Destinazione Paradiso

CAPITOLO 1 -LION-

Il mio arrivo improvviso a scatenato un putiferio, nessuno si aspettava che di venerdì mattina il grande capo in persona facesse irruzione nella sede londinese, tutti i dipendenti erano già proiettati con la mente a come godersi il fine settimana, appena si sono resi conto della mia presenza sono schizzati dalle sedie dove erano stravaccati -sono un fottuto bastardo- la cosa mi diverte li vedo correre di qua e di la, il venerdì si e trasformato in un tragico lunedì - per loro- per me e una giornata come tante l'unica cosa che mi gratifica oggi e che tra un paio d'ore parto per raggiungere la mia famiglia in Grecia, chiamo Angela la mia assistente qui a Londra, mi conferma l'appuntamento con mia sorella Atena per pranzare insieme (SIGNORE C'È IL SIGNOR RHODES CHE LE VUOLE PARLARE) avverto l'imbarazzo di Angela, Simon che si fa annunciare per parlarmi e una cosa insolita, gli basta bussare alla porta ed entrare, ho assunto Simon Rhodes tre anni fa quando mio padre si e ritirato dagli affari e ha lasciato a me il comando delle svariate attività di famiglia, è il capo della sicurezza e la mia guardia del corpo personale insomma la mia ombra a volte mi sembra di vederlo ovunque anche quando sono in bagno, lo vedo entrare e fermarsi davanti alla mia scrivania nella sua solita posa di chi aspetta ordini (SIMON COME MAI TI SEI FATTO ANNUNCIARE ?) lo vedo tirare un lungo respiro mi sembra che si stia caricando (SONO VENUTO IN VESTE PRIVATA, TI CHIEDO PER CORTESIA DI NON INTERROMPERMI ALTRIMENTI PERDO LA CONCENTRAZIONE) alzo la testa di scatto dal fax che stavo leggendo Simon che mi da del tu la cosa incomincia a insospettirmi avverto un formicolio al collo quello che di solito sento ogni volta che si pianta una grana lo guardo in attesa che sputi il rospo (SONO ALL'INCIRCA TRE ANNI CHE LAVORO PER TE, SONO QUI NON COME DIPENDENTE MA COME UOMO... UN UOMO CHE VIENE A CHIEDERTI IL PERMESSO DI FREQUENTARE TUA SORELLA ATENA) sgrano gli occhi dallo schok (A DIRE IL VERO SONO DUE ANNI CHE CI FREQUENTIAMO MA CREDO CHE SIA VENUTO IL MOMENTO CHE TU LO SAPPIA, LE MIE INTENZIONI SONO SERIE, MOLTO SERIE CI TENGO A PRECISARE CHE L'HO SEMPRE RISPETTATA E NON HO MAI...) vedo blu scatto dalla scrivania e la scavalco come se fosse una staccionata impiegherei troppo tempo per aggirare l'ostacolo (FIGLIO DI PUTTANA) ci ritroviamo addossati l'uno all'altro lo spingo con le spalle al muro lo tengo per il colletto della camicia (NON È IL CASO DI ARRABBIARSI) sbuffo fuoco e fiamme dalle narici (NON MI DEVO ARRABIARE, E COSA DOVREI DIRTI BENVENUTO IN FAMIGLIA... SE CREDI DI ATTACCARE CAPPELLO IN CASA MIA TI SBAGLI DI GROSSO...CERTO LA SORELLA DEL CAPO, LA FIGLIA DI KÝROS SOLDI A PALATE FUTURO ASSICURATO, E IMMAGINO CHE QUELLA SCEMA DI MIA SORELLA CE CASCATA, CERTO SEI UN BEL TIPO SE CREDI CHE CI CASCHI ANCH'IO SEI FUORI STRADA, SEI LICENZIATO, CREDI CHE TI FACCIA VEDERE MIA SORELLA SEI UN ILLUSO) continuo a tenerlo per il colletto vado a mille urlo come un pazzo urlo e sputo che schifo ma ora non me ne frega un cazzo se penso a questo stronzo con le mani addosso a mia sorella, lo fisso rabbioso lui e impassibile ma mai una volta che abbia abbassato lo sguardo, ho il fiatone (SE HAI FINITO POSSO PARLARE) certo devo