CAPITOLO 25 -Seconda Parte-

75 1 0
                                    

Sono debole e anche se mi incazzo e mi esaspero il corpo non ha la forza di reagire, Simon ha chiesto a tutti di uscire molto probabilmente sta per farmi il resoconto di tutto quello che è successo in mia "assenza " (CHIAMA I MIEI AVVOCATI QUI PIOVERANNO DENUNCE E QUERELE, DENUNCIO TUTTI DAL PRIMO ALL'ULTIMO) mi guarda sorpreso (NON PUOI DENUNCIARE NESSUNO ATENA HA FIRMATO IL CONSENSO...) scatto con la testa dal cuscino e avverto una fitta (CHE ? COSA?) casco di nuovo sul cuscino (COME GLI È SALTATO IN MENTE DI FARMI UNA COSA DEL GENERE ?) continua senza darmi il tempo di continuare (ERA L'UNICO MODO PER TENERTI BUONO AL LETTO HAI RISCHIATO GROSSO) (NON ESAGERARE NON STAVO COSÌ MALE) mi guarda come se fossi un alieno,ammetto che certe volte perdo le staffe ma abbattermi come un cavallo azzoppato non lo posso accettare neanche da mia sorella (ATENA QUESTA ME LA PAGA) fa caldo improvvisamente fa troppo caldo stanno per saltare le mie molle anche se non so quante me ne sono rimaste (OK CALMATI IL PEGGIO È PASSATO ORA HAI BISOGNO SOLO DI RIPOSARE E DI STARE CALMO TRA UN PAIO DI GIORNI TORNIAMO A CASA E SISTEMERAI TUTTO) (SIMON CREDIMI NON HO LA FORZA DI REAGIRE IN NESSUN MODO) se n'è andata ha lasciato la stanza seguita da Ivan, non mi ha rivolto la parola neanche per chiedermi come mi sento, solo uno sguardo fugace un breve istante in cui i nostri sguardi sono rimasti imprigionati l'uno all'altro (DOBBIAMO PARLARE DI UNA COSA URGENTE, MOLTO IMPORTANTE, MOLTO) scatta un campanello d'allarme nella testa (NON TIRARLA PER LE LUNGHE GIÀ HO I BRIVIDI) alza il dito indice verso di me per azzittirmi, è vero che in questo momento non sono in grado di reagire è vero che lui è mio cognato ma mi sa che si esagera sta approfittando della situazione (TI DICO GIÀ DA ADESSO DI STARE CALMO) (SE DICI COSÌ OTTIENI L'EFFETTO CONTRARIO) un brivido dietro al collo mi fa gelare (QUANDO TI ABBIAMO PORTATO QUI ERAVAMO TUTTI MOLTO SPAVENTATI, ERI PRIVO DI CONOSCENZA E SUBITO TI HANNO PORTATO IN SALA OPERATORIA...) (CI STAI GIRANDO INTORNO) per un attimo lo vedo intimorirsi poi si carica con un lungo respiro (NICOLE È STATA MALE) per un attimo chiudo gli occhi cercando di immaginare l'impensabile (QUANDO AVEVI INTENZIONE DI DIRMELO) ho notato il suo colorito più pallido del solito smagrita in modo eccessivo (STACCA QUEL GANCIO) cerco di alzarmi dal letto un dolore alla gamba che oscilla sospesa in trazione, no è più forte il dolore che esplode nel petto di nuovo forte insistente (AIUTAMI FAMMI ALZARE) cerca di tenermi bloccato a letto (STA BENE,ORA STA BENE CALMATI C'È QUALCOSA CHE NON MI PIACE) se