Apro gli occhi verso un soffitto bianco che riconosco dopo pochi secondi come quello della mia stanza. La mia gola brucia, ho bisogno di bere, ma sento che se dovessi alzarmi ora potrei crollare di nuovo.
Non ricordo esattamente cosa è successo, so solo di essere svenuto. Chanyeol e Alison se ne sono andati senza di me...?
Rantolo leggermente cercando di girare la testa, ma non appena mi muovo la vista si annebbia di nuovo. In genere le medicine non mi fanno questo effetto... Dev'essere perché ho passato troppo tempo sdraiato. E quasi sicuramente mi hanno aumentato le dosi.
-A...cqua.-
Sento la mia voce risuonare debole nella stanza. Sono solo? E adesso? Non riesco nemmeno a girarmi...
Nel momento in cui chiudo gli occhi di nuovo sento qualcosa di freddo toccarmi le labbra e del liquido fresco mi bagna la lingua. Li apro, sorpreso, e vedo delle mani che reggono un bicchiere sopra di me. Sono mani piccole, dev'essere un'infermiera, ma non vedo le maniche azzurre del camice.
-Come stai?-
Rimango senza fiato. Quella voce non è di un'infermiera. È una voce maschile, ed è... meravigliosa. La sento risuonare nella testa come una melodia.
Chi sei?
-Chi...- è l'unica cosa che riesco a dire prima di tossire violentemente.
Le piccole mani si infilano sotto la mia testa e mi aiutano a sollevarmi, in modo da placare la tosse e bere più facilmente. Le immagini sono offuscate e confuse, così mi strofino gli occhi e quando li riapro vedo due occhi enormi che mi osservano.
-K...Kyungsoo?-
-Sai il mio nome? Ah, sì, deve avertelo detto Chanyeol.-
-Perché...?-
-Sei svenuto in mezzo al giardino. I tuoi amici non ti hanno visto. Sei sicuro che siano tuoi amici?-
-Sì. Perché non mi hai portato in infermeria?- ormai la mia voce è tornata.
-Perché avrei dovuto? Sei solo svenuto per via dei farmaci. Non è nulla di grave.-
-Io... tu... sei pericoloso, lo so.-
Kyungsoo sbuffa, con un lieve sorriso sulle labbra a cuore.
-E chi non lo è, qui dentro? È un istituto correzionale. Ci vieni solo se sei pericoloso.-
-Sì, ma...-
-Okay, ascolta. So cosa ti ha detto quel gigante idiota. Ti ha detto che sono uno psicopatico che stacca arti alle persone.-
-Beh, sì..?-
-C'è una cosa che quello stronzo non ti ha detto. Qua dentro non devi fidarti di nessuno. Tantomeno di lui.-
-Quindi nemmeno di te.-
-Nemmeno di me. Ma è lui quello che ti ha lasciato con la faccia a terra nella nebbia.-
-Ah, sì. Mh... grazie per l'aiuto.-
-Figurati.-
Il silenzio calò nella stanza. Non pensavo che avrei avuto una conversazione con il presunto psycho-killer dell'istituto così presto, ma d'altronde se non mi caccio nei guai non sono io. Sia dalla sua voce che dal suo aspetto non riesco a credere che sia davvero un individuo pericoloso. E poi quello che ha detto... su Chanyeol... Di chi mi dovrei fidare? La paura inizia ad attanagliarmi lo stomaco e non mi sono mai sentito così solo. Voglio andarmene da questo posto.
Mentre mi perdo nei miei pensieri noto che il picoletto è rimasto fermo a fissarmi, come se aspettasse qualcosa.
-Uhm, ti serve qualcosa?-
-No, perché?-
-Ah, no, così... sai, sei qui fermo a fissarmi, sembrava volessi qualcosa.-
-Tipo cosa?-
-Non lo so. Qualcosa.-
-Cosa potresti darmi?-
-Io... Ok, questa conversazione mi sta mettendo a disagio.-
-Disagio... Cosa sai tu del disagio?-
Si sta avvicinando. Mi schiaccio contro il muro e spingo come se potessi fare breccia nella stanza accanto. Ma sono in trappola. Come nel mio...
-Sogno.- improvvisamente ricordo.
-Noi due... Kyungsoo, ci siamo mai visti prima d'ora?-
-Hai detto sogno?- un sorriso inquietante si allarga sulla sua bocca.
-Sì. Perché tu...-
-Appaio nei tuoi sogni. Sì. Anche tu, a me. Per questo ti fissavo. E ti ho seguito in giardino. Chi sei?-
-Io... Sono Kim Jongin.-
-Kim... Jongin...-
Continua a ripetere il nome per un minuto, girandolo nella bocca come una caramella. Kim Jongin, Kim Jongin. Il suono della sua voce che pronuncia il mio nome. Kim Jongin. Ho iniziato a dondolare, rannicchiato contro il muro, come ipnotizzato. Kim Jongin.
-KIM JONGIN!- urla improvvisamente.
Se possibile, mi ritraggo ancora di più su me stesso.
-No, mai sentito.- afferma, tornando normale. Okay, io non sto bene, ma questo è veramente pazzo.
All'improvviso sento la porta spalancarsi e un Chanyeol con la faccia rossa precipita nella mia stanza.
-Jongin! Eccoti! Non ti ho più trovato e- Kyungsoo?-
-Chanyeol.-
-Cosa cazzo ci fai qui?-
-Ho aiutato il tuo caro amico mentre tu te ne andavi.-
-Esci.-
-No.-
-Ora.-
-Non prendo ordini da una scimmia troppo cresciuta.-
Non ci capivo più niente. Chanyeol mi aveva parlato di lui come uno a cui non avvicinarsi, ma... si conoscono?
Allora mi ha mentito? Oppure ha ragione, ma c'è sotto altro?
Come se mi interessasse.
Voglio solo andarmene da qui.
All'improvviso vedo qualcun altro entrare dalla porta. Alison. Con una... mazza da baseball?
Siamo in un istituto correzionale, non dovrebbero lasciare delle fottute mazze da baseball in giro come se nulla fosse!
-Kyungsoo.- dice. La sua voce è fredda come il ghiaccio e tutta la sua insicurezza sembra essere svanita. Cosa sta succedendo, sul serio? Mi sento come uno stupido pedone in mezzo ad alfieri e cavalli in una partita di schacchi che sta per finire male. Molto male.
Kyungsoo sembrava sicuro di sé, prima, saprà cosa fare. Ma quando mi giro verso di lui la sua faccia è terrorizzata.
Alison si sta avvicinando.
Alison sta alzando la mazza.
Kyungsoo è fermo.
Lei si avvicina, e lui è immobile, non riesce a fuggire, è sempre più vicina, come nel mio...
Sogno.
Merda.
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Asylum
Fanfiction"Il tuo corpo è mio, ma la mente no. Ma non preoccuparti... presto avrò anche quella." È passato quasi un mese da quando mi hanno diagnosticato una forma di schizofrenia dissociativa. - Sento la rabbia crescere nel mio petto. Prima di iniziare la t...