riconoscere che a fegato non si lascia intimorire, infondo e un uomo abituato ad affrontare situazioni peggiori di un fratello incazzato (QUANDO TI HO ASSUNTO IMMAGINAI CHE AVRESTI CREATO IL CAOS TRA LE DIPENDENTI BELLO...ARIA DA TENEBROSO QUESTI SONO I PETTEGOLEZZI SU DI TE...MA TU NO TU PUNTI IN ALTO...ILLUSO) gli lascio il colletto lui ne approfitta per sistemarsi la cravatta (POSSO PARLARE) gli volto le spalle mi serve un whisky (LAVORI PER ME DA TRE ANNI...TI DÒ TRE MINUTI PRIMA DI CHIAMARE LA SICUREZZA E FARTI SBATTERE FUORI) e un pò presto per bere ma ci vuole qualcosa di forte per attutire il colpo (HAI RAGIONE LO SAPEVO CHE AVREI CREATO IL CAOS MI SUCCEDE DI ATTIRARE L'ATTENZIONE DELLE DONNE) (COME SEI MODESTO) lo sbeffeggio (ANCHE TU CREI IL CAOS TRA LE DIPENDENTI E ATTIRI LE ATTENZIONI DELLE PRESENTI OVUNQUE TU VADA LO VEDO...MA HAI OCCHI SOLO PER LEI) mi va di traverso il whisky incomincio a tossire mi bruciano i polmoni (COME CAZZO TI PERMETTI) lo vedo prendere la carica mi preparo a colpirlo (MI PERMETTO PERCHÉ SO COSA SIGNIFICA, HO PASSATO QUASI UN ANNO A GUARDARLA DA LONTANO DICENDOMI CHE ERA IRRAGGIUNGIBILE CHE NON SI SAREBBE MAI ACCORTA DI ME, NON MI INTERESSAVANO LE ALTRE, MI INTERESSAVA SOLO DI LEI, QUANDO ERA LEI A GUARDARMI A PARLARMI, LA SENTIVO RIDERE E INVIDIAVO CHIUNQUE FOSSE A FARLA RIDERE, HO PROVATO INVIDIA PER IL GATTO CHE ACCAREZZAVA PER IL BICCHIERE CHE USAVA PER BERE, PER IL CUSCINO CHE USAVA PER DORMIRE...POI UN GIORNO...SI È ACCESA LA SPERANZA CHE FINALMENTE MI VEDEVA PER QUELLO CHE SONO...UN UOMO...UN UOMO INNAMORATO E NON UN DIPENDENTE UN SOTTOPOSTO A CUI DATE ORDINI, HO PASSATO UN ANNO DI MERDA CONVINTO CHE SAREBBE STATO COSI PER SEMPRE, CON IL TERRORE DI VEDERE UN ALTRO ACCANTO A LEI...) mi ero preparato a colpirlo ma in realtà è stato lui a colpire me con le sue parole urlate con disperazione sussurrate con sollievo sono frustate per la mia anima tormentata (POI ABBIAMO INIZIATO A FREQUENTARCI DUE ANNI FA LA SERA DEL SUO COMPLEANNO SIAMO USCITI INSIEME) quasi mi prendo a schiaffi da solo lo avevo mandato io a sorvegliare mia sorella che festeggiava con le amiche i suoi diciotto anni (IMMAGINAVO CHE MI AVRESTI ACCUSATO DI ATTACCARE CAPPELLO, MA SIAMO STANCHI, STANCHI DI VEDERCI DI NASCOSTO, DI NON POTER PARLARE LIBERAMENTE, PRIMA CHE LO SCOPRISSI DA SOLO HO DECISO DI DIRTELO PERSONALMENTE, ATENA E TERRORIZZATA È DA UNA SETTIMANA CHE NON DORME E MANGIA POCO O NIENTE, DICE CHE NON C'È FUTURO PER NOI, CHE MI AVRESTI AMMAZZATO DI BOTTE...FALLO...FALLO PURE MI PUOI LICENZIARE MI PUOI ALLONTANARE DA LEI DALLA CASA DALL'ISOLA, MA PER ME C'È SOLO E SEMPRE LEI...COME PER TE C'È...) scatto e lo riafferro per il colletto non voglio ascoltare il resto (BASTA NON TI PERMETTO DI ANDARE OLTRE) non si lascia intimorire (CI SARÀ SEMPRE E SOLO LEI, LO SO QUELLO CHE VIVI OGNI GIORNO LO VISSUTO ANCH'IO ED È L'INFERNO IN TERRA LA CROCE E LA DELIZIA, LA GIOIA E L'AGONIA) chiudo gli occhi per non guardare la mia anima storpiata sento la sua voce strozzata (TACI NON DIRE ALTRO...) quelle parole sono marchiate a fuoco sulla mia pelle e nel mio animo (E COME INTENDI FAR VIVERE MIA SORELLA ? CON I SOLDI DEL TUO STIPENDIO?) La voce mi viene fuori come un ghigno rabbioso devo trovare qualcosa a cui mi possa