non piace a lui che non sa un cazzo figuriamoci a me (LE HANNO FATTO UN PRELIEVO) mi blocco al istante (INIZIALMENTE PENSAVAMO CHE AVEVANO PERSO LE PROVETTE) un senso di panico mi assale e mi paralizza (POI ABBIAMO SCOPERTO CHE CHI HA FATTO IL PRELIEVO È SPARITO, NON È UN MEDICO DELL'OSPEDALE, ABBIAMO CONTROLLATO LE TELECAMERE DI SICUREZZA, TRA I DIPENDENTI NESSUNO LO CONOSCE) Aria, mi manca l'aria non riesco a respirare nella testa c'è un vortice i pensieri si aggrovigliano si intrecciano poi tutto e chiaro e limpido come l'acqua tutto ha un senso tutti i pezzi del puzzle si incastrano perfettamente mostrandomi un quadro inquietante, dietro tutto questo c'è Erik quel figlio di puttana, l'unica cosa che non capisco è - perché ? (NIKITA LO SA ?) a quanto pare anche lui è assorto in qualche riflessione per un attimo (NO, LE ABBIAMO DETTO CHE GLI ESITI DEI PRELIEVI SONO COME AL SOLITO, CI HA CREDUTO SENZA FARE STORIE) devo assolutamente parlare con Ivan senza insospettire Simon, sono sicuro che dietro tutto questo c'è una vecchia storia e Ivan ne sa qualcosa (LEI COME STA ?) lo chiedo perche sono davvero preoccupato e anche per sviare il discorso (L'HAI VISTA, SI SENTE IN COLPA, NON DORME MANGIA POCO PASSA TUTTO IL TEMPO ACCANTO A TE, NON ESCE QUASI MAI DA QUESTA STANZA, SI È PRESA CURA DI TUTTO QUELLO CHE TI RIGUARDA) mi sfrego la faccia con l'unica mano che posso muovere (CHIAMA QUALCUNO FAMMI TOGLIERE QUEST'AGO DAL BRACCIO E TUTTO IL RESTO) a stento riesco a trattenermi ora anche il mio corpo sembra essersi rianimato, il solo pensiero che le possa succedere qualcosa di male mi riattiva caricandomi di rabbia (NON LO SO SE POSSONO TOGLIERTI...) non gli do il tempo di finire strappo il nastro adesivo che tiene fermo l'ago nel braccio un po brucia (FERMATI CHIAMO QUALCUNO) appena tiro via l'ago piego il gomito e lancio il tubicino per aria (SIETE IDENTICI, GIURO SIETE FATTI L'UNO PER L'ALTRA) subito preme il pulsante accanto al letto (DUE PAZZI ECCO COSA SIETE, DUE PAZZI PSICOPATICI, HA FATTO LA STESSA COSA LA SETTIMANA SCORSA QUANDO È STATA MALE E I MEDICI LE IMPEDIVANO DI VEDERTI) un ghigno mi sfiora le labbra un sorriso quasi diabolico, lei la mia regina la mia strega la mia follia tutto racchiuso in lei, entra un infermiere e subito si adopera per medicarmi il braccio,gli chiedo di togliermi anche il catetere ma per quello devo aspettare il medico di guardia, finalmente almeno posso muovere le braccia mi sfrego le mani sul viso sospirando, accidenti non ho mai avuto la barba cosi lunga, Simon è ancora accanto al mio letto (CHIAMALA) ho bisogno di vederla di parlarle, il mio è un bisogno malato che non mi permette di essere razionale.
