Sono passate 24 ore da quando siamo arrivati in questa casa e ancora non sono riuscito a mangiare niente. Mi sento debole, le gambe non mi reggono, ma non è che abbia poi tutta questa voglia di alzarmi.
Kyungsoo cerca di tenersi occupato con le faccende di casa e svolazza in giro con gli attrezzi per pulire, mi ricorda Cenerentola. Non mi stupirei se ora iniziassero ad entrare i cervi dalla finestra per rifarmi il letto.
Cosa ci facciamo qui, esattamente?
Alison ha detto di andare il più lontano possibile. Non dovremmo andare dall'altra parte del pianeta, allora?
Non sono mai stato in una situazione simile, non so davvero cosa fare.
Non ho una casa, non ho una famiglia, non ho nulla, ho solo Kyungsoo.
Ragiono su questo steso sul divano, fissando il soffitto del salotto, poi il ragazzo verso cui sono rivolti i miei pensieri appare di fianco a me.
Ha un pezzo di stoffa sulla testa che gli tiene su i capelli scuri, un grembiule a fiori rosa e regge in mano un affare pieno di piume con il quale toglie gli anni di polvere dalle mensole.
Sarò ancora sconvolto e confuso, ma non posso fare a meno di sorridere.
"Soo..." mormoro, attirando al sua attenzione.
"Jongin! Sei sveglio! Stai bene?" si precipita verso di me lasciando cadere a terra l'affare con le piume.
"Ho fame..." mugugno di nuovo, strofinandomi il viso con una manica.
"Certo che hai fame, non mangi da ieri. Mentre dormivi sono andato in paese, ho comprato qualcosa da mangiare che possa farti stare meglio. Di cosa hai voglia? Una minestra calda? Fa un po' freddo."
Sorrido di nuovo. Lo guardo da sotto la manica e lo tiro verso di me, spingendo con la mano contro la sua nuca. Gli schiocco un bacio sulle labbra, sussurrando "Grazie."
Arrossisce e abbassa lo sguardo. Tutta questa timidezza è segno che ha ormai dimenticato ciò che è accaduto all'istituto, il che è un bene.
"Kyungsoo!" urlo davanti alla sua faccia, ora spaventata.
"S-sì?"
"Mandiamo tutto a quel paese e viviamo qui per sempre. Isolati dal mondo. Voglio passare il resto della mia vita ad abbracciarti e morire insieme a te."
"Ma come facciamo a sopravvivere da soli? I soldi finiranno, prima o poi."
"Vorrà dire che moriremo prima del previsto." ridacchio.
"Che stupido!" mi punzecchia la pancia con il dito, facendola brontolare. "Oh, già! La minestra." si dice da solo, spalancando gli occhi.
Non lo so, davvero, cosa faremo ora. Ma in questo istante sono davanti a lui e capisco una cosa importante, che mi rende felice oltre ogni evento, una cosa che mi fa prudere la gola per la voglia che ho di urlarlo, e lo faccio, lo urlo.
"Kyungsoo, io ti amo!"
"Tu devi avere la febbre."
"Ma quale febbre?"
"Stai delirando." mi appoggia una mano sulla fronte, realmente preoccupato. La intercetto e la stringo fra le mie, facendo intrecciare le nostre dita.
"Non sono pazzo, Kyungsoo, io ti amo, e tutto ciò di cui ho bisogno sei tu."
"Ora come ora, penso che ti serva di più la minestra."
"Smetti di rifiutare i miei sentimenti." mi imbroncio.
Non so che mi sia preso, mi sento un bambino di sei anni che vuole il gelato. E non ammetto dinieghi.
"Bene, Jongin, visto che sei completamente uscito di testa," annuncia ridendo, alzando il tono della voce, "tanto vale che io ti segua. Jongin, io ti amo!"
Scoppiamo a ridere entrambi. Lui si butta sul mio corpo e io lo accolgo tra le mie braccia. La nostra è una risata vera, forte, liberatoria, che ci fa buttare via tutta la tristezza e la paura delle settimane precedenti.
