Maybe The End?

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  Rientro nella stanza e mi chiudo la porta alle spalle, poi mi siedo sul materasso accanto a Kyungsoo.

-Ho parlato con mia madre e ha detto che puoi stare qui finché vuoi. Mio fratello dormirà nella stanza con lei.- gli spiego.

-Grazie mille.-

-E' il minimo.-

Improvvisamente si allunga verso di me e mi abbraccia, nascondendo la testa nell'incavo del mio collo. Il suo respiro caldo mi fa fremere.
Gli avvolgo le spalle con le braccia e restiamo così per qualche minuto, finché la nostra tranquillità non viene interrotta dalla porta spalancata e da un commento acido di mio fratello:

-Oh, fantastico, ora oltre che ritardato sei pure gay.-

Mi trattengo stringendo la stoffa della maglietta di Kyungsoo con rabbia.

-E ti sei messo con un altro ritardato.- ride con disprezzo.

Questo è troppo.

-Fuori di qui.-

-Questa è anche la mia stanza.-

-Fuori, se non vuoi che ti inchiodi al muro con un fottuto quadro.-

Stringo i denti e mi avvicino lentamente a lui.

-Se provi a farmi del male ti faccio mandare di nuovo in un cazzo di ospedale...-

Mi minaccia ma la sua voce è già incrinata dalla paura. Gli afferro il colletto e lo spingo contro il muro.
Avvicino il viso al suo e gli soffio in faccia le parole con tono calmo e impassibile.

-Jongdae. Dì, anche solo una volta, qualcos'altro su Kyungsoo e non avrò problemi ad afferrarti il cranio e sbatterlo su questo fottuto muro finché il tuo cervello del cazzo non sarà sparso ovunque per la stanza. Chiaro?-

Per un attimo lo vedo tremare, poi si ricompone e mi guarda con astio.

-Ritardato.-

Gli sferro un pugno sul naso facendo schizzare il sangue sulla mia mano e sulla sua faccia.

-Cazzo!- esclama.

Si divincola dalla mia presa e scappa fuori dalla stanza tenendosi il naso.
Impreco pulendomi la mano sulla maglia e tiro un calcio al letto, facendo sussultare Kyungsoo, che nel frattempo è rimasto fermo ad osservare in silenzio.

-Scusa per quello a cui hai dovuto assistere.- lo stringo di nuovo e gli accarezzo la schiena.

Mi guarda negli occhi, si avvicina e con timidezza appoggia le sue labbra sulle mie, poi mi lecca il labbro superiore, come a chiedermi il permesso di continuare. Le nostre lingue si incontrano e ricambio il bacio con trasporto, lo spingo verso il basso e mi stendo sopra di lui. Insinuo una gamba fra le sue e spingo il ginocchio sul suo cavallo dei pantaloni, ottenendo un gemito sulle mie labbra.
Mi alzo di scatto e mi rimetto in piedi, osservando divertito la sua espressione delusa e stranita.
Chiudo la porta a chiave e ritorno da lui ma, prima di stendermi sul suo corpo di nuovo, afferro un lembo della mia maglia e la levo, facendo lo stesso con la sua.
Mi stendo ed entro in contatto con il suo petto bollente, i nostri cuori battono in sincronia.
Ricomincio a baciarlo con passione e muovo il bacino contro il suo, lo percepisco eccitarsi sempre di più ad ogni movimento.

-Il tuo corpo è mio, Kyungsoo.- gli soffio nell'orecchio, poi gli mordicchio il lobo. –Ma la mente no. Ma non preoccuparti, presto avrò anche quella.-

Mi avvento sulle sue labbra e le mordo, le lecco, poi passo al collo. Gli mordo la pelle e lascio un segno rosso.

-Sei mio.- sussurro.

Non so cosa mi sia preso, perché mi sto comportando in questo modo. Tutti i sentimenti che provavo da bambino si sono riversati in me con furia e si sono trasformati in passione irrefrenabile, voglia di lui, del suo corpo. Non so se possiedo la sua mente, ma lui di certo possiede la mia, si è insinuato nei miei pensieri e non ho intenzione di farlo uscire mai più.
Lascio una scia di baci lungo tutto il ventre, gli insinuo le dita sotto i pantaloni dell'uniforme dell'istituto che ancora indossiamo.
Lui rimane inerme, in preda all'estasi e all'eccitazione, quando inizio a massaggiare la sua erezione attraverso la stoffa dei boxer.

-Ah... J-Jongin...- geme incontrollato, mi fa impazzire.

-Ti piace?-

Geme di nuovo in risposta e spinge il bacino verso la mia mano per cercare maggiore frizione.

-Ti piace?- ripeto, aumentando la pressione sui boxer.

-Sì!- sta quasi urlando.

Abbasso con un colpo secco sia i pantaloni che i boxer, liberando la sua erezione.
Non è la prima volta che ci ritroviamo in una situazione simile, ma stavolta è diverso.
Adesso i miei movimenti sono pieni di cura, di amore.
Poso le labbra sul suo interno coscia e succhio la pelle, lasciando un altro segno del mio passaggio.

-Sei mio.-

Torno su strusciando tutto il mio corpo sul suo. Cerco di aprirgli le gambe, ma lui si oppone mugugnando.

-J-Jongin... non voglio... Fa male...-

Dimenticavo che la sua prima volta fu a dir poco disastrosa. Mi alzo e inizio a frugare nei cassetti della mia scrivania, finché non trovo una boccetta di lubrificante che non pensavo avrei mai usato.
Torno a stendermi sul letto di fianco al piccolo corpo tremante di Kyungsoo. Lo stringo tra le braccia con fare protettivo, poi svito il tappo della boccetta e lascio scivolare un po' di liquido sulla mano.

-Se non vuoi smetto subito, basta che me lo dici.- gli sussurrò in un orecchio.

Gli stringo una mano e con l'altra mi insinuo nel suo corpo con un dito. Si irrigidisce per un attimo, poi torna abbastanza rilassato, allora inizio a muovere il dito dentro e fuori. Quando lo sento completamente abituato all'intrusione inserisco un altro dito. Passa un po' di tempo prima che si adatti.

-Sei troppo teso. Vuoi che smetta?- gli chiedo.

-Mhmh...- mugugna scuotendo la testa e facendomi segno di proseguire.

La sua mascella è stretta, riesco quasi a toccare la sua tensione.

-Ti sto facendo troppo male? Devo andare più lentamente?- domando in apprensione.

-N-no, continua, ti prego.-

Non me lo faccio ripetere due volte e inserisco il terzo dito. Gli lascio la mano e accarezzo il suo membro eccitato per distrarlo.

-Soo?- lo chiamo. –Sei pronto?-

In risposta prende il lenzuolo e lo stringe nei denti, come la prima volta all'istituto. Sta per girarsi a pancia in giù ma lo blocco e lo spingo con la schiena contro il materasso. In tutto questo non ho mai tolto le dita e lo sento gemere di piacere per i movimenti bruschi.

-Voglio vederti in faccia.- gli dico, soffiando sulle sue labbra per poi leccarle lascivamente.

Mi abbasso i pantaloni e cospargo il mio membro di lubrificante, poi lo appoggio alla sua apertura.
Ci ho messo quasi venti minuti a prepararlo, quindi riesco a scivolare dentro di lui con facilità. Stringe i denti sulle lenzuola ed emette un suono strozzato, poi il suo viso assume un'espressione di piacere mischiato al dolore iniziale. Inizio a muovermi lentamente, sempre più a fondo, finchè un suo urlo attutito dal lenzuolo nella sua bocca mi fa capire di aver colpito la prostata. Insisto su quel punto.

-Sei... mio... Kyungsoo...- ansimo.

Dopo alcuni colpi raggiunge l'orgasmo, riversandosi sulla sua pancia. Mi bastano pochi movimenti e vengo anche io.

-Un bello spettacolo, davvero.-

Mi volto di scatto per vedere il proprietario di quella voce alle mie spalle, e con mia grande sorpresa Sehun e Minseok sono in piedi nella mia stanza. E hanno visto tutto.

-Mhnhskh!- esclama Kyungsoo, dimenticandosi di avere le coperte in bocca e sputandole via.

Si scosta velocemente dal mio corpo prima che io possa fermarlo, per poi accucciarsi con la faccia contrita dal dolore.

-Non dovevi spostarti così velocemente.- gli spiego.

-Grazie tante!- esclama sarcastico.

-Vai in bagno a pulirti, ti presto dei vestiti.-

Si alza con cautela e, con una camminata degna di un tirannosauro, si dirige in bagno.

-Sapevo che non eravate morti.- dico ai due ragazzi.

-Ma se ti sei messo a piangere come una femminuccia!- mi schernisce Sehun.

-Mi sarebbe dispiaciuto non poter più prendere per il culo la tua faccia di merda.-

-Dillo che ti sei innamorato di me.-

-Ehi!- Minseok lo spintona.

-Che c'è, tesoro, sono troppo bello.-

Rido di gusto mentre prendo vestiti puliti per me e per Kyungsoo dall'armadio.

Sembra quasi impossibile che tutto stia andando così bene.
E proprio mentre penso a questo, mia madre urla dal piano di sotto.

-Jongin! Ci sono un ragazzo e una ragazza che chiedono di te. Sono tuoi amici, vero?-

Come non detto.  

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