Sento bussare leggermente alla porta, il tocco leggero gia mi dice che è lei, il cuore fa una capriola nel petto e il respiro si blocca quando la vedo entrare e chiudersi la porta alle spalle -Thêos- chiudo gli occhi perche la sua immagine mi distrugge è tremendamente pallida e smagrita, i capelli sono gonfi e vaporosi raccolti in modo disordinato, legghins e magliettone tutto sembra andargli troppo grande e le sue pantofoline con le orecchie di coniglio, fragile indifesa ma allo stesso tempo forte e determinata, d'altronde si sa che la vince sempre lei, sono allettato in queste condizioni dolorante e fasciato e ancora non posso fare a meno di mettere sempre lei al primo posto, questa consapevolezza mi schiaccia ma allo stesso tempo non posso farne a meno (VIENI NON RESTARE LI, SIEDITI) per un attimo la voce mi trema, con lo sguardo basso si tormenta le mani e poi passa ai tanti braccialetti che porta ai polsi, avanza con passo incerto e più si avvicina a me e più forte sento il suo profumo unico, inconfondibile inimitabile, lo stesso che penetrava la coltre fitta e buia del mio sonno forzato (MI SENTO RESPONSABILE DI...TUTTO, È COLPA MIA SE ORA SEI...) non riesce a parlare scoppia in un pianto disperato, mi si stringe il cuore solo per il fatto che non posso alzarmi per raggiungerla, cerca di asciugarsi il viso con il dorso delle mani come fanno i bambini, anche con piccoli gesti è capace di mettermi al tappeto (SIEDITI NON PIANGERE, PARLIAMO UN PO' OK) cerco di rassicurarla quando in realtà dovrei essere incazzato per come riesce a manipolarmi anche senza che lo sappia anche senza volerlo, si sistema sulla sedia accanto al letto (TI PREGO NON TRATTARMI COSI, MI FAI SENTIRE PEGGIO DI COME GIA MI SENTO) e molto scossa me ne rendo conto da come parla (IN QUESTE CONDIZIONI NON POSSIAMO FARE ALTRO CHE PARLARE) reagisco infierendo sui suoi sensi di colpa perché non accetto il suo modo di sparire senza una spiegazione che prima o poi mi darà perche la pretendo (ASPETTA CHE RIESCA AD ALZARMI DAL LETTO E TI SBATTERÒ CON LE SPALLE AL MURO) alza di scatto la testa i suoi occhi sempre cosi limpidi sinceri ora sono gonfi e arrossati (TI HO PROMESSO CHE NE AVREMMO PARLATO, CHE TI AVREI SPIEGATO TUTTO MA NON ORA, QUESTO NON È IL MOMENTO NE IL POSTO ADATTO) continua a stropicciarsi gli occhi e il naso con un fazzoletto di carta, ce poco da fare è sempre pronta ad avere l'ultima parola (E DA QUANDO DECIDI TU ? OGNI VOLTA CHE SEI TU A DETTARE LE REGOLE LE COSE VANNO UNO SCHIFO) indico me stesso (NON SONO QUI PER UNA VACANZA) mi assale un desiderio irrefrenabile di ferirla di schiacciare tutto quello che mi dirà, di annullare tutte le sue ragioni facendola stare anche male è un senso di ribellione che mi sconvolge ho bisogno di ribellarmi se voglio sopravvivere psicologicamente (HO AVUTO MOLTA PAURA...) non voglio sentire frasi di circostanze che non servono a niente (STAI ALZANDO UN MURO CHE BUTTERÒ GIU A FORZA DI SBATTERCI LA TESTA VISTO CHE HO UNA GAMBA MESSA MALE) continua a tormentare i braccialetti non riesce a stare seduta, bussano alla porta ed entra un medico accompagnato dall'infermiere di prima, si guardano e lui le fa l'occhiolino, chi cazzo è questo ? da dove è uscito fuori ? è uno stronzo non sa che sta rischiando, Nikita è arrostita io invece vado a fuoco e incenerisco entrambi con lo sguardo, lui è troppo stupido non ha capito le sorride come un ebete - e lei? - lei evita di guardare chiunque perche sa che sto per esplodere, non riesco a capire cosa mi sta dicendo il dottore sono troppo preso a contemplare questa