appigliare per sfogare la rabbia di sentirgli dire tutto quello che nascondo dentro (SONO MESI CHE ATENA VIVE CON I SOLDI DEL MIO STIPENDIO) vedo che inizia a diventare rosso, la stretta al collo gli impedisce di respirare (COSAAAAA) lascio la presa sferro un pugno che lui riesce a schivare lo sento tossire so che se lo becco gli faccio male, e se gli faccio male dopo litigherò con mia sorella di sicuro ma non posso tollerare che un uomo che non è il marito mantenga mia sorella, lei non è una mantenuta (CONTROLLA PURE I SUOI CONTI BANCARI, HA LASCIATO LE SUE CARTE DI CREDITO SULL'ISOLA SEI MESI FÀ) mi verso un altro whisky e ne verso uno anche a Simon che continua a tossire e che accetta volentieri, prende una sigaretta dal pacchetto e ne offre una anche a me, restiamo in silenzio a fissarci ogniuno di noi sta facendo le proprie considerazioni, mi sento scoppiare la testa con tuttii pensieri che si arrovellano nella mente (SIEDITI...FACCIAMO UN PATTO, VI DO UN ANNO, UN ANNO DI TEMPO) (NO NON CI STO HERAKLION, COSA TI FRULLA IN TESTA, CI VORRESTI TRASCINARE NEL TUO GIOCO, OGNI ANNO LA STESSA AGONIA, SE AVESSI VOLUTO APPROFITTARE E ATTACCARE CAPPELLO COME DICI TU AVREI AVUTO MENO RISPETTO PER TUA SORELLA A QUEST'ORA SAREMMO GIA SPOSATI CON UN FIGLIO, MI AVRETI SPACCATO LA FACCIA, MA COMUNQUE SAREI ARRIVATO ALLO SCOPO CON UN MATRIMONIO RIPARATORE, MA NON E QUELLO CHE VOGLIO, NON E QUELLO CHE VOGLIAMO) scatto dalla poltrona ancora piu incazzato a sentire certe cose(ALLORA CHE CAZZO VOLETE, OH CRISTO SANTO QUESTA ERA UNA GIORNATA COME TANTE ED IMPROVVISAMENTE NON CI CAPISCO PIU NIENTE DOVEVO SBRIGARE DELLE FACCENDE QUI SAREI ANDATO A PRANZO CON QUELLA SCEMA DI MIA SORELLA, SAREMMO PARTITI PER L'ISOLA E INCULO AL MONDO CHI STAVA MEGLIO DI ME) urlo come un ossesso sono fuori controllo (VOLETE LA MIA BENEDIZIONE) si alza anche lui dalla poltrona se mi viene a tiro gli mollo un pugno e chi se ne frega (VOLEVAMO CHE TU SAPESSI) bene ora urla anche lui (E ANCHE SE MI LICENZI NON ME NE FREGA UN CAZZO STO GIA CERCANDO UN ALTRO LAVORO) realizzo che e un tradimento bello e buono mia sorella con lui, lui che cerca un altro lavoro, ma dove sono stato negli ultimi mesi...lo so io, la porta dell'ufficio si spalanca schiantandosi al muro, veniamo interrotti da due guardie (TUTTO BENE SIGNORE, ABBIAMO SENTITO URLARE) entrano per vedere se tutto in ordine (SI TUTTO BENE STAVO SOLO DISCUTENDO CON MIO COGNATO) li vedo fissare scioccati Simon che e il loro capo (GRAZIE SIGNORI POTETE ANDARE) restiamo impietriti io e Simon che sicuramente non si aspettava la mia risposta che a spiazzato anche me (CHIAMA ATENA DILLE CHE E TUTTO OK, CI VEDIAMO AL RISTORANTE ALL'UNA, PRANZI CON NOI) mentre parlo mi strofino le mani infaccia cercando di cancellare l'ira che mi ha scosso e lo stupore (COME TI SENTI) non so se parla con me o con mia sorella poi lo vedo scrivere un sms (UNO SCHIFO, COM'E POSSIBILE...TI APPREZZO PER IL SOLO FATTO CHE HAI AVUTO LE PALLE DI VENIRE E DIRMELO IN FACCIA, SE LO SCOPRIVO PER CASO ALLORA SI CHE TI AVREI SPACCATO LA FACCIA) Simon scrive velocemente e preme il tasto invio (VOLEVA PARLARTENE LEI, AVEVA TROPPA PAURA CHE MI AVRESTI FATTO MALE, MA UN UOMO È UOMO QUANDO AFFRONTA QUALSIASI SITUAZIONE SENZA NASCONDERSI DIETRO LA GONNA