Capitolo 13 - Vacanza

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Entrammo in stanza e posammo i bagagli all'entrata.
La porta conduceva ad un corridoio con, a sinistra, un bagno e subito dopo il salotto, a destra la camera  e un armadio a muro. Era bellissima e molto spaziosa.
Presi la valigia che mi ero portata ed andai in camera: un bellissimo letto matrimoniale al centro era accompagnato da una scrivania un armadio a due ante e una porta-finestra che conduceva alla terrazzina.
Levi entrò con la sua valigia. <Il salotto non è male e...> rimase a guardare il letto per un istante <...dormo sul divano se vuoi.>
Alzai le spalle indifferente. <Come preferisci.> accostai la valigia al muro e la aprii cominciando a sistemare i vestiti nell'armadio <Mettili pure qui i vestiti, non ho problemi.> gli sorrisi con una maglietta oiegata tra le mani.
Lui annuì e sistemammo le cose.

Stava per fare buio, quando decidemmo di fare un giro vicino all'hotel.
Arrivammo alla spiaggetta che dava sul lago. La luna si specchiava sull'acqua con dolcezza e, se fossi stata un lupo, mi sarei messa ad ululare subito.
Rimanemmo a fissare la bellezza del lago per un po, poi cominciammo a percorrere la spiaggetta verso il ritorno per la cena.
<È davvero il miglior comoleanno di sempre.> sorrisi guardando la sabbia.
<Davvero?> Levi mi teneva sottobraccio mentre camminavamo.
<Si, nessuno mi aveva mai regalato un viaggio.> lo guardai.
Non mi accorsi di un sasso ed inciampai, ma non caddi a terra: Levi mi salvò dal mio volo in una soecie di abbraccio.
Eravamo così vicini che i nostri nasi potevano toccarsi.
Lui fu più veloce di me e, con le mani, mi circondò il volto per attirarlo sulle sue labbra.

Lui fu più veloce di me e, con le mani, mi circondò il volto per attirarlo sulle sue labbra

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A cena Levi si comportava come se non fosse successo nulla.
Ammetto che quel suo comportamento faceva paura. Nel ristorante dell'hotel, oltre a noi, c'erano quattro uomini che parlavano d'affari ed una famiglia con due bambini ci circa 7 e 10 anni che stavano decidendo cosa fare per la serata.
Durante la cena parlammo anche noi, di cosa non me lo ricordo...ero troppo occupata a ripensare al bacio di poco prima: perché non lo accennava? Avevo sbagliato qualcosa?
Un sacco di domande mi frullavano in testa.

Finita la cena tornammo alla stanza. Lui apri la porta ed io entrai tranquillamente. Appesi il cappotto in corridoio per poi dirigermi in camera per controllarmi allo specchio.
Mi tolsi il golfino che copriva il vestito a righe. <Bella serata.> dissi per rompere il silenzio.
<Già.> rispose lui dal corridoio. Pochi passi e me lo trovai alle spalle che mi baciava il collo <Vorrei poterla finire ancora meglio.>
Rimasi senza fiato dal suo tono seducente. Come faccio a dire di no? Aspetta...io non voglio dire di no!
Mi voltai e lo baciai, mentre gli sbottonavo la camicia e lui mi abbassava la zip del vestito sulla schiena.

Si tolse la camicia in tutta fretta e mi poggiò di schiena sul letto mentre mi alzava il vestito accarezzandomi le cosce.
Io mi appesi ai suoi capelli lisci e corvini, avrei voluto che quel momento non finisse mai.
Levi si fermò un secondo guardandomi con i suoi occhi grigi e freddi, che in quell'istante volevano solo me. <Buon compleanno.> disse per poi ricominciare a baciarmi con voga.

☆~☆~☆~☆~☆

La mattina dopo mi svegliai che la luce entrava piano dalla finestra per posarsi sul cuscino davanti a me, accompagnato dalle coperte stropicciate.
<Buongiorno.> mi catturò una voce
Mi alzai per sedermi sul letto e notai Levi che guardava fuori dalla finestra in pantaloni neri e camicia aperta.
<'Giorno.> gli sorrisi. Rimasi a fissarlo per alcuni secondi. Era davvero troppo figo!

<Andiamo a fare colazione?> mi chiese sedendosi sul letto

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<Andiamo a fare colazione?> mi chiese sedendosi sul letto.
Annuii e lui mi baciò velocemente.
Ci vestimmo ed una volta chiusa la porta della camera, lo presi a braccetto.
<Alla fine non hai dormito sul divano.> gli sorrisi scherzosa.
<A quanto pare.> disse senza guardarmi, sempre con la sua faccia seria, ma con le guance leggermente arrossate per l'imbarazzo.
Ridacchiai e ci avviammo alla sala da pranzo per la colazione.

<Ti stai divertendo in questi giorni?> mi chiese Levi mentre scendevamo una scalinata nel centro città.
<Si, molto. Anche grazie a te.> gli feci l'occhiolino.
Lui mi guardò e mi attirò in una vietta secondaria. Mi portò in fondo, dove i passanti non riuscivano a vederci. Mi mise a spalle al muro e mi bloccò con una mano che appoggiò accanto alla mia testa.

 Mi mise a spalle al muro e mi bloccò con una mano che appoggiò accanto alla mia testa

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<Sarai anche stata di altre persone prima di me, ma ora tu se mia.> mi guardò negli occhi.
Rimasi sconvolta dalla sua reazione. <Tu promettimi di non lasciarmi mai.> dissi tentando di fare gli occhioni da cucciolo.
<Mi sembra ovvio.> rispose incredulo.
Lo abbracciai falicissima. <Ho perso troppe persone nella mia vita. Non posso perdere anche te.>
Lui ricambiò l'abbraccio. <Anche io ne ho perse tante, quindi vedi di non scappare neanche tu.>

AUTRICE
Un capitolo a molte sfaccettature. Cosa ne pensate?
A voi i commenti! Un ululato (che vado subito a dormire),
Kre♡♡

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