situazione assurda (LA SIGNORINA DEVE USCIRE UN ATTIMO) la fulmino con lo sguardo (NICOLE DEVI USCIRE APPENA ABBIAMO FINITO POTRAI ENTRARE DINUOVO) Dio santo dammi la pazienza sto per esplodere, da come le parla noto che ce confidenza tra di loro (NIKITA ESCI, SUBITO) è meglio che se ne vada perche se questo continua cosi lo strozzo, mi si è inceppato il cervello, il dottore intanto aspetta un po stupito si è reso conto che ce una strana tensione (SIGNORINA PER PIACERE SOLO POCHI MINUTI E POTRETE RIENTRARE) non ce verso fa sempre di testa sua si avvicina al letto e mi prende la mano, il suo tocco ha sempre il potere di calmare la mia ira (NON ESCO TI TENGO LA MANO) cerco di liberare la mano dalla sua stretta (NON SCHERZARE ESCI) (MI GIRO, NON GUARDO MA FAMMI RESTARE) e lo fa davvero si gira dando le spalle a tutti senza lasciarmi la mano, intreccia le sue dita con le mie, determinata testarda riesce sempre a tenermi testa (PROCEDA PURE) il dottore mi guarda un po stravolto l'infermiere stronzo è in seconda fila ma prima di sera lo becco (ISPIRI PROFONDAMENTE E QUANDO GLIELO DICO ESPIRI CON FORZA) seguo le due istruzioni cercando di capire perche la tira cosi per le lunghe (PRONTO ?) tiro un profondo respiro trattengo il fiato Nikita è sempre accanto a me e mi da le spalle non si muove rigida tanto che la sento tremare (ESPIRI FORTE) butto fuori l'aria con forza e nello stesso momento lui tira via il tubicino del catetre, ho un brivido mi sento strappare qualcosa da dentro dall'addome e brucia istintivamente stringo forte la mano di Nikita che per un attimo si piega di lato, ad operazione conclusa il dottore passa la sacca l'infermiere che subito va via (ABBIAMO FINITO, SE AVVERTE DOLORE O BRUCIORE LE PRESCRIVO UN ANTIDOLORIFICO) un po brucia ma non mi interessa basta che se ne vanno (NO VA BENE COSI) va via anche lui (COME TI SENTI ?) le nostre mani sono ancora strette le dita ancora intrecciate (INCAZZATO NERO, CHI È ? E PERCHE SI RIVOLGE A TE IN QUEL MODO ? ) cerca di tirare via la mano ma stringo più forte solo per non lasciarla andare sono gelosamente incazzato (PARLAVO DI TE DEL TUBIC...) mi guarda perplessa (SEI GELOSO ?) crepo piuttosto che darle questa soddisfazione (NON DIRE STRONZATE) si siede dinuovo accanto a me ancora stretti con le mani (MI SPIEGHI COS'È SUCCESSO ? PERCHE TI STAI ALLONTANANDO DA ME ?) sospira facendo vagare lo sguardo in giro per la stanza (POSSIAMO PARLARE QUANDO TORNIAMO A CASA, TI PREGO) sospiro rassegnato (MI STAI CHIEDENDO UNA TREGUA ? SARÀ UNO SCONTRO EPOCALE ?) (HO PAURA, SE TI AGITI TROPPO, TI DOVRANNO SEDARE DINUOVO, SE PER CASO NON TI SENTI BENE) è sempre più agitata si fa prendere dal panico, stramaledettamente bella e stronza (STAI CERCANDO DI DIRMI CHE TI SONO MANCATO) la istigo di proposito e mi aspetto che mi darà filo da torcere (SI...MOLTO) resto un po stupito non mi aspettavo che si sarebbe arresa cosi facilmente (MIKRÓ SMETTIAMOLA CON QUESTA CONVERSAZIONE QUASI IRONICA, SEI MOLTO PALLIDA SEMBRI FATTA DI CERA IL TUO VOLTO E SMAGRITO) la fisso intensamente questa volta non sfugge al mio sguardo e i suoi occhi sono fissi su di me (NON DOVRESTI PREOCCUPARTI PER ME) la tiro verso di me (VIENI) riesco a tirarla su dalla sedia e quasi casco dal letto la gamba oscilla dolorosamente facendomi imprecare (ATTENZIONE TI FA MALE ?) mi fa male quando si allontana da me mi fa male la sua assenza mi fa male quando mi evita alzando un muro di incomprensioni che sono pronto a demolire, cedo di nuovo (OK TREGUA, NE RIPARLIAMO A CASA) illusa anche senza forze non mollo (VADO DA ATENA) continuo