DELLA SUA DONNA) lo ascolto e mi prendo una sigaretta offrendone una anche a lui che accetta (VACCI PIANO CON - LA SUA DONNA- SONO ANCORA IN TEMPO PER PRENDERTI A CALCI NEL CULO...DOBBIAMO DISCUTERE ALCUNI PARTICOLARI MA NE RIPARLEREMO SULL'ISOLA...CHIAMA ANGELA DIGLI DI PREPARARE TUTTO IL FASCICOLO COOPER LO CONTROLLERÒ CON CALMA) scatta verso la porta (SI SIGNORE...C'È ALTRO?) lo guardo stupito sento un sopracciglio che mi schizza su facendomi arricciare la fronte (QUESTO È UN ALTRO PARTICOLARE CHE DOBBIAMO AFFINARE) esce lasciandomi solo, sprofondo nella poltrona continuando a sfregarmi la faccia, di questo passo mi verranno le rughe prima dei trent'anni, com'è possibile che non mi sono accorto di niente, non un segno, un sospetto, niente di niente troppo bravi loro a nascondersi, a fingere, o sono io che mi sono rincoglionito, e vero che nell'ultimo periodo mi sono buttato a capofitto nel lavoro per cancellare altri pensieri, non altri uno...una...lei Nikita, sorrido, si incazza non le piace il nome che le ha affibiato sua madre vuole farsi chiamare Nicole da tutti, solo io la chiamo Nikita e lo faccio apposta, quando si arrabbia i suoi occhi verde mare diventano più scuri e mi trafiggono, le labbra piene e seducenti prendono una piega bizzarra che le crea una fossetta sulla guancia sinistra, come quando ride, me la mangerei, ma non posso, posso solo guardarla da lontano, ripenso a tutto il discorso che ha fatto Simon devo assolutamente parlare con lui al più presto, mi deve spiegare tante cose (SIGNORE...HO BUSSATO MA NON MI HA SENTITO...LA PRATICA COOPER) Angela si avvicina timidamente e poggia il fascicolo sulla scrivania, guardo l'orologio sul mio polso, un suo regalo non costa molto rispetto a quelli che porto di solito, ma per togliermelo mi devono tagliare il polso, devo sbrigarmi metto tutto quello di cui ho bisogno nella valigia ventiquattrore (ANGELA IO VADO CI VEDIAMO TRA TRE SETTIMANE, CI SENTIAMO AL TELEFONO PER AGGIORNARE LE PRATICHE) esco dal ufficio e becco Simon impegnato in una telefonata, immagino che stia parlando con mia sorella, appena mi vede chiude la comunicazione e si intasca il telefono (ANDIAMO) mi incammino velocemente verso gli ascensori (SIGNORE UN ATTIMO) mi fermo di colpo prendendolo in contropiede e mi si schianta addosso (SIMON SENTIMI BENE DOBBIAMO PARLARE AL PIÙ PRESTO, DEVI SPIEGARMI UN PAIO DI COSE) (SI SIGNORE MA PENSO CHE QUESTO NON SIA IL MOMENTO ADATTO) gli mollo la mia borsa e mi sistemo la cravatta che mi sta sulle palle (LO SO CHE QUESTO NON È IL MOMENTO ADATTO MA QUESTA COSA MI STA SNERVANDO) le porte del ascensore si aprono i pochi occupanti ci fanno spazio anche se il cubicolo e grande abbastanza li vedo schiacciarsi in un angolo (NON CAPISCO COSA DOVREI SPIEGARE) mi rendo vagamente conto che non siamo soli e ci stanno osservando intimoriti (SIMON NON FARE IL...NE RIPARLEREMO CON CALMA) usciti dall'edificio mi fiondo nella mia Klassen nera seguito da Simon, appena le porte si chiudono Nick parte incanalandosi nel traffico londinese dirigendosi all'hotel, guardo Simon di sfuggita non ho intenzione di iniziare una conversazione sapendo che tra pochi minuti saremo interrotti, preferisco rimandare a quando saremo a casa barricati nel mio ufficio e potrò torchiarlo perbene.
