CAPITOLO 15 - LION -

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Ho la testa che mi scoppia, ho perso il conto di quante sigarette ho fumato e quanti litri di caffè ho bevuto, sono troppe le domande che mi frullano il cervello, domande alle quali non so dare una risposta concreta, perché Demitri non mi ha mai detto niente, quando eravamo ragazzi ci raccontavamo tutto dalle prime esperienze con le ragazze ai pessimi voti a scuola che cercavamo di nascondere a mamma e papà, quando è successo che abbiamo smesso di parlare, se chiudo gli occhi mi sembra di vederlo di sentire la sua voce di quando mi raccontava che aveva una storia con una donna più grande di lui, quella è stata una delle ultime volte che abbiamo parlato, poi ce stata quella volta quando ha capito che tra me e Nikita c'era un attrazione, un sentimento che stava nascendo, quella volta litigammo in modo furibondo, perché ha fatto credere a tutti di avere una relazione con Patricia, andavano a letto insieme ogni tanto o il loro rapporto era solo una messinscena, per questo Patricia si era intrufolata nel mio letto due volte, ho fatto i miei calcoli sono più che sicuro che il bambino che Patricia aspettava non era mio, era il figlio di mio fratello o di qualcun'altro, non ce la faccio più mi scoppia la testa, sono talmente tanti i pensieri che si attorcigliano nella mente che rischio un tracollo, un esaurimento nervoso (POSSO ENTRARE) ma si ci manca solo mia sorella con qualche altra bega e sono al tappeto (VIENI ENTRA, CHE COSA È SUCCESSO QUESTA VOLTA ?) si siede sulla poltrona difronte alla mia scrivania (VORREI SAPERLO DA TE) fingo di essere sbalordito (È INUTILE CHE FAI QUELLA FACCIA, HO CAPITO CHE CE QUALCOSA CHE NON VA) mi sistemo meglio sullo schienale della sedia fingendo indifferenza (NON CAPISCO A COSA TI RIFERISCI) (CON ME NON ATTACCA, SONO DUE GIORNI CHE TI SEI RINCHIUSO IN QUESTO STUDIO TI FAI VEDERE A MALAPÉNA A PRANZO E A CENA) le sorrido in modo ironico - almeno spero - (FORSE NON LO SAI MA IO LAVORO) (TI HO DETTO CHE NON CI CASCO, È SUCCESSO SICURAMENTE QUALCOSA TRA TE E NICOLE) scatto in avanti con la sedia (NON SONO AFFARI TUOI) sto per perdere la pazienza (INVECE SI TU SEI MIO FRATELLO, LEI È COME UNA SORELLA PER ME, PASSA TUTTO IL TEMPO CHIUSA IN CAMERA) (FORSE PERCHÉ DEVE DARE UN ESAME TRA DUE SETTIMANE) credo di aver urlato (NESSUNO MI TOGLIE DALLA TESTA CHE AVETE LITIGATO, CHE NON STATE PIÙ INSIEME) scatto dalla sedia come se avessi preso una scossa elettrica (NON SONO COSE CHE TI RIGUARDANO...) si alza anche lei dalla poltrona (È INVECE MI RIGUARDA L'ALTRA NOTTE LO SENTITA PIANGERE, QUANDO HA APERTO LA PORTA AVEVA LA FACCIA GONFIA COME UN PALLONE, SICURAMENTE PER COLPA TUA) schianto un pugno sulla scrivania (CERTO TUTTO QUELLO CHE SUCCEDE IN QUESTO CASA IN QUESTA FAMIGLIA È COLPA MIA) stiamo urlando come matti (ATENA TI AVVERTO CHE STAI PASSANDO IL LIMITE) non intendo sopportare ancora la sua sfacciataggine (PERCHÉ NON LE PARLI ?) (NON VENIRE A DIRMI QUELLO CHE DEVO FARE, ORA LASCIAMI LAVORARE PRIMA CHE PERDA DEFINITIVAMENTE LA PAZIENZA) alza il mento con tutta l'aria di sfidarmi, non le dò modo di replicare (TI CHIUDO IN CAMERA PER UNA