a trattenerla (ASPETTA SONO GIORNI CHE NON TI VEDO, CHE NON SENTO IL TUO PROFUMO) è stata tanta la sua mancanza che in questo momento cedo davvero, non riesco a trattenere il bisogno di averla sempre accanto a me (MI SEI MANCATA TANTO, RESTA ACCANTO A ME ) dovrei odiarmi per quello che ho appena detto (ANCHE TU, MI SEI MANCATO MOLTO) noi siamo due poli che si attraggono che si respingono si scontrano si fondono si sbriciolano ma si ritrovano sempre anche senza una ragione, non c'è più bisogno di parlare ci siamo ritrovati, riesco a stento a farle un po' di spazio e si distende accanto a me lei è piccola e minuta (TI FACCIO MALE ?) la stringo con cautela (TRANQUILLA DA QUESTO LATO NON HO NIENTE DI ROTTO) mi guarda con gli occhi colmi di lacrime (HO AVUTO TANTA PAURA DI PERDERTI, SOLO PENSARLO ...) (NON LO DIRE) si sistema con la testa sul mio braccio come se fosse un cuscino, i miei occhi si perdono nel suo sguardo restiamo così persi l'uno nell'altro senza parlare ci basta respirare lo stesso respiro riesco ad abbracciarla facilmente anche se sono costretto a restare supino assaporo la sensazione di pace e beatitudine che mi da averla finalmente accanto, il suo profumo la morbidezza della massa vaporosa dei suoi capelli, sono fottuto sono totalmente suo in ogni mio essere, la sento respirare tranquillamente il suo volto i suoi occhi sono il mio faro, il mio punto d'arrivo questo istante mi vale tutta la vita (LION IO...) il tocco leggero della sua mano tra i mie capelli (S'AGAPÓ) il cuore fa una capriola nel petto e perde un colpo - ti amo - mi guarda gli occhi lucidi le lacrime stanno per traboccare lungo le guance, la pronuncia lascia a desiderare ma sentirle dire che mi ama nella mia lingua mi nasce un sorriso spontaneo, mi accarezza la guancia e le lacrime le bagnano il viso (S'AGAPÓ) lo ripeto baciandole la fronte.
Restiamo così per un tempo indefinito senza parlare, ci sono momenti in cui parlano i silenzi, non servono parole, non avverto più il mondo esterno, perche il mio mondo è qui tra le mie braccia, mi angoscia la sua eccessiva magrezza le bacio le guance i capelli aspirando avidamente il suo profumo si stringe a me chiudo gli occhi assuefatto dal suo calore scivolando in un sonno leggero.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Amo quest' uomo più di quanto ami me stessa, il dolore che ha provato nel corpo e nell' animo sarà il mio più grande peccato, un senso di angoscia mi stringe il cuore ma in un modo o nell'altro devo difendermi devo costruire un muro dove lui non può schiacciarmi dove non sono il suo burattino, dove resto me stessa, come posso mettere il cuore in standby e sancire una tregua ? mi basta chiudere gli occhi per rivivere momenti passati insieme, le sue pretese le mie rivincite, il suo sorriso le mie lacrime, il suo modo pazzo e ossessivo di amarmi i miei tentativi e fallimenti, i nostri respiri che si fondono, la vinco sempre io ma mi sento sconfitta sopraffatta dal suo carattere dominante non a caso è il mio tiranno, tra le dita una ciocca di capelli (LION...IO) ho il respiro debole spero di non collassare, punto lo sguardo nei suoi occhi non vedo bene gli occhi mi si inondano di lacrime (S'AGAPÓ) non so se l'ho detto bene, spero che l'abbia capito (S'AGAPÓ) la sua pronuncia mi colpisce diritta al cuore che perde il ritmo le lacrime mi bagnano il viso, la barba folta e morbida sotto il palmo della mia mano, il respiro regolare le lunghe ciglia nere nascondono lo specchio dalla mia anima, le labbra leggermente socchiuse il battito forte e regolare del suo cuore mi allontana da ogni paura da ogni pensiero veglio il suo sonno finalmente tranquillo.