Medicine

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Sto di nuovo correndo, ma stavolta sono cosciente. So di essere in un sogno, lo stesso sogno che mi perseguita da mesi. Nonostante sia sempre la stessa situazione, nonostante io sappia che anche se corro non riuscirò mai a distanziare il mio inseguitore, continuo a correre. Non sento la stanchezza e scappo più velocemente possibile, ma nulla, lui è ancora lì.
Lo guardo, ed è più vicino.
Sempre più vicino.
Il suo viso prende forma.
Dove ho già visto quel viso?
Lui...
-Ah!- mi alzo di colpo e fisso il muro bianco davanti a me, con le gocce di sudore che mi imperlano la fronte.
Avevo ragione, allora.
-Riguardo cosa?- chiede Sehun. Non riesco a vederlo, è troppo lontano e la luce della luna non lo colpisce.
-Quel ragazzo...- sussurro.
-Era Kyungsoo?- completa la frase. La sua voce è stranamente piatta.
-Sì...-
Sento i suoi passi avanzare nell'oscurità. La luce della luna lo colpisce e finalmente vedo il suo viso. I suoi occhi sono neri. Sono maledettamente neri, senza cristallino, esattamente come nel mio sogno. Sorride languido e del liquido che all'apparenza è sangue cola dagli angoli della sua bocca.
Due mani mi scuotono le spalle e spalanco gli occhi verso una donna con la faccia assonnata e il camice da infermiera.
-Jongin, sveglia.-
Mi alzo a sedere sul letto e di fianco a me c'è Sehun, con gli occhi normali, che mi guarda con una faccia impaurita. Anche lui conosce il contenuto del mio incubo.
-Hai bisogno di qualcosa per rimetterti a dormire?- mi chiede gentilmente l'infermiera.
-No, grazie. Ora dormo.- lei mi sorride, esce dalla stanza e la sento rimproverare qualcuno: -Torna immediatamente nella tua stanza!-
Poco dopo, quando i passi della donna si dissolvono, sento la porta socchiudersi e vedo l'enorme figura di Chanyeol alla mia porta.
-Vai male, ragazzo.- mi dice. –Qua non sono ben visti quelli che urlano nel sonno. Stai certo che domani ti rifileranno qualche calmante prima di andare a letto.- Si avvicina e si siede a fianco a me sul letto.
-Incubo?- mi chiede.
-Già.- rispondo.
-Tutti ci passano. Mi dispiace.-
-Grazie.-
La porta si socchiude di nuovo e gli occhi enormi di Alison spuntano dentro la stanza. Si avvicina furtivamente a me e mi mette una mano sulla spalla, forse per confortarmi, poi scappa dietro a Chanyeol.
-Hey, tu le piaci. Non è mai stata così aperta con qualcuno.- mi spiega Chanyeol con un leggero sorriso sulle labbra. -Dai, Allie, andiamo. Ha bisogno di dormire.- le sussurra ad un orecchio, poi cammina verso la porta. Prima di uscire si volta verso di me e mi dice: -Ricordati, sono solo dei sogni. Non è reale.- poi esce.

La mattina dopo mi sveglio con due pesanti occhiaie e un mal di testa lancinante. La stessa infermiera della notte prima entra e mi informa che le lezioni stanno per cominciare.
Indosso controvoglia la tuta bianca con sotto una maglia grigia e mi incammino verso le aule indicatemi dall'infermiera.
Lungo la strada incrocio Chanyeol e Alison, così in aula mi siedo nel banco a fianco ai loro.
L'aula è praticamente una camera da letto più grande con dei banchi e una lavagna rovinata.
Il nostro insegnante è un uomo con la fronte enorme e i capelli neri tirati all'insù. Ha l'aria da mammina che deve curare i suoi piccoli, il che dovrebbe essere rassicurante, peccato che in un istituto come questo l'effetto sia contrario. Ci fa sembrare dei poveri ritardati.
Si presenta come Junmyeon. La prima lezione è matematica, così il mio sguardo corre immediatamente alla finestra. Come sempre, Sehun appare e ho modo di chiacchierare un po' senza disturbare nessuno.
Mentre giocherello con la penna questa cade e mi abbasso a raccoglierla. Ne approfitto e mi guardo in giro per l'aula, passando in rassegna i volti dei miei compagni. Alcuni sembrano studenti normali, altri sono messi veramente male. Uno in particolare è continuamente scosso da violenti spasmi muscolari.
Mentre scorro lo sguardo lo poso involontariamente sulla persona all'ultimo banco. Mi sta fissando.
Kyungsoo mi sta fissando e il suo sguardo mi penetra la carne.
Ritorno seduto e per tutta la mattina sento i suoi occhi che mi perforano la schiena.
Al termine delle lezioni non ho (come al solito) appreso nulla, quindi mi avvio annoiato verso la mia camera.
Dopo il pranzo, le infermiere girano tra i tavoli e distribuiscono le rispettive pastiglie a tutti. Mentre sento la clorpromazina scivolare nella gola saluto mentalmente Sehun.
-Ti mancherò, amico.- mi dice lui ammiccando.
Dopo un quarto d'ora ho già la vista annebbiata e la solita sensazione di vertigini nel momento in cui mi muovo.
Decido di andare a fare un giro in giardino con Chanyeol e Alison, giusto per prendere un po' di aria e combattere gli effetti collaterali.
Neppure loro sono messi benissimo. Alison ha gli occhi socchiusi, la bocca semiaperta e cammina barcollando. Chanyeol mi spiega che il suo farmaco è un tipo di sedativo. Anche se ha effetto per un breve lasso di tempo funziona, perché quando ci sediamo su una panchina lei non solo si siede a fianco a me invece che a Chanyeol, ma si appoggia anche alla mia spalla.
Appena mi riprendo da un brutto attacco di vertigini mi accorgo che, oltre all'edificio grigio e decadente e gli alberi morti, sta calando anche una pesante nebbia. Ora sembra di essere in un luogo infestato e l'effetto del farmaco di Alison sta quasi svanendo, perciò propongo di rientrare.
Mentre attraversiamo il giardino cercando di non cadere a terra, storditi dai farmaci, sento dei passi alle nostre spalle.
-Shh. Avete sentito?- chiedo ai ragazzi.
-Mh? Cosa?- risponde Chanyeol.
-Mhmhmh Jonginèparanoico.- ride Alison strascicando le parole.
-C'erano dei passi.-
-SEIPARANOOOOICO?- mi urla in faccia la ragazza.
-No! C'è qualcuno...-
-E allora?- chiede Chanyeol. –Che si perda in mezzo a questa nebbia. Non sono affari miei.-
Sospiro, rassegnato, e continuo a barcollare avanti. Mentre avanzo vengo travolto da un violento attacco di vertigini, che mi costringono ad appoggiarmi ad un albero.
-Ragazzi...- sussurro, ma non mi sentono e vanno avanti. Le vertigini aumentano.
Sento la terra mancare sotto i piedi e tutto inizia a vorticare veloce, troppo veloce.
Non percepisco come, né quando, ma le mie ginocchia toccano terra e poco dopo mi ritrovo a fissare l'erba secca intorno a me, sdraiato a pancia in giù. Il respiro sta iniziando a mancare e sono solo, in mezzo alla nebbia, senza voce per chiedere aiuto.
Sento i polmoni che si stringono sempre di più, poi due piccole mani mi afferrano le spalle e mi aiutano ad alzarmi.
Due occhi grandi e lucidi mi fissano.
-Kyungsoo...- sussurro, prima di accasciarmi tra le sue braccia.  

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