Io e Kyungsoo stavamo di nuovo dormendo, quando due voci concitate ci scuotono dal nostro sonno intorpidito dall'esperienza appena vissuta.
-Jongin! Kai! Sveglia! Kyungsoo!-
-Sehun...?-
Socchiudo un occhio giusto per intravedere il mio amico immaginario (che poi tanto immaginario non è) cercare disperatamente di scuotermi, senza muovermi di un millimetro.
-Kai! Svegliati!- grida, quasi con le lacrime agli occhi.
-Sehun, sono Jongin. Cosa succede?-
-Kai!- inizia a singhiozzare.
-Sehun! Perché chiami Kai? Cosa succede?!-
Il ragazzo sembra svegliarsi da uno stato di coma e mi guarda come se fosse sorpreso di vedermi.
-Jong... In... Kai è...-
Sta per concludere la frase quando Minseok entra nell'aula da chissà quale porta.
-Stanno venendo qui, dobbiamo andarcene.-
Freno l'impulso di chiedere chi sta venendo. Lo so già: Chanyeol e Alison. Mi giro per svegliare Kyungsoo. Lo scuoto e lo chiamo, ma non sembra intenzionato a rispondere.
Gli rimetto addosso i vestiti indispensabili, poi mi rivesto anche io, lo prendo in spalla e usciamo dalla finestra che da sul giardino. L'aria autunnale mi colpisce in pieno viso e mi fa rabbrividire, facendomi pentire di non aver indossato anche la felpa. Per fortuna il calore del corpo di Kyungsoo sulle spalle mi aiuta a non congelare.
Il sole è basso e chiaro, dev'essere l'alba. Ma quanto abbiamo dormito?
Ci incamminiamo verso la direzione da cui siamo arrivati, ma non appena giro l'angolo mi blocco. Il sangue si gela nelle vene e le mani stringono forte il corpo dormiente del ragazzo sopra di me.
Alison si sta avvicinando, di nuovo, con l'espressione da killer. Non ha una mazza, né un coltellino. Ha un coltello da cucina, di quelli con cui potresti uccidere un bue. Ormai non mi sorprendo più tanto.
-Jongin. Ah, Jongin. Mi sei mancato.- ridacchia, spalancando gli occhi.
-Spero che tu sia più forte. Sai, quel Kai... picchia a caso, si fa figo, ma poi è stato sconfitto da una ragazzina. Non è stato divertente combatterlo, ma vedere il sangue che colava dalla sua gola... Mmh, meraviglioso.-
Il mio respiro si fa affannoso. Di cosa sta parlando?
-Generalmente uccidiamo le persone di questo universo, ma visto che vi siete murati dentro quell'aula abbiamo fatto una piccola modifica. E così, è toccato a Kai morire per te. Non sentirai la sua mancanza?- ride di nuovo, come se uccidere persone sia la cosa più divertente del mondo.
Ricomincia ad avanzare e io indietreggio, ma vengo bloccato da qualcosa. Qualcuno.
Una scia di gelo si appoggia alla mia gola.
Riconosco la mano di Chanyeol che stringe il coltello. Quasi impercettibilmente, inizia a spingere sulla carne.
-Sarebbe stato semplice, se fosse bastato uccidere Kai. Ma ovviamente dovete sempre rovinare tutto. Vi siete messi a giocare alla macchina del tempo, eh? Divertente? Peccato che non si possa fare. Il passato è passato, e voi avete rotto l'equilibrio. Quindi ci tocca cancellarvi dalla faccia della terra, in entrambi gli universi. Non è triste? Non esisterete più. Chissà dove finiscono le persone che muoiono da entrambi le parti? Magari c'è un terzo universo. Chissà. Peccato che non sarete qui per dircelo.- continua a parlare Alison, ma non la sto ascoltando.
La lama preme sempre di più sulla mia gola, ma non ci faccio più caso.
-Jongin. Non sembri preoccupato.- osserva Alison, con una punta di delusione.
-Non è divertente ucciderti se non hai paura. Credi che questo coltello sia finto?- chiede.
Appoggia il coltello sul palmo della mano e lo fa scorrere, poi si appoggia la mano sul viso e la fa scivolare fino al collo, macchiandola di sangue.
-Visto?- ride istericamente e spalanca ancora di più gli occhi.
Non la sto di nuovo ascoltando. Sono concentrato a mantenere la calma e osservare Minseok che, con uno sforzo immane, riesce a sollevare un vaso di fiori e lo scaglia in testa alla ragazza.
Per lo stupore, sento la pressione del coltello di Chanyeol diminuire e ne approfitto per sgusciare via dalla sua presa. So che nel frattempo Kyungsoo si è svegliato e inizia a correre tenendomi per mano.
Ci dirigiamo verso il cancello e sento i passi veloci di Chanyeol seguirci, mi volto appena e con la coda dell'occhio lo vedo urtare contro Sehun, che lo trattiene.