Arrivati al mio hotel vado direttamente nella sala ristorante sempre seguito da Simon a pochi passi da me, convinto di trovare mia sorella e la piccola Nikita ad aspettarmi al mio solito tavolo, non ci sono e la cosa mi fa imbestialire, non so se è perché Atena non è puntuale o perché non vedevo l'ora di rivedere Nikita, sono quattro mesi che non la vedo (DOVE SONO?) cazzo non parlo ringhio, con un cenno della mano chiamo un cameriere (AGGIUNGI UN COPERTO) mi tolgo definitivamente la cravatta che ora mi sta sul cazzo, Simon armeggia con il cellulare (ARRIVANO TRA POCO) (SPEGNI IL CELLULARE O LO BUTTO NELLA CARAFFA DELL'ACQUA) (NON POSSO SIGNORE SONO IN CONTATTO CON DAVID, LE SIGNORINE SONO USCITE STAMATTINA) mi sembra di andare a fuoco come il pupazzo rosso di inside out (COME USCITE?) (CENTRO ESTETICO, IVAN È CON LORO) il cameriere ritorna per sistemare il quarto coperto sul mio tavolo personale situato in un angolo più appartato della sala, mi verso un bicchiere d'acqua prima che il mio stomaco vada a fuoco, Ivan è uno dei migliori, se non il migliore dopo Simon, tempo fà ho sentito Nikita parlare di lui dandogli l'appellativo di bel tenebroso, bhe ora mi fa torcere le budella, Simon si sistema meglio l'auricolare nell'orecchio (SONO APPENA ARRIVATE) (BENE ACCOMODATI) prende posto di fronte a me e nel giro di pochi minuti siamo raggiunti da Atena e Nikita seguite da Ivan e David (SCUSACI PER IL RITARDO) Atena mi da un leggero bacio sulla guancia (SIETE SCUSATE) congedo le guardie fulminando Ivan con uno sguardo assassino, Nikita non fiata e io non la guardo anche se mi costa fingere di ignorarla, si accomodano l'una di fronte all'altra, mi ritrova con Nikita alla mia sinistra e mia sorella a destra che fissa il piatto con lo sguardo basso, anche Simon mi sembra in difficoltà di solito non pranza con noi, stringo la mano di mia sorella e gelata (VA TUTTO BENE...PARLEREMO STASERA A CASA, TRANQUILLA OK) alza lo sguardo su di me e mi sorride timidamente (ALLORA COSA MANGI?) con la coda dell'occhio vedo Nikita che si sistema il tovagliolo in grembo, bene questo mi fa sperare che mangi e la cosa mi mette di buonumore (ORDINA TU PER ME) studio il menù, sò tutto di lei e che va matta per i frutti di mare, fingo di studiare il menù come se fosse la mia tesi di laurea, finalmente la guardo e mi perdo nel verde infinito dei suoi occhi (ALLORA SIGNORINELLA NON SI SALUTA ?) mi guarda non risponde sento il suo sguardo che mi scruta attentamente (ALLORA NON RISPONDI) cerco di trattenere le labbra che minacciano di aprirsi in un sorriso malizioso, gioca con uno dei tanti braccialetti che le adornano i polsi (QUANDO CI SIAMO VISTI L'ULTIMA VOLTA MI HAI DETTO CHE NON DOVEVO PIÙ RIVOLGERTI LA PAROLA...CHE FACCIO TI SALUTO CON LA MANINA COME I BAMBINI) alza la mano e mi fa un saluto buffo, che stronza - in senso buono s'intende - le labbra