sengna, amo vedere tutti i compagni saltarli addosso per esultare, amò tutto ciò che lo riguarda e amo che dopo aver segnato e dopo aver esultato con gli altri viene verso la mia postazione e mi indica.
Dopo pochi minuti dall'inizio del secondo tempo sentì il mio cellulare squillare era Bea
"Zio entro un attimo, devo rispondere al cellulare"
"Fa presto o vengo a cercarti"
"D'accordo" dissi quasi rassegnata E alzando gli occhi al cielo
Entro in un corridoio e rispondo
"Bea dimmi"
"Tesoro come stai? L'hai visto?"
"Non l'ho visto e non vovlko vederlo" dissi sicura
"Ne sei certa? Ed ora che mi hai qui davanti a te cosa ti provoco?" sento una voce alle mie spalle e mi si raggela il sangue
"Bea è qui. Ti chiamo dopo devo tornare da mio zio" Chiusi la chiamata e cercai di tornate in panchina
"Dove vai? Sofia rimani qui. Sono due anni che non ti vedo e che non ho tue notizie"
"E così deve continuare ad essere" dissi fredda cercando di andare
"No aspetta! Per favore" mi prese per un braccio e mi immobilizzai dandoli le spalle, lo sentì avvicinarsi e poggiare le sue mani sui miei fianchi, sentivo il suo corpo contro il mio, iniziai a sentire le lacrime scendere sulle mie guance
"Non voglio farti del male. Ho sbagliato in passato, ma voglio passare un'altra notte con te! Non ti farò del male" mi strinse più a lui
"Io.. Io.. Ti prego.. Lasciami andare" dissi singhiozzando
"Girati!" disse strattonandomi il braccio per farmi girare
"Non piangere" le sue mani iniziarono a perlustrare il mio corpo inerme; non riuscivo neanche ad urlare o ad allontarlo da me, ero jmmobile.
Iniziò a baciare il mio collo
"Ti prego smettila"
"Nessuno può toccarti! Quell'argentino non deve metterti le mani addosso, solo io so cosa ti piace, solo io so quali sono i tuoi punti deboli" disse mettendo la mano sotto la mia gonna.
Ero inerme, mi avrebbe violentata ancora e nessuno mi avrebbe salvata.
Avevo gli occhi chiusi e all'improvviso non sentì più il suo tocco e il suo fiato su di me.
Aprì gli occhi e vidi Sebastian sdraiato dolorante sul pavimento.

Gonzalo

Era iniziato il secondo tempo della partita e dopo 10 minuti alzai lo sguardo verso la mia Sofi e la vidi allontanarsi dalla panchina intenta a parlare al cellulare; qualche sgabello più su vidi Sebastian alzarsi e seguirla, mi si raggelò il sangue, dove andava? Perché si era allontanata dalla panchina? Le avevo chiesto esplicitamente di non farlo per nessuna ragione al mondo.
Feci segno a Massimiliano di cambiarmi ma non capendone il motivo mi disse che dovevo rimanere in campo.
Dovevo fare qualcosa o le avrebbe fatto del male.
Insegui il pallone ai piedi dell'avversario ed entrai in maniera fallosa sui suoi piedi; cartellino giallo; non bastava! Iniziai ad insultare l'arbitro che dopo qualche richiamo verbale mi mostrò il rosso. Perfetto! A fine partita mi sarei scusato e avrei spiegato la situazione.
Corsi verso la panchina
"Dove cazzo è Sofia?"
"Era qui un attimo fa" disse Max in un mix di emozioni tra arrabbiato e preoccupato
"L'ho visto seguirla dovevo farlo!" urlai
"Perché non l'avete controllata?" dissi andando verso la direzione dove avevo visto entrare lei!
Entrai urlando a gran voce il suo nome ma nessuna risposta.
Corsi per i lunghi corridoi dello Juventus Stadium finché non sentì delle voci provenire da una porta presente alla mia destra
"Ti prego smettila"
"Nessuno può toccarti! Quell'argentino non deve metterti le mani addosso, solo io so cosa ti piace, solo io so quali sono i tuoi punti deboli"
Entrai e sferrai un pugno in pieno volto a quell'essere.
Era lì che si copriva il volto terrorizzata e piangente
"Amore mio, vieni qui. Non piangere" mi avvicinai a lei e la presi tra le mie braccia
"Ma tu che ci fai qui?" piangeva e singhiozzava
"Vi ho visti dal campo e mi sono fatto espellere ed eccomi qui. Non dovevi allontanarti! Ho avuto paura! Io ho paura ogni qual volta tu ti allontani da me. Ho paura che qualcuno possa farti del male o portarti via da me. Sofi io ti amo e farò di tutto per proteggerti" mi guardò asciugandosi le ultime lacrime e mi sorride; il suo sorriso, morirei per quel sorriso.

La partita era finita ed avevamo vinto, ovviamente tutte le testate giornalistiche vollero parlare con me del mio gesto.
La sala stampa era piena di giornalisti e fotografi; presi posto e mi preparai alle mille domande.

"Signor Higuain, lei non è mai stato un giocatore violento e non ha mai fatto un fallo da meritare un rosso o non ha mai contestato una decisione arbitrale. Cosa ha scaturito questo suo gesto?"
"Innanzitutto buonasera a tutti. Sapete" mentre parlavo guardavo la mia donna, le avevo chiesto di seguirmi in sala stampa così da non perderla di vista
"Io sono un uomo; e per me l'uomo ha un compito importante nella sua vita, deve proteggere ciò che ama, la sua famiglia, i suoi figli, la sua donna. Io calciatore ho sbagliato nel fare ciò che ho fatto ma il Gonzalo uomo doveva sbagliare per proteggere la sua donna; sapete, lei è tutto per me, io passerei la vita a proteggerla. Senza di lei nulla avrebbe più senso e se sono ciò che sono devo solo a lei" dissi continuando a guardarla

Sofia

Aveva fatto quel discorso. Non badava a ciò che aveva fatto, lui lo aveva fatto per me e per proteggermi.
Mi guardava e io sorrodevo come un ebete mimandoli un 'ti amo'.

Come vi sembra????? ❤

Sarò Felice Solo Tra Le Tue BracciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora