CAPITOLO 14 - NIKITA -

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Sono completamente sopraffatta dalla sua furia (SMETTILA) a stento riesco a farfugliare nella sua bocca il suo corpo mi sovrasta, con le mani bloccate dietro la schiena l'unico modo che ho per sfuggirgli è girare la testa di lato, un dolore e sento i suoi denti stringermi la guancia, non gli è bastato mordermi il labbro (NON DIRMI COSA FARE...MAI) lascia le mani mi afferra con impeto per le natiche stringe forte fino a conficcarmi le unghie nella carne mi prende di peso come è solito fare (SEI MIA...) struscia la granitica erezione tra le mie gambe sotto la maglietta non indosso niente e l'attrito che si crea mi infiamma, cerco di non lasciarmi andare di restare impassibile di non farmi travolgere dalla passione ma porca miseria le mie mani se ne vanno per conto loro, avverto la morbidezza dei suoi capelli tra le dita le palpebre sono pesanti il profumo del suo corpo mi inebria, sporge i fianchi schiacciandomi sul suo pene duro continua a muoversi facendomi innarcare la schiena per sentire ogni centimetro del suo desiderio che mi sta infettando come una febbre facendomi perdere la razionalità e il pudore mi muove per assecondare le sue spinte mi regge con le mani sotto al culo gli sto attaccata al collo, gonfio il torace strusciando con il seno contro i suoi pettorali nudi i capezzoli sono turgidi sassolini sensibili allo sfregamento che mi bagna tra le gambe (CAZZO) cerco di non ridere (LO SENTO TUTTO...) ma rido (CON TE PERDO COMPLETAMENTE LA RAGIONE) mi mette a terra facendomi scivolare sull'asta dura del suo sesso, mi trascina in camera sgrano gli occhi (MICA CI HA VISTO QUALCUNO) chiude la tenda alle sue spalle (SPERO...DI NO) mi sfila la maglietta lasciandomi nuda (THEÓS) ( STAVAMO... PARLANDO...) mi sudano le mani sento il battito cardiaco pomparmi nelle orecchie avanza verso di me e bello da paura il fisico scolpito da madre natura e dai duri allenamenti lo divoro con lo sguardo sugli addominali e ancora più giù dove la cresta illiaca e messa in evidenza dai pantaloncini bassi che lasciano intravedere una leggera peluria resta fermo immobile si lascia accarezzare dal mio sguardo fino a quando i miei occhi non incontrano i suoi (VUOI ANCORA...PARLARE) non riesco a lasciare il suo sguardo i suoi occhi neri profondi non parlo non abbiamo bisogno di parole i nostri occhi parlano per noi, avanza lentamente verso di me non mi muovo socchiudo gli occhi avverto la sua bocca baciarmi teneramente il collo sale fino a sfiorarmi l'orecchio (MOU) vorrei ripetergli per la milionesima volta che non lo capisco (I ZOÍ MOU...S'AGAPÓ) e anche se non capisco sono completamente in balia della sua voce bassa vibrante profondamente erotica non muove un dito solo il suo sguardo accarezza il mio corpo fremo perché desidero le sue mani su di me desidero sentire il peso del suo corpo che mi sovrasta accarezzo le spalle possenti nasconde il viso nell' incavo del mio collo, con le mani risalgo tutta la schiena fino a stringere tra le dita le ciocche di capelli che gli sfiorano le spalle, avverto che qualcosa è cambiato nel suo desiderio di me non mi tocca se non con la bocca e delicato quasi timoroso (MOU PÁNTA) gli strattono piu forte i capelli per ribbellarmi alla sua dolcezza per esigere la sua irruenza il suo impeto per spegnere l'incendio che mi sta divorando da dentro (LA MIA REGINA FREME DI DESIDERIO) lo spingo verso il letto ma si sposta solo di pochi centrimetri e lui ad afferrarmi come ormai è il suo solito ma invece di andare verso il letto si siede sulla poltroncina di velluto rosso ai lati del tavolino da tè, porca miseria gli sono sopra a cavalcioni mi guarda con un sorriso da mascalzone che non mi lascia scampo (FACCIAMO A MODO TUO) per un attimo resto basita (NON FARÒ NIENTE SE NON LASCIARTI LA LIBERTÀ DI FARE QUALSIASI COSA TU VOGLIA) si parla parla intanto lo sento che si tira su per strusciarsi tra le mie gambe gli prendo le mani e le poggio sui miei seni (TOCCAMI) non so resistere al desiderio delle sue mani sul mio corpo (ALLORA FARÒ QUELLO CHE TU MI CHIEDI DI FARE) mi muovo lentamente sulla durezza del suo pene (DICI SULSERIO POSSO CHIEDERTI...) mi chiude la bocca con il dito indice (STRONZA NON PROVARCI) gli tiro con piu forza i capelli fino a fargli andare la testa all'indietro (FORSE NON LO SAI MA QUANDO SEI IRRUENTE SELVAGGIO E VOLGARE MI INFIAMMO ANCORA DI PIÙ) ride a squarciagola il pomo d'Adamo va su e giù e gli mordo il collo senza neanche pensarci due volte (ÉNAS) mi piace da morire quando parla nella sua lingua trovo sensuale il modo in cui muove le labbra e la lingua tra i denti (OK GIOCHIAMO A MODO MIO TI LASCI FARE QUALSIASI COSA IO VOGLIA) questa volta è lui a strattonarmi per i capelli costringendomi ad un faccia a faccia di pochi millimetri (OK...MA BADA QUESTO NON È UN GIOCO...) non lo lascio parlare mi alzo di scatto e gli tiro via i pantaloncini, ho ottenuto l'elemento sorpresa che lo ha destabilizzato facendogli perdere il controllo, e bello come le statue di bronzo che raffigurano gli antichi Dei pagani del suo paese, stravaccato sulla poltroncina nudo come un modello in posa per un quadro d'autore (FARAI DI ME CIÒ CHE VUOI ?) Il suo tono è ironico ma non ci sto a pensare su poi tanto poggio entrambi le mani sulle sue ginocchia e gli divarico le gambe, mi inginocchio tra le sue cosce subito cerca di tirarsi su (CAZZO CHE FAI TIRATI SU IMMEDIATAMENTE) riesco a bloccarlo sulla poltroncina arpionandogli i fianchi con le unghie (HAI DETTO CHE POTEVO FARTI QUELLO CHE VOLEVO) (QUESTO NON È INCLUSO) accarezzo i peli soffici che contornano la sua asta, si erege in tutta la sua durezza dinanzi a me, ammetto a me stessa di essere un po' intimorita come tutto quello che riguarda il sesso non l'ho mai fatto, sentivo i discorsi che facevano le ragazze nei bagni del liceo ridevano dicendo che è una cosa che fanno tutti (ALZATI...HO DETTO ALZATI NON VOGLIO CHE LO FAI) non mi lascio intimorire dalle sue proteste (TU L'HAI FATTO A ME...) cerca di alzarsi gli blocco le gambe sotto le mie so di non avere un peso rilevante ma ci provo (FARLO A TE É BELLISSIMO...NON CREDO CHE PER TE SIA LO STESSO) forse a ragione ma non voglio fermarmi proprio ora (TE LO DIRÒ DOPO SE È O NON È STATO BELLISSIMO) prima che riesca a scrollarmi di dosso circondo con la mano la circonferenza dura della sua erezione è largo lungo, duro ma morbido come stringere un asta d'acciaio rivestita di velluto, muovo lentamente la mano su e giù la pelle si tende assecondando il mio movimento, sulla punta compare un piccola gocciolina che sembra quasi invitarmi ad assaggiarla, avvicino la bocca la lecco via con un colpo di lingua ne assaporo l'essenza, si scioglie in bocca come panna montata con un retrogusto salato, avvolgo la punta con un giro di lingua e lo lecco tutto, lo sento sussultare contrae l'addome, mi spingo oltre apro la bocca e lo ingoio fin dove posso (THEÓS) la sua voce é rotta da un delirio che mi trascina in una dimensione sconosciuta, mi muovo su e giù con la bocca con movimenti lenti misurati che mi fanno sentire accaldata, alzo gli occhi per osservarlo brevemente e riprendo fiato, è in estasi gli occhi semichiusi la bocca spalancata respira con affanno, gli piace e piace anche a me, cambio tattica e lo lecco dalla base alla punta come un gelato per poi riprenderlo in bocca succhiando forte solo la punta, sento la sua mano tra i capelli non stringe sembra massaggiarmi la testa, stringo le gambe cercando di alleviare il desiderio che mi pulsa tra le cosce e poco dire che sono bagnata, scendo dinuovo con la bocca spalancata cercando di prenderne di più arrivo fino a sentirlo in gola, un pizzicotto sul capezzolo e ho i brividi ansimo e mugolo (THEÓS...ÉNAS) succhio avidamente nella speranza che si estingua il fuoco che sento montarmi dentro continua a torturarmi stringendo e pizzicando i capezzoli sono sul punto di spiccare il volo verso la vetta con uno scatto improvviso mi tira su (ARKETÁ) sono per un attimo disorientata (PERCHÉ ?...IO) mi prende il viso tra le mani per un attimo mi fissa intensamente negli occhi (SKÁSE) mi morde il labbro con dolcezza teneramente non come fa sempre che poi sanguino la sua lingua accarezza la mia in un graviglio che mi sgretola lo stomaco mi tiro su senza lasciare la sua bocca, ho bisogno di lui, ho bisogno che spenga l'incendio che mi sta consumando, lo sa l'ha capito vogliamo la stessa cosa, si aiuta con una mano sento la punta premere contro la mia apertura bagnata scendo lentamente accogliendolo dentro di me fino in fondo (ETAIREÍA...FERMA) proprio non potrei, mi manca il fiato anche lui tira un lungo respiro e per un attimo chiude gli occhi, lo sento dentro mi riempie tutta facendomi annegare in un oceano infuocato mi appoggio con le mani sulle sue spalle (FERMA...NON CI RIESCO...AVEVI DETTO CHE POTEVO FARTI QUELLO CHE VOLEVO) un mezzo sorriso e sospira (UN PO' L'HAI FATTO...) ora sono io a cercare la sua bocca gli lecco le labbra gliele mordo e mordo il mento la gola, mi puntello con i piedi a terra mi muovo su e giù lasciandolo uscire dal mio corpo solo per metà per poi riprenderlo tutto dentro di me asseconda i miei movimenti le sue spinte i miei affondi sono una lenta agonia che ci consuma assorbo con avidità i suoi gemiti rochi che diventano i miei mi stringe i fianchi e tutto cambia (OH DIO...) lo so non vale pregare in certi momenti, non vado più su e giù guida i miei movimenti facendomi strusciare avanti e indietro lentamente, sto andando a fuoco sento un caldo bestiale con i piedi puntati a terra mi muovo seguendo i suoi movimenti si tira su per mordermi un capezzolo il sottile dolore si diffonde nel mio corpo come un benefico veleno che va ad addensarsi nel mio ventre, morde e succhia con avidità anche l'altro capezzolo facendomi innarcare giro la testa di lato e vedo il nostro riflesso nello specchio, l'immagine riflessa quasi mi scandalizza mi eccita ancora di piu lo vedo sotto di me la sua bocca le sue mani mi stringono i seni, mi guardo mentre lo cavalco mi dimeno con foga muovendomi piu forte (NON ORA...ASPETTA) cosa non credo di aver capito bene (NON POSSO) ho il fiatone non riesco neanche a parlare mi stringe con forza i fianchi fa leva sui talloni e innarca la schiena non vedo più niente non sento piu niente, solo un esplosione che mi scuarcia in mille pezzi che mi fanno librare in volo facendomi urlare il suo nome
lo sento sussultare e contrarsi dentro di me (ÈNAS...ÈNAS) vibro come le corde di un arpa pizzicate dalle mani di un maestro che lascia volare le note della sua dolce melodia, mi accascio sulla sua spalla respiro a stento non riesco ad aprire gli occhi nascondo il viso nel suo collo lui continua a muoversi lentamente ancora in balia del orgasmo che ci ha travolti, tira un lungo respiro (MOU) vorrei tirargli i capelli ma non ho la forza neanche per alzare la mano, mi bacia con tenerezza tra i capelli riprendo lentamente le percezioni terrene come se avessi fatto un viaggio astrale, avverto dinuovo il pavimento freddo sotto i piedi il vento che soffia e fa gonfiare la tenda chiusa, mi circonda con le braccia stringendomi forte è ancora duro nel profondo del mio ventre, restiamo cosi rilassati accoccolati l'uno sull'altro o nell'altro fa lo stesso, siamo nella nostra dimensione dove ogni attimo e fatto di noi, la beatitudine viene spazzata via dal suono del suo cellulare mi allungo verso il tavolino e cerco di afferrarlo (LASCIALO STARE NON VOGLIO RISPONDERE) guardo sul display (È ATENA) prende il telefono sbuffando mi accoccolo sul suo ampio torace (CHE VUOI ?) risponde un po scocciato non riesco a sentire cosa gli stia dicendo Atena, lui annuisce e brontola, mi giro dinuovo verso lo specchio per guardare dinuovo l'immagine riflessa dei nostri corpi nudi ancorati l'uno all'altro (OK...SI HO CAPITO MA NON MI INTERESSA...FA COME MEGLIO CREDI...) vedo il suo sguardo riflesso nello specchio che mi fissa e scende sui nostri corpi nudi (...OK) chiude la telefonata continua a fissarmi attraverso lo specchio, poggia il cellulare a terra (NON FARLO PIÙ) mi rendo conto a cosa si riferisce sorrido e calo gli occhi istintivamente non riesco a guardarlo mi prende il viso tra le mani (NON TI È PIACIUTO ?) forse la mia inesperienza o l'emozione non l'ho saputo fare, per un attimo stringe gli occhi (SI MI PIACE...TROPPO...) sorride e gli sorrido anch'io (ANCHE A ME È PIACIUTO