imbronciate e vedo quella dannata fossetta, in questo momento le salterei addosso solo per morderle la guancia proprio lì (QUANDO CI SIAMO VISTI QUATTRO MESI FA MI AI FATTO INCAZZARE) (ALLORA STARÒ ATTENTA A NON FARTI INCAZZARE DINUOVO) la scruto attentamente è sempre più bella, rischio di perdermi se continuo a guardarla così (COSA VUOI ORDINARE?) alza gli occhi al cielo facendo un gesto vago con la mano (PRENDO SOLO LA MACEDONIA DI FRUTTA) non capisco come ma il mio pugno si abbatte con forza sul tavolo facendo tremare le stoviglie e l'acqua nella caraffa rischia di traboccare, con un gesto spazientito allontano il cameriere (SENTI SIGNORINELLA QUESTA STORIA CHE TI RIFIUTI DI MANGIARE...) (CHI TI DICE CHE MI RIFIUTO DI MANGIARE, E COSÌ CHE MANGIO, A PRANZO SOLO FRUTTA) (ANCORA CON QUESTA STRONZATA DELLE SFILATE DALLA MODELLA MI PUO ANDARE BENE CHE STUDI VETERINARIA, ANCHE SE NON SONO PIENAMENTE D'ACCORDO MA LA TUA CARRIERA DI MODELLA FINISCE QUI) con le braccia conserte si morde il labbro so che fa così per non rispondermi (IO ORDINO TU MANGI CHIARO, E SE TI AZZARDI AD ANDARE IN BAGNO...) (E SE MI SCAPPA ANDARE MI FAI SEGUIRE DA UNO DEI TUOI GORILLA) alza il mento stizzita facendo ondeggiare i lunghi capelli (HERAKLION...) mia sorella mi scuote leggermente il braccio (...NICOLE SMETTETELA) succede sempre così quando ce lei di mezzo dimentico tutto e tutti, richiamo dinuovo il cameriere ordino io per tutti e Simon e d'accordo, faccio un lungo respiro per riacquistare un pò di calma (VI SITE RILASSATE AL CENTRO ESTETICO) cerco di intavolare una normale conversazione ma qualcosa non quadra, Atena mi sorride facendo si con la testa, cosa che non sopporto ma sorvolo, Nikita abbassa gli occhi sul piatto (OK PRIMA CHE MI INCAZZO SULSERIO POSSO SAPERE DA VOI DOVE SIETE STATE O DEVO CHIEDERE A QUEI DUE SCEMI) entrambe si girano per guardare David e Ivan che pranzano ad un tavolo poco distante (ABBIAMO FATTO SHOPPING, POI SIAMO ANDATE AL CENTRO ESTETICO ABBIAMO FATTO IL TRATTAMENTO COMPLETO, NICOLE HA FATTO ANCHE...) si ammutolisce e vedo Nikita che sgrana gli occhi con sgomento, sento puzza d'inganno (HO FATTO IL NAIL ART, GUARDA) poggia le mani sul tavolo per farmi vedere le unghie, carine ma non ci casco siamo interrotti dall'arrivo dei camerieri (VUOI ANCORA LA MACEDONIA DI FRUTTA NIKITA O PREFERISCI QUESTI) (NON CHIAMARMI NIKITA) sorrido soddisfatto la vedo riempirsi il piatto con capesante ostriche, tartufi di mare, cannolicchi e fasolari tutte rigorosamente vive freschissime (NON TI PIACE IL TUO NOME?) Simon e tra noi evviva un applauso (NO) una risposta secca e non lo degna di uno sguardo e troppo impegnata con un mezzo limone (DAI FACCIO IO) Simon si adopera a premere il limone sui piatti colmi, noto con piacere che anche Atena si è riempita il piatto, le verso il vino soddisfatto la giornata sta finalmente prendendo la giusta piega.