"Guarirai"
mi dissero,
un giorno guarirai.Ferite profonde generate
da lame affilate
squarciano il mio viso
che, nonostante tutto,
non cambia
ma resta indefinito.
Ognuno scorge quel che vuole
ed io preferisco non guardare,
non sapere cosa divengo
cosa ero.
Il paragone mi uccide.Cosa sarò?
Sarò felice?
Ammesso che la felicità esista
e che non riesieda negli altri
ma dentro di noi,
troverò qualcosa
in questa tavola vuota
trasparente e ruvida
che è il mio interno?Ferite profonde
anche dentro
e non ricordo
da dove vengano
e non so se sono guarite.Le cicatrici non riesco a vederle
e non arrivo a comprendere
come possano estranei
procurarmi tale pena
senza neanche un contatto.
Tutti sono estranei
Nessuno mi conosce
ed io sono estranea a me stessa
e come pellegrina
in terra straniera
cerco
indago
soffroQuel che scopro,
che mi piaccia o meno,
va accettato
sempre di più.
Mi rendo conto,
chi conosce si allontana
da me, dai miei pensieri
ma non controllo quel che sono.Basta così, anima inutile,
cerca la quiete
e guarisci da sola
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Narciso
Poetry«Oggi siamo uomini fatti di ferro e meccanica, siamo motori a vapore e turbìne: eri davvero così ingenuo da credere che avremmo scorto l'eternità in un Narciso?» Il nome "narciso" deriva dalla parola greca narkào (stordisco) in riferimento al suo od...