SETTIMANA SENZA IL CELLULARE E CON IL DIVIETO CHE NON PUOI VEDERE NESSUNO) spalanca la bocca come un oca analfabeta, finalmente va via senza fiatare, precipito dinuovo nel vortice di domande che chiedono risposte di dubbi in cerca di certezze, l'ho lasciata senza una parola due giorni fa, non ce l'ho con lei, ce l'ho con il mondo intero che si e coalizzato contro di me, contro di lei, contro il noi che cerco di creare andando incontro a mille paure mille difficoltà, l'ho vista ieri a cena il sorriso spento lo sguardo basso, mia madre e zia Elena si sono accorte che c'è qualcosa che non va mi hanno incenerito con la sguardo per tutta la cena, anche Simon mi sta alla larga nessuno si azzarda a chiedermi niente solo la mia sorellina è stata tanto ardita da affrontarmi, decido di dare una svolta a questa faccenda, sono stanco di sorbarcarmi le conseguenze di decisioni che hanno preso altri e portare il peso di scelte sbagliate, un moto di ribellione mi scuote facendomi sentire energico dopo una letargia forzata, esco dalla mia tana e vado in cerca della mia dea, non vedo l'ora di perdermi nel suo sguardo busso un paio di volte alla sua porta non ottengo risposta ed entro, la prima cosa che noto è che ha dato un tocco personale all'ambiente ha svuotato gli scatoloni e rimesso a posto tutte le sue cose Minnie e Topolino sono dappertutto, la tenda e chiusa il letto é intatto sul tavolino c'è la colazione che non ha consumato e mi sale il sangue alla testa mi tasto le tasche dei pantaloni per cercare il cellulare nello stesso momento in cui si apre la porta del bagno cammina con passo lento il viso pallido avvolta in un accappatoio e con un asciugamano avvolto in testa, sussulta appena nota la mia presenza (ATENA MI HA DETTO CHE TI HA SENTITO PIANGERE) mi guarda dall'alto in basso (TRANQUILLO NON PIANGEVO PER TE) resto per un attimo disorientato (NELLA VITA LE COSE NON VANNO SEMPRE COME VOGLIAMO...SÓ CHE) (NON SAI UN BEL NIENTE...) mi si scaglia contro colpendomi sul torace con i pugni chiusi (...NON SAI COME STAVAMO BENE COME ERAVAMO FELICI, NON SAPEVI DI TUO FRATELLO) (NON MI HA MAI DETTO NIENTE...) (E PERCHÉ SECONDO TÈ ?...PERCHE SAPEVA CHE NON LO AVRESTE ACCETTATO CHE TI SARESTI ALLONTANATO PROPRIO COME HAI FATTO) l'afferro per i polsi non voglio che si faccia male cercando di colpirmi (SAPEVA CHE LO AVRESTE MESSO AL BANDO CHE PER VOI SAREBBE STATO UNO SCANDALO SE SI FOSSE SAPUTO INGIRO) (NON È VERO) se avessi saputo la verità averi preso a calci inculo quella stronza di sua madre, se Demitri si fosse confinato con me non c'era bisogno di tutta quella messinscena, di portare in casa nostra quell'approfittatrice (BUGIARDO) le lascio i polsi arrossati dalla mia stretta, si allontana massaggiandosi i polsi prende una sigaretta da un pacchetto (CHE FAI ?) non l'avevo notato sul tavolino e l'accende guardandomi con aria di sfida (MIA MADRE DEMITRI E IVAN MI LASCIAVANO FUMARE, PERCHE TU VORRESTI IMPEDIRMELO CHI SEI PER...) le strappola sigaretta dalle dita (PERCHE TI FA MALE, SOPRATTUTTO A STOMACO VUOTO) si avvicina al tavolino con le mani prende un po di tutto e inizia a strafogarsi spingendo con forza il cibo in bocca mescolando tutto alla rinfusa (SMETTILA O DOPO STARAI MALE) continua ad ingozzarsi facendo cadere a terra pezzi di uova strapazzate, acini d'uva e Pan cake smaciullati, cerco di fermarla di farla sputare tutto quello che si e ficcata in bocca e ne nasce una colluttazione che fa cascare il tavolino con tutto quello che c'era sopra, inizia a tossire e finalmente sputa tutto (MI CHIEDO CHE CAZZO TI DICE LA TESTA) mi spinge via ma non riesce ad allontanarmi da lei, la stringo forte tra le braccia anche se continua a lottare le casca l'asciugamano che le avvolgeva i capelli, una cascata di ricci rosso fuoco le copre la faccia, finalmente si arrende scoppiando in un pianto disperato, si stringe forte a me nascondendo il viso sul mio torace, le bacio i capelli (MI SEI MANCATA STREGA) cerco il suo viso nascosto dalla massa vaporosa dei suoi capelli (SEI STATO TU A CHIUDERMI FUORI) (NON TI PORTERÒ MAI NEL MIO INFERNO) sento le sue braccia esili stringermi il torace e dinuovo mi sento in paradiso è capace di dare un senso di pace ad ogni mio tormento di estinguere ogni mio dolore ogni mia paura solo stringendosi a me non voglio perderla non voglio che si allontani da me anima e corpo, se mio fratello non avesse inscenato la sua relazione con Patricia non avrei mai incontrato la mia dea la mia linfa vitale il mio tutto, i mie occhi si perdono nel suo sguardo ed è tutto li il senso della mia vita ed è per lei che reggo i fili intersecati di un groviglio fatto di bugie e segreti che cerco con fatica di portare avanti, se solo sapesse tutto il marcio che nascondo mi odierebbe fino alla morte, morirei piuttosto di perderla, sarebbe come agonizzare ogni giorno senza morire (ABBIAMO COMBINATO UN CASINO) ci guardiamo intorno il tavolino è rovesciato a terra sopra un impasto di Pan cake, uova e succo di frutta (CHIAMO MARIA PER FAR RIPULIRE QUESTO MACELLO ANDIAMO IN CAMERA MIA) non le dò il tempo di riflettere la prendo imbraccio facendo attenzione che non si apra l'accappatoio (NO...NO DEVO ASCIUGARE I CAPELLI...) (LI PUOI ASCIUGARE ANCHE IN CAMERA NOSTRA) percorro il corridoio nel piu breve tempo possibile la distanza tra le nostre camere non è tanta ma non voglio rischiare di incontrare qualcuno soprattutto i ragazzi della sicurezza (DA QUANDO ABBIAMO UNA CAMERA NOSTRA ?) la faccio scivolare a terra facendola strusciare sul mio corpo che subito reagisce al desiderio che da giorni reprimo (DA QUANDO ABBIAMO DORMITO INSIEME LA PRIMA VOLTA...) (NON MI RICORDO DI AVER DORMITO MOLTO) esce sul terrazzo con addosso l'accappatoio prima non lo avrebbe mai fatto (CHIAMO MARIA, FACCIO PORTARE DINUOVO LA COLAZIONE E QUESTA VOLTA LA MANGERAI IN MANIERA DECENTE) si mette con le braccia conserte sbuffando un ricciolo ribelle (STAVO PER FARE UNA COLAZIONE DECENTE PRIMA DELLA TUA VISITA A SORPRESA) (LA PROSSIMA VOLTA MI FACCIO ANNUNCIARE DAL CIAMBELLANO DI CORTE) chiamo Maria in cucina e gli do tutte le disposizioni, trovo la mia regina comodamente seduta al sole con le mani tra i capelli bagnati cercando di districarli mi guarda e sorride (ANCHE TU MI SEI MANCATO) sentirglielo dire mi incoraggia (SENTIRTELO DIRE MI AIUTA A FARTI UNA DOMANDA CHE MI TORMENTA DA GIORNI) abbassa lo sguardo tormenta