Adesso è realmente finita. Abbiamo perso tutto, ma abbiamo ancora noi stessi e la nostra vita.
Ci baciamo con trasporto, ma non andiamo oltre a quello. Non voglio il corpo di Kyungsoo, voglio solo averlo vicino. È questo il significato dell'amore vero.
"Okay, ora hai davvero bisogno di mangiare." sussurra con il respiro pesante contro le mie labbra. "O non avrai le forze per sopportare tutta questa passione."dice ironicamente, sorridendo. Mi stampa un ultimo bacio e va in cucina.
Mi alzo a fatica dal divano, non riesco a togliermi il sorriso dalla faccia. Sono una persona nuova.
Entro in cucina e lo trovo impegnato ad accendere il fornello.
"Accidenti, questo coso è del'anteguerra. Perché diavolo non si accende..." borbotta tra sé, mentre armeggia con le valvole del gas. Qualcosa inizia a fischiare.
"Tesoro..." lo chiamo.
"Oh, sei qui. Scusa ma non riesco a capire come si accenda questo coso. Io giro la valvola, ma non esce il fuoco."
"Da quanto tempo è che non cucini?"
"Più di cinque anni..." sospira.
"Quel fornello è ad accensione manuale. Non esce il fuoco, devi mettercelo tu."
"...Che?"
Rido davanti alla sua espressione sbalordita.
"Sì, giri la valvola ed esce il gas, ci metti vicino un accendino e il fornello è pronto."
"Sembra semplice. Ma" aggrotta le sopracciglia, "noi non abbiamo un accendino."
"Hai detto che in paese ci sono dei negozi, no? Andiamo a comprarlo."
E così usciamo di casa. Mentre percorriamo lo sterrato che porta al centro della cittadina, ho un pensiero fisso in testa, come se avessi scordato qualcosa, ma non capisco cosa. Sarà la fame.
Ci mettiamo un quarto d'ora ad andare fino al paese, un quarto d'ora a trovare un tabaccaio che venda degli accendini.
"Questa ricerca è stata estenuante." commento mentre rifacciamo la strada sterrata verso la casa.
Sembra tutto troppo normale. Ma probabilmente sto continuando a confrontare il presente con gli avvenimenti passati.
Apriamo la porta ed entriamo in casa. Alzo la testa e annuso l'aria.
"Sei un cane, Jongin?" mi chiede Kyungsoo ridendo.
"Molto divertente. Piuttosto, non senti anche tu uno strano odore?"
"Sarà che sono tre giorni che non ti lavi."
Gli faccio la linguaccia mentre lui scappa in cucina, continuando a ridere.
Ma sento davvero un odore strano, qualcosa che non riesco a riconoscere...
Sembra...
Sbarro gli occhi.
Ripercorro mentalmente l'ora precedente.
Kyungsoo che vuole farmi la minestra. Kyungsoo che va in cucina. Cerca di accendere i fornelli. Gira la valvola, qualcosa inizia a fischiare. Usciamo di casa, la valvola rimane girata. Tendo le orecchie, e lo sento, il fischio.
So cos'è questo odore. Gas.
Abbiamo lasciato il fornello aperto.
Kyungsoo canticchia dall'altra parte della casa.
Corro in cucina, giusto in tempo per vederlo mentre fa scorrere il pollice sulla rotella dell'accendino.
"NO!" grido con tutto il fiato che ho in corpo. Mi butto verso di lui e lo stringo tra le braccia, ma ormai è troppo tardi.
Tutto succede a rallentatore.
Gli occhi grandi di Kyungsoo si rivolgono verso di me, ma la scintilla dell'accendino è già partita.
Una luce accecante invade la cucina, sento il corpo scaldarsi ad una velocità immane, i miei vestiti bruciano, tutto brucia, esplode.
La casa prende fuoco, e noi con lei.
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Asylum
Fanfiction"Il tuo corpo è mio, ma la mente no. Ma non preoccuparti... presto avrò anche quella." È passato quasi un mese da quando mi hanno diagnosticato una forma di schizofrenia dissociativa. - Sento la rabbia crescere nel mio petto. Prima di iniziare la t...