Alyson

157 15 3
                                    


 Alyson Point Of View

Due spiragli di luce mi bruciano la retina quando finalmente riapro gli occhi.
La testa pulsa come non mai, mi sento malissimo e non riesco a muovermi.
Un'ondata di consapevolezza mi destabilizza un attimo. Sono in una cucina, sono legata con del tetrapak.
Stavo giocando col fratello di Jongin, poi mi hanno tolto il mio giocattolino...
Adesso la pagheranno.
Nessuno mi interrompe mentre gioco.
Mi contorco sul pavimento e il tetrapak si stringe, sfregando e lacerando la mia pelle. Lo afferro coi denti e lo strappo, sputando i pezzi per terra.
Perdo un paio di secondi a controllare le ferite sulle mani e sulle braccia, ma vengo interrotta dalla familiare e sonora risata di Chanyeol, proveniente dal bagno.
Mi alzo e barcollo un attimo, la mia testa gira vorticosamente, poi mi riassetto e cammino verso la voce di Chanyeol.
Attraverso la porta del bagno e trovo Jongin in ginocchio con la testa tra le mani, il mio precedente giocattolino che sembra sconvolto e D.O chinato sulla vasca che tiene la testa di qualcuno sotto l'acqua rossa e torbida. Quel qualcuno tiene un'altra testa in mano, ma senza corpo.
Quel qualcuno è...

"Chanyeol!" grido.

Mi hanno tolto il mio giocattolo, ma non possono togliermi il ragazzo che amo.
Attraverso velocemente il bagno e tiro forte i capelli di D.O, che molla la testa di Chanyeol e si piega indietro protestando sorpreso.
Nonostante D.O l'abbia lasciato, Chanyeol non si muove, rimane inerme con la testa a mollo nella vasca, così raccolgo tutte le mie forze e lo butto sul pavimento di piastrelle bianche, che ora sono intrise di sangue.

"Chanyeol?" chiamo, ma non da segni di coscienza.

Allineo le mani sul suo petto e premo forte. È il colmo, io, una persona morta da sedici anni, cerco di salvare la vita ad una persona altrettanto morta.

Mentre lotto perché Chanyeol non smetta di respirare, mi passano davanti come un flash tutte le scene della nostra vita.

Il nostro primo incontro nell'altro universo, a quattro anni dalla mia morte e a sei anni dalla sua.
Tutte le volte che mi perdevo a fissarlo, nuotando nella tristezza del mio amore non corrisposto.
Poi il primo bacio che mi diede, per convincermi ad entrare nel Ministero dell'Ordine, comandato da suo padre.
La sua mano che stringeva la mia prima del lavaggio del cervello.
Dopo quel momento, tutti i miei ricordi sono confusi, offuscati dalla rabbia persistente, dalla voglia di sangue.

Eravamo una coppia nel Ministero, e come in tutte le coppie eravamo mente e braccio, colui che pensava, colei che uccideva. Ma per uccidere non è previsto avere una coscienza, così me la tolsero.
Iniziammo ad allenarci a spostare il corpo da un universo all'altro. Ogni volta che non volevo farlo, perché faceva male, non ero abbastanza forte per sopportarlo, mi prometteva un bacio. E io cedevo.
Ci fu un periodo dove mi chiedeva di spostarci sempre nello stesso posto alla stessa ora, poi si divideva da me, lasciandomi sola e raccomandandomi di non seguirlo.
Un giorno lo feci, e ciò che vidi fu orribile: Chanyeol, il mio Chnanyeol, stringeva un piccolo corpo che non era il mio tra le sue braccia e lo baciava dolcemente, come non aveva mai fatto con me.
Quel corpo apparteneva a Byun Baekhyun, un ragazzo vivo che aveva incrociato la persona sbagliata.
Sapevo che avere relazioni con persone vive era sbagliato, soprattutto per noi del Ministero dell'Ordine. Sapevo che se lo avessi raccontato Chaneyol non sarebbe stato licenziato, in quanto figlio del Ministro, ma che sarebbe stato allontanato da Byun Baekhyun. Sapevo che sarebbe stata la cosa migliore, ma la mia coscienza era stata rubata.
Così feci ciò che ogni persona senza coscienza avrebbe fatto: mi spostai in casa di Byun Baekhyun e risi davanti al suo sangue sulle mie mani, sul suo cuscino, lungo la sua gola recisa.
Chanyeol lo venne a sapere, sapeva che ero stata io, e da allora non ricevetti più nemmeno un bacio.

Non appena ci considerarono idonei al lavoro, venimmo trasferiti nel manicomio di D.O.
Ce lo presentarono direttamente come il nostro ufficiale capro espiatorio, e ci salvò il culo per molte volte (come quando fummo costretti a dare fuoco ad un ragazzo che era troppo grosso per essere trattenuto con la forza).
Il nostro lavoro lì filò liscio come l'olio, mentre io cercavo disperatamente di ricevere ancora attenzioni da Chanyeol.
Finché non arrivò Kai.
Ci stava mettendo i bastoni fra le ruote, non riuscivo ad avvicinarlo e per questo Chanyeol era deluso da me.
Ma ora...
Ora gli sto salvando la vita.
Dovrà essermi riconoscente.
Per forza.

...Giusto?

Tossisce e sputa acqua e sangue sulle mie mani.
Ce l'ho fatta!

"Levati, idiota!" mi urla, prima di scaraventarmi da un lato e alzarsi repentinamente.

Cosa?
Ti ho salvato la vita.
Chanyeol, io ti ho salvato la vita.

"Ti ho salvato la vita."

Si gira verso di me e mi guarda con disprezzo.

"Ci mancherebbe altro. Cos'è, vuoi anche che ti ringrazi? Era ora che ti rendessi utile in qualcosa."

Le sue parole sono come una doccia fredda per me, e all'improvviso la coscienza mi travolge.
Ho speso tutte le mie forze per stare dietro a questa persona.
Una persona che mi odia, che mi disprezza, che mi vede solo come un mezzo per concludere i suoi affari.

So cosa devo fare.
Prendo il coltello dal pavimento, è ancora sporco del sangue della madre di Jongin.
Chanyeol è girato verso la porta, mentre tossisce ancora e cerca di riprendersi dal quasi-annegamento.
Le mie mani tremano, non è mai successo, ma so perché lo fanno: è la coscienza.

Perché sì, sto puntando il coltello alla gola del ragazzo che credevo di amare, ma che in realtà odiavo.
Sì, sto tagliando nel punto esatto, dove si trova la carotide, per ucciderlo dolorosamente.
Sì, sto lasciando il suo corpo morto dissanguato per terra, senza versare una lacrima.

E sì, sono perfettamente cosciente di quello che sto facendo.  

AsylumDove le storie prendono vita. Scoprilo ora