Aiuto Kyungsoo a scavalcare il cancello e poi rimetto alla luce le mie doti da ballerino per arrampicarmi con agilità oltre le inferriate, atterrare con (non troppa) grazia e ricominciare a correre.
-Aspetta, Jongin! Sehun e Minseok sono...-
-Andiamo, Kyungsoo, si sono sacrificati per noi. Non rendiamo vano il loro impegno.- rispondo, ma dentro di me sento come se mi stessero lacerando dall'interno.
So che non sopravviveranno e le lacrime mi offuscano la vista, ma le asciugo e continuo a correre, rimandando i sentimenti a più tardi.
Trascino Kyungsoo per parecchio tempo, con il panico e la disperazione che dissolvono la fatica. Ci fermiamo davanti a casa mia, sentendoci improvvisamente sfiniti. Suono il campanello e la faccia di mia madre sbuca da dietro la porta, fissandoci sconvolta.
-Jongin! Ma cosa...?-
Non le faccio concludere la frase e spalanco la porta, trascinandomi dietro un Kyungsoo al limite delle forze.
Passando attraverso il salotto per salire in camera mia troviamo mio fratello Jongdae e quegli stronzi dei suoi amici, che non mancano di fare i loro soliti commenti in merito alla mia malattia.
-Jongdae, non ci avevi detto che avremmo rivisto il ritardato! Perché non dici ai suoi amici immaginari di unirsi a noi?-
Quel commento mi riporta in mente Sehun. Provo a resistere, ma non riesco a fare a meno di scoppiare a piangere in mezzo al salotto.
Non me ne frega più un cazzo della mia dignità, ho perso tutto. Ho perso il mio migliore amico. Quando piangevo era lui a sussurrarmi parole rassicuranti.
Ora ci sono solo le piccole mani di Kyungsoo che mi consolano, ma io non le voglio. Le scrollo via con violenza e lo guardo con odio misto a rancore.
-E' tutta colpa tua. Tu e il tuo maledetto passato. Dovevi morire insieme agli altri.-
Gli sputo le parole in faccia, sperando di poterlo colpire così a fondo da ucciderlo.
Gli amici di mio fratello sono ammutoliti.
-Ah, è così? Adesso non ridete più, eh? Anche voi. Luridi bastardi. Anche voi, più di me, meritate di morire. Tutti.-
Li fisso uno per uno, mentre si fanno piccoli su divano. Hanno paura di me? Bene.
-Kai...?-
-No, Kyungsoo. Kai non c'è. È morto. Sono solo io.- rispondo seccamente.
Mi chiudo in camera e piango, piango tutte lacrime della mia vita, piango per Sehun, la prima e ultima persona pronta a morire per me. Piango per Kai, la metà della mia anima, che mi ha salvato un bel po' di volte dai bastardi che mi picchiavano a scuola. Piango per mio padre e mia sorella, per la loro morte inutile, sperando che stiano bene nell'altro universo.
Mi sento morire anche io. Vorrei riportare la mia vita quel giorno in cui mandai in coma il ragazzo sul pullman e prendere le medicine. Evitare tutta questa situazione di merda...
-Jongin?- Kyungsoo entra nella mia stanza richiudendo la porta alle spalle.
-So che non vuoi il mio appoggio e che mi odi, mi dispiace. Ma devo dirti una cosa, una cosa che ho visto quando abbiamo... insomma, nei nostri ricordi.- si schiarisce la voce e continua.
-C'eravamo noi due, sul letto della mia vecchia cameretta. Ci siamo promessi, a solo sei anni, che saremmo stati insieme per sempre.-
Sussulto.
-L'ho visto anche io.- rispondo, con voce flebile.
-Non credo che valga anche per te, ma quelle scene oltre che ai ricordi hanno riportato anche i sentimenti. Jongin, era un amore infantile e innocente, ma ti amavo. E sento qualcosa anche adesso. Vorrei stare al tuo fianco.- conclude, strizzando gli occhi come per proteggersi da un pugno.
Invece di tirargli un pugno, lo bacio sulla fronte.
-Sei dolce. Scusa per quello che ti ho detto prima. E... ho bisogno di te al mio fianco.- sussurro.
Mi avvicino al suo viso e lo bacio dolcemente sulle labbra. Sento i ricordi riversarsi nella testa come una cascata, mi ricordo del sapore delle sue labbra la prima volta che gli diedi un bacio, sotto il tavolo della mia cucina, mentre giocavamo a nascondino. La tenerezza nei suoi occhi quando ogni volta che giocavamo a nascondino si faceva trovare apposta per prendersi la penitenza, ovvero un bacio. La dolcezza che ci univa prima dell'incidente.
La rivoglio indietro.
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Asylum
Fanfiction"Il tuo corpo è mio, ma la mente no. Ma non preoccuparti... presto avrò anche quella." È passato quasi un mese da quando mi hanno diagnosticato una forma di schizofrenia dissociativa. - Sento la rabbia crescere nel mio petto. Prima di iniziare la t...