i braccialetti su polso e resta in silenzio trascino una poltroncina per sedermi vicino a lei (FORSE PIÙ DI UNA...) non mi risponde non dice nulla continua a fissare il pavimento credo (SE NON NE VUOI PARLARE...) rialza la testa di scatto (PUOI CHUEDERMI QUELLO CHE VUOI, TANTO ORMAI...) lascia la frase in sospeso tiro un lungo respiro il mio cervello è in fermento ho tante cose che vorrei chiederle ma ho paura se dico qualcosa di sbagliato potrei tradirmi lasciarmi sfuggire qualcosa di compromettente e rovinare definitivamente tutto (ALLORA COSA VUOI SAPERE ?) inspiro l'aria che trattenevo senza rendermene conto (FACCIAMO PRIMA SE TI RACCONTO TUTTO QUELLO CHE SO) si sistema i lembi dell'accappatoio (CREDEVO CHE MIA MADRE E DEMITRI STESSERO INSIEME POI HO SCOPERTO PER CASO CHE NON ERA COSÌ, AGLI OCCHI DEL MONDO IVAN ERA PER DEMITRI QUELLO CHE SIMON È PER TE, CAPO DELLA SICUREZZA UOMO DI FIDUCIA, MIA MADRE SERVIVA DA COPERTURA...) si alza e si appoggia alla ringhiera di ferro la seguo con lo sguardo attento ad ogni movimento la sua calma mi preoccua (LITIGAI CON TUTTI E TRE NON VOLEVO ACCETTARE QUELLA SITUAZIONE, ERO DISPIACIUTA PER DEMITRI E
IVAN CHE NASCONDEVANO LA LORO STORIA, LITIGAI CON MIA MADRE RITENEVO CHE APPROFITTASSE DELLA SITUAZIONE PER VIVERE SULLE SPALLE DI TUO FRATELLO, MINACCIAI DI MANDARE UNA LETTERA ANONIMA A TUO PADRE, NON PARLAVO PIÙ CON MIA MADRE FURNO DEMITRI E IVAN A FARMI CAMBIARE IDEA RACCONTANDOMI LA VERITÀ...) si azzittisce chiude gli occhi sospira quasi rassegnata capisco al volo che non riesce a proseguire (SE NON TE LA SENTI LASCIARE STARE) qualcuno bussa alla porta e siamo interrotti da Maria posa il vassoio della colazione sul tavolo del terrazzo e va via senza fiatare (NON È VERO CHE MIA MADRE LAVORAVA COME CAMERIERA IN UN RISTORANTE DI LUSSO, LAVORAVA IN UN BAR DI QUART'ORDINE DOVE L'ARIA È IRRESPIRABILE FREQUENTATO DA CAMIONISTI E MOTOCICLISTI PUZZOLENTI CHE BEVONO BIRRA E TOCCANO IL CULO ALLE CAMERIERE) parla senza guardarmi continua a fissare il pavimento, sono tentato di dirgli che già sapevo questa parte della storia (QUANDO DEMITRI LE HA PROPOSTO DI LAVORARE PER LUI DI FINGERE CHE TRA LORO CI FOSSE UNA STORIA MIA MADRE NON VOLEVA ACCETTARE LUI È IVAN L'HANNO CONVINTA...) resta con lo sguardo fisso nel nulla (LE DISSERO CHE GLI ASSISTENTI SOCIALI POTEVANO PORTARMI VIA, CHE LORO AVREBBERO PROVVEDUTO A ME AL MIO FUTURO E CHE LEI NON AVREBBE PIÙ AVUTO PROBLEMI ECONOMICI, IL RESTO LO SAI) lascia la ringhiera del terrazzo e viene ad accomodarsi difronte a me, non so un cazzo non mi ha detto niente che potesse aiutarmi (NIKITA...GIA SAPEVO TUTTO) mi guarda con un espressione sorpresa (NON SAPEVO DI DEMITRI...) (E ALLORA COSA VOLEVI SAPERE NON CAPISCO) meglio se lascio perdere rischio di finire su un campo minato (MI CHIEDEVO SE TUA MADRE SAPEVA, PENSAVO CHE DEMITRI STESSE CON ENTRAMBI) gli casca la mascella dallo stupore (NON FRAINTENDERMI CREDEVO CHE DEMITRI NON LE AVESSE DETTO NIENTE) devo darci un taglio e subito la sua espressione non mi piace (MIA MADRE SAPEVA TUTTO, PER IL RESTO NON SO QUALI FOSSERO I LORO RAPPORTI PERSONALI) (ERI FELICE...CON LORO) non so da dove mi è venuto fuori chiederglielo (SI...TI SEMBRERÀ STRANO MA ERAVAMO DAVVERO FELICI) gli occhi le si riempiono di lacrime la trascino su di me sradicandola dalla poltroncina mi abbraccia nascondendosi nell incavo tra collo e spalla dietro una massa di ricci le bacio i capelli (FARÒ DI TUTTO PER RENDERTI FELICE COME PRIMA, ANCHE DI PIÙ) decido di mettere un po d'ordine nel kaos che rischia di sopraffarmi (SU KARDIÁ MOU FAMMI ALZARE) la metto su delicatamente (DOVE VAI ?) mi sistemo il pantalone stropicciato si vede lontano un miglio che ho un erezione da paura mi tira anche nei fianchi (DOMANI MATTINA IVAN SARÀ DIMESSO DALL'OSPEDALE, HO BISOGNO DI PARLARE CON LUI AL PIU PRESTO) sorride teneramente (SPERAVO DI SENTIRTELO DIRE) mi chino per darle un leggero bacio sulla fronte (TU RESTA QUI E MANGIA TUTTO) quando torno non voglio niente e nessuno tra noi voglio spazzare via tutte le ombre che minacciano di farci annegare nel buio voglio spazzare via il ricordo del passato (NON CREDO CHE IVAN POSSA PARLARE) mi basta il suo sorriso per affrontare qualsiasi cosa (CI MANDIAMO DEI WHATSAPP DAL VIVO) le faccio l'occhiolino e vado via lasciandola un po disorientata, mentre scendo le scale chiamo Nick per farmi preparare la moto e avviso Simon che esco per un paio d'ore lui mi raggiunge nel garage (PERCHÉ NON PRENDI IL SUV ?) (MI SCOCCIA USARE L'AUTO È UNA BELLA GIORNATA DI SOLE) non lo so se mi ha creduto la verità é che voglio stare da solo se prendessi il suv o qualche altra macchina si offrirebbe di accompagnarmi (VUOI CHE VENGA CON TE ?) cazzo proprio non molla (NO TRANQUILLO BADA ALLE RAGAZZE E ALLA CASA) infilo il casco prima che possa replicare do gas e parto a tutta velocità, arrivato in ospedale parcheggio la moto e mi dirigo con passo deciso al terzo piano, fuori la porta della stanza di Ivan mi tremano le mani un velo di sudore mi gela la pelle mi sento pietrificato sto per rivederlo dopo cinque giorni l'ultima volta che l'ho visto era un mio dipendente tra i più fidati dopo Simon, la mano non reagisce vorrei bussare alla porta, chi sto per incontrare non lo so, cosa ne verrà fuori da questo incontro non so neanche questo, busso alla porta ma non mi risponde nessuno, poi ricordo che non può parlare apro la porta di scatto ed entro come spinto da una mano invisibile, appena mi vede sgrana gli occhi e salta giù dal letto vedo che sul comodino c'è un biglietto non può parlare per quindici giorni (INNANZITUTTO) cazzo mi trema la voce (BUONGIORNO) non so da dove iniziare ma noto che si è tranquillizzato ha il viso ancora un po tumefatto e una vistosa benda gli copre il naso (NON SONO VENUTO PER UNA VISITA DI CORTESIA) non sono garbato tantomeno gentile anzi direi che sto facendo di tutto per trattenermi dal moto di rabbia che sento montarmi dentro, fa un cenno per indicarmi una sedia prende il cellulare scrive scrive preme invio ma a me non arriva nessun messaggio, sto incominciando a perdere la pazienza, si avvicina al tavolo prende carta e penna lo vedo scarabbocchiare qualcosa poi gira il foglio 《BUONGIORNO ORDINATO DUE CAFFÈ》 prende l'altra sedia e si sistema ad un lato del tavolo ha capito perché sono qui, non è preoccupato ne agitato 《immaginavo che prima o poi l'avresti saputo》 trascino la sedia vicino al tavolo e mi lascio cadere sfiancato moralmente (POSA QUESTI FOGLI, USA IL CELLULARE...DOPO CANCELLIAMO I MESSAGGI E QUESTA CONVERSAZIONE NON SARÀ MAI AVVENUTA) assume una strana espressione forse un sorriso, cazzo l'ho conciato proprio male, sostituisce i fogli con il cellulare e aspetta che sia io a dirgli qualcosa, che cosa potrei dirgli che mi sento tradito da mio fratello perché non me l'ha detto, per me non sarebbe cambiato niente sarebbe rimasto mio fratello a prescendere da quelle che fossero le sue preferenze in fatto di sesso, non sono queste le cose che potrebbero interrompere il legame tra due fratelli, e allora mi chiedo perché sono qui, Nikita ecco perché sono qui (NON TI NASCONDO CHE RIVEDERTI MI FA INCAZZARE) e vero se ripenso alla scena di venerdì scorso mi sale il sangue alla testa 《NON SEI ARRABBIATO PER L'ALTRA STORIA》 leggo il messaggio sul mio cellulare (NO PER L'ALTRA STORIA SONO DELUSO) lo vedo scrivere velocemente 《DELUSO ?》 (DELUSO, ARRABBIATO MA SOLO PERCHÉ MIO FRATELLO NON SI È CONFINATO CON ME...NON PER ALTRO) bussano alla porta e senza aspettare risposta entra un ragazzino posa sul tavolo un vassoio con due caffè e dell'acqua va via in un baleno, mi alzo e apro la finestra (SI PUÒ FUMARE QUI) 《IO LO FACCIO ANCHE SE È VIETATO》mando giù il caffè e noto che lui è in difficoltà ma non si lamenta (DA QUANDO TEMPO STAVATE INSIEME ?) si accende anche lui una sigaretta e va verso la finestra 《OTTO ANNI》 resto per un attimo sorpreso (POI) mi guarda alzando le spalle 《POI NIENTE ABBIAMO CONOSCIUTO PATRICIA CHE ALL'EPOCA ERA DISPERATA UN LAVORO DA SCHIFO E UNA FIGLIA PICCOLA DA CRESCERE DEMITRI EBBE LA BRILLANTE IDEA DI FARLA PASSARE PER LA SUA FIDANZATA》lancio il mozzicone della sigaretta dalla finestra sotto ce ne sono a centinaia segno che non sono l'unico a fumare in un ospedale un po' me ne vergogno e che cazzo mi viene da pensare in questo momento (NON ERI D'ACCORDO VERO ?) non lo guardo ma lo sento sospirare 《NO LA MIA FAMIGLIA SAPEVA DI ME DI NOI, NON ACCETTAVO CHE LUI INVECE FACESSE DI TUTTO PER NASCONDERE LA VERITÀ》 continua a scrivere 《ERO D'ACCORDO AD AIUTARE PATRICIA MA NON PER LEI, PER NICOLE POVERINA》 mi giro di scatto verso di lui, solo ora mi rendo conto che stavo evitando di guardarlo (PERCHÉ DICI COSÌ ?) mi sembra sorpreso 《PATRICIA SPERAVA CHE NICOLE DIVENTASSE UNA MODELLA DI SUCCESSO LE FACEVA IL LAVAGGIO DEL CERVELLO NON DOVEVA MANGIARE, OGNI VOLTA CHE C'ERANO DEI PROVINI E CASTING DEL GENERE LEI LA TORCHIAVA PERBENE》 (STRONZA MALEDETTA CHE RAZZA DI MADRE METTE QUESTE IDEE NELLA TESTA DI UNA RAGAZZINA) 《FORSE SPERAVA CHE NICOLE DIVENTASSE FAMOSA E BEN PAGATA PER SISTEMARSI ALLE SPALLE DELLA FIGLIA ERA LEI IL SUO AGENTE》 sono schifato mi sale un coniato di bile che mi fa tossire (E PER QUESTO CHE HA DEI PROBLEMI AD ALIMENTARISI) conferma la mia intuizione con un cenno della testa 《SPERAVAMO CHE UNA VOLTA VENUTA IN CASA NOSTRA CON IL NOSTRO AIUTO ECONOMICO LASCIASSE IN PACE NICOLE MA ORMAI I DANNI ERANO FATTI》 il mio angelo la mia dea la sua sofferenza l'agonia di vederla star male e sentirsi impotente 《NON LO SAPEVI》 stavolta sono io a non avere voce a non trovare le parole 《POCO PRIMA DELL'INCIDENTE AVEVAMO AVUTO UNA LITE PERCHÉ IO E DEMITRI AVEVAMO DECISO DI ANDARE IN SPAGNA PER UFFICIALIZZARE LA NOSTRA UNIONE, NICOLE ERA FELICISSIMA VOLEVA FARE LA TESTIMONE, PATRICIA VIDE BARCOLLARE LA SUA POSIZIONE ECONOMICA》 mi sento pietrificato casco sulla sedia lui scrive a raffica io leggo avidamente nella camera non vola una mosca un silenzio rotto solo dai tasti del cellulare e dal bip per ogni messaggio che mi arriva 《DEMITRI SI OFFRÌ DI DARLE UNA COSPICUA SOMMA E DI PENSARE PER SEMPRE A NICOLE ALL'UNIVERSITÀ E TUTTO IL RESTO》 tutte le domande che chiedevano risposte si sono annullate dinanzi alla sconvolgente realtà che si sta' rivelando 《A NICOLE NON INTERESSAVANO LE SFILATE DI MODA VOLEVA FARE LA VETERINARIA E APRIRE UN RIFUGIO PER CANI ABBANDONATI》 IL SUO PROGETTO) mi sembra quasi di esalare l'ultimo respiro 《NON DIRGLI CHE TÈ L'HO DETTO》 il mio cervello sta' elaborando miriadi di ipotesi di supposizioni che una mente malata puo immaginare, sicuramente quando Demitri si é deciso ad ufficializzare la sua storia con Ivan lei ha iniziato a infastidire me (MI HAI DETTO DELLE COSE CHE NON SAPEVO, VORREI FARTI SOLO UN ALTRA DOMANDA...SPERO CHE LA COSA NON TI OFFENDA) non mi manda nessun messaggio ma con la mano mi esorta a chiedere (CHE TU SAPPIA DIMITRI...ANDAVA...LUI E PARTICIA ANDAVANO A LETTO INSIEME) scrive e fa di no con la testa 《NO MAI SOTTO QUEL ASPETTO DIMITRI ERA STATO CHIARO CON LEI, LE CHIESE DI ESSERE DISCRETA NELLE SUE AVVENTURE》 questo conferma il mio sospetto voleva attribuire a me la paternità di quel bambino figlio chissà di chi, ho sentito storie inverosimili ma questo batte tutte quelle fiction che mia madre si vede in televisione, non ho più domande non ho più dubbi mi è rimasta solo la paura, se Nikita dovesse scoprire tutto il marcio che ce sotto sarebbe la fine 《SEI RIMASTO SCONVOLTO MI DISPIACE》 quasi mi ero dimenticato di Ivan, troppo preso riflettere e rimuginare (E COME NON POTREI ESSERE SCONVOLTO SAPEVO DEL SUO LAVORO DI CAMERIERA IMMAGINAVO CHE STESSE CON MIO FRATELLO PER I SOLDI MA DI TUTTI I RETROSCENA ERO ALL'OSCURO) 《NICOLE NON CONOSCE TUTTA LA VERITÀ ED È MEGLIO CHE NON LO SAPPIA》mi alzo dalla sedia con le gambe intorpidite e doloranti mi sento stanco e svuotato (NOI NON ABBIAMO PARLATO DI NIENTE SONO SOLO VENUTO A DIRTI CHE...DOMANI TORNI A CASA AVRAI UN PERIODO DI RIPOSO E POI RIPRENDI SERVIZIO) si alza di scatto dalla sedia sorpreso 《SE LO STIA FACENDO PER NON FARMI PARLARE CON NESSUNO DI QUESTA STORIA È INUTILE》 mi viene da pensare che gli spaccherei la faccia un'alta volta (LO STO FACENDO PER NIKITA SEI ADDETTO ALLA SUA SICUREZZA PERSONALE SE GLI DOVESSE CAPITARE QUALCOSA TI RIDUCO PEGGIO DELL'ALTRA VOLTA) mi sorride ma poi si tiene il mento con la mano in una smorfia di dolore, mi mostra il cellulare e cancella tutta la conversazione faccio lo stesso anch'io, ci stringiamo la mano per consolidare una sorta di patto non detto non scritto che segretamente condividiamo, lascio l'ospedale con l'animo leggero svuotato è una sensazione strana, non vedo l'ora di tornare a casa e riabbracciare la mia dea.

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