Go On.

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  Apro gli occhi.

Apro gli occhi, ma quand'è che li ho chiusi? Dove mi trovo?
Mi alzo dal pavimento sul quale sono steso e mi guardo intorno: sono in una stanza dalle pareti azzurrine e l'arredamento semplice e bambinesco.
Due ragazzini entrano correndo e si buttano sul letto, stropicciando la trapunta blu. Uno dei due ha i capelli scuri, la pelle nivea e gli occhi grandi e curiosi. Sta ridendo insieme all'altro, dalla pelle scura, il sorriso enorme e gli occhi socchiusi in due minuscole mezzelune.
So bene chi sono, quei bambini.
Conosco bene anche questa stanza. È la mia vecchia camera, quella della casa dove abitavo prima della morte di mio padre e mia sorella. Perché sto vedendo questo?
I piccoli me e Kyungsoo svuotano le tasche sul letto: il loro bottino consiste nelle caramelle trafugate all'anziana vicina di casa, che aveva l'abitudine di lasciarle in una ciotola sul tavolo della veranda.
La visione inizia a sfocarsi e a tremolare. Mi porto le mani al viso, con l'intenzione di strofinarmi gli occhi, ma rimango pietrificato.
Sono... le mie mani... sono nere, e scheletriche. Completamente bruciate. Ci sono pochi brandelli di pelle sanguinolenta attaccati alle ossa scoperte, annerite e rovinate dal fuoco.
Mi giro di scatto, memore dello specchio appeso alla parete, ma vorrei non averlo fatto.
Ciò che vedo è spaventoso. Pelle bruciata, enormi bolle rosse e umide sono sparse su tutto il mio corpo, visibili oltre i pezzi di vestiti appiccicati al petto e alle gambe. Il mio viso è completamente deturpato, il colore ambrato della mia epidermide è scomparso.
Cado sulle ginocchia, senza riuscire a fare altro che piangere.
Tutto si fa buio, poi più nulla. Proprio nulla: non vedo né nero, né bianco, solo vuoto, un insostenibile vuoto, senza gravità.

"Jongin..." sento una voce lamentosa che mi chiama.

"Jongin..." chiama di nuovo, tra i singhiozzi.

"Kyungsoo!" esclamo, con voce roca ma abbastanza udibile.

La figura di Kyungsoo appare come dal nulla, la pelle bianca fa da contrasto con il buio, sembra quasi che brilli.
Mi sposto non so come verso di lui e gli circondo le spalle con le braccia, stringendolo forte al mio petto. Sento il calore dei nostri corpi nudi che si fonde e ci conforta.
Kyungsoo scarica la tensione piangendo, e le sue lacrime rimangono sospese intorno a noi come piccole perle trasparenti.
Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio lentamente, con amore e disperazione.
Il suo corpo si sposta verso il basso.
Gli infilo le mani sotto le braccia e lo sollevo, anche se con fatica. Diventa sempre più pesante, come se stesse... per cadere. Mi guarda spaventato mentre la mia presa inizia a cedere e il suo corpo a scivolare via da me. Cerca di aggrapparsi ai miei fianchi, ma gli sfuggono dalle mani.

"Jongin, Jongin!" inizia ad urlare, mentre ci allontaniamo sempre di più.

"Kyungsoo, non ce la faccio..." sussurro, le lacrime che si raccolgono intorno ai miei occhi.

"No, no, no, no, non lasciarmi, Jongin, non lasciarmi!"

Le sue lacrime scorrono e cadono, cadono verso il basso, lontano da me. Sotto di lui si apre uno squarcio di luce, intravedo delle case, una strada, la strada dove abitavo. Dove io e Kyungsoo abitavamo.
Devo lasciarlo andare, perché quello spiraglio è la sua nuova vita, lui deve averla, deve vivere...

"Ti amo, Kyungsoo..." sussurro.

"No, Jongin, no!"

Lascio la presa con dolore, lo libero. Cade nel vuoto, urlando.
La luce lo inghiottisce.

Non so dove mi trovo, non so cosa succederà ora, ma di una cosa sono sicuro.
Questa è la fine.

Un anno dopo.

Kyungsoo esce dalla sua piccola casetta, respirando profondamente l'aria limpida del mattino.
Oggi ha una cosa importante da fare: è l'anniversario della mia scomparsa.

Dopo essere morti, lui si è riunito alla sua metà di anima nell'universo parallelo, D.O.
La mia metà, Kai, era già stata uccisa da Alison, per questo lui è tornato sulla terra, mentre io sono rimasto... Qui.
Non chiedetemi dove sia, qui, non lo so.
Per un anno ho continuato a seguire le azioni di Kyungsoo, come se stessi guardando uno schermo televisivo in una stanza completamente buia; le immagini che vedo non hanno bordi, ma non ne faccio direttamente parte.
Ho visto tutte le sue lacrime, le notti in bianco, la depressione.
L'incontro con i nostri vecchi amici, Minseok e Sehun: è con loro che Kyungsoo ha fatto i primi sorrisi della sua nuova vita. Ha conosciuto anche un nuovo ragazzo, Suho. Lui è stato, in assoluto, la fonte più proficua per la sua felicità. Da dove sto, ho percepito perfettamente l'interesse che questo ragazzo prova per Kyungsoo, e in cuor mio spero che possa ricambiare al più presto.
Ma come dicevo, oggi è l'anniversario della mia scomparsa, quindi non pretendo che sia allegro e luminoso. Deve andare al cimitero locale insieme ai suoi amici per lasciarmi un fiore.

Hanno comprato un giglio bianco e sono andati davanti alla mia lapide.
Sehun ha gli occhi lucidi e stringe la mano di Minseok, che ne accarezza il dorso per consolarlo.
Kyungsoo prende un respiro profondo.

"Beh, è passato tanto. Trecentosessantacinque giorni. Sono successe molte cose, eh." sospira, abbassando lo sguardo sul gambo del fiore che rigira nervosamente tra le dita.

"Jongin." mi chiama, alzando lo sguardo. Sposto la mia visione in modo da poterlo guardare negli occhi.

"Jongin, non so se mi senti, ma se lo fai, voglio ringraziarti. Ti ringrazio per avermi lasciato andare, il giorno in cui siamo morti.
Ti ringrazio per esserti fidato di me, nell'Istituto, e non aver seguito Chanyeol. Mi sembra ieri, quando siamo scappati da lui, quando ti ho detto dei nostri genitori, quando abbiamo..." arrossisce improvvisamente, "...recuperato i ricordi." bisbiglia.

Fa una breve pausa, per ricacciare dentro le lacrime.

"Ma soprattutto, oltre ogni cosa che hai fatto per me, voglio ringraziarti per avermi amato.
Abbiamo passato poco tempo insieme, ma è decisamente bastato. Ora ho intenzione di andare avanti e so che tu saresti d'accordo.
Ma il fatto che io vada avanti con qualcun altro non significa che ti dimenticherò. Ti ricorderò per sempre, Jongin, ricorderò per sempre la tua voce che urla 'Kyungsoo, ti amo!', il tuo sorriso e il tuo profumo.
Jongin, se stai ascoltando vuol dire che sei qui, che mi osservi."

Si china sulla lapide grigia e lucida, che porta il mio nome, e posa il giglio davanti ad essa.
Delle lacrime silenziose si fanno finalmente strada sulle sue guance e cadono sul terreno.

"Se sei qui, Jongin, ti prego: vai avanti. Come me, vai per la tua strada. Resterai comunque nei miei ricordi."

Mi protendo verso di lui. Non so come, lo spazio dove sono ha dimensioni, ma mi avvicino a lui e tocco il suo viso. Non ho mani per farlo, ma sento che lo sto sfiorando, sento ancora la sua morbida pelle contro la mia.
Lo vedo rabbrividire di colpo e spalancare gli occhi verso di me.
Raccolgo tutte le forze che ho e urlo, con una voce che chissà da dove viene:

"Kyungsoo, ti amo!"

Lui cade indietro sull'erba, con l'aria sconvolta e il respiro affannato.
Al limite delle forze mi avvicino di nuovo e gli sussurro all'orecchio.

"Grazie."

Poi la mia visuale si oscura sempre di più, i miei pensieri si attutiscono, finché non scompaiono completamente.
Sono andato avanti, svanito, scomparso da ogni luogo possibile, eccetto uno: i loro ricordi.

FINE

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