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Per quanto ami mia sorella e spesso la chiamo Principessa ci sono momenti in cui fa saltare le mie molle, come in questo momento, apro gli occhi e la vedo seduta sulla sedia accanto al letto mi prende un colpo, le faccio segno con il dito indice di stare zitta, le indico Nikita che dorme accanto a me, Atena sbuffa esasperata si alza stizzita esce sbattendo la porta talmente forte che Nikita si sveglia facendo un balzo nel sonno (MIKRÓ) non lo volevo dire mi morderei la lingua mi ero ripromesso di non chiamarla più cosi (MI SONO ADDORMENTATA) gioco con una ciocca rossa (CI SIAMO ADDORMENTATI) il suo sguardo mi cattura siamo imprigionati occhi negli occhi, disegna il contorno del mio volto, il suo tocco leggero mi accarezza le sopracciglia, il solco del naso e scende disegnando il contorno delle labbra, mi sorprende sempre anche quando dovrei essere spietato, è capace di azzerare il mio temperamento irascibile ha lo stesso effetto di un balsamo curativo, solo lei ha il potere di influire in modo cosi repentino su di me (PER GIORNI HO DISEGNATO IL TUO VOLTO ASPETTANDO DI VEDERE I TUOI OCCHI, DI SENTIRE LA TUA VOCE IL TUO RESPIRO) poi dicono che ho un brutto carattere (TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE STAI DICENDO) tiro un lungo respiro cercando di non perdere la pazienza (SPARISCI PER UNDICI GIORNI) la voce mi sale di un tono e credo che peggiorerà (NON UNA TELEFONATA NON UN MESSAGGIO) sento l'adrenalina che entra in circolo facendomi scattare (E ORA MI VIENI A DIRE CHE TI SONO MANCATO SEI DECISA A FARMI IMPAZZIRE ?) sto urlando tanto che mi manca il respiro (NON PUOI FARMI QUESTO, HO PASSATO GIORNI A PENSARE E RIPENSARE...) si alza di scatto dal letto (CALMATI) mi guarda preoccupata (CALMARMI, MI STAI CHIEDENDO DI CALMARMI QUANDO DICI CAZZATE) urlo come un pazzo sento la vena del collo che pulsa pericolosamente (SIMON, SIMON) chiamo ? no urlo, la porta si apre di botto entrano Simon e Ivan seguiti da Atena non li lascio neanche fiatare (IVAN PORTARLA VIA, NON FARMELA VEDERE) continuo ad urlare (MI STA FACENDO IMPAZZIRE) Simon si avvicina di scatto al letto e preme il pulsante per chiamare un medico, sono tutti sconcertati (VIENI NICOLE ANDIAMO DI LA) lei sembra una statua Ivan la prende per un braccio e la trascina via (HERAKLION CALMATI ) (ATENA VATTENE ANCHE TU) lo so che mia sorella non c'entra niente ma in questo momento non potrei sopportare la sua parlantina, entra un medico (NON VOGLIO UN MEDICO) (HERAKLION CERCA DI STARE CALMO) Simon è l'unico rimasto (SIMON NON VOGLIO UN MEDICO, COME FACCIO A STARE CALMO QUANDO LEI FA DISCORSI INSENSATI, DICONO CHE HO UN BRUTTO CARATTERE CHE SONO UN TIRANNO CHE NON RIESCO A RAGIONARE IN MODO TRANQUILLO, DICE COSE ASSURDE LE SONO MANCATO CAPISCI PRIMA SPARISCE MI MOLLA POI LE MANCO, NON CI CAPISCO PIÙ NIENTE) Simon prende una sedia e la trascina accanto a me (OK NON VUOI IL MEDICO) fa cenno al dottore di uscire (NE VUOI PARLARE ?) mi lascio cadere con la testa sul cuscino e chiudo gli occhi cercando di recuperare il respiro mi manca l'aria (SIMON LASCIAMI SOLO PER PIACERE) sento che si alza dalla sedia (SEI SICURO ? FORSE E MEGLIO CHE IL DOTTORE TI DIA UN OCCHIATA) faccio di no con la testa perche non ho fiato apro gli occhi o forse no vedo tutto buio (CHIAMO DINUOVO IL DOTTORE SEI TREMENDAMENTE PALLIDO) resto in silenzio niente sarà più come prima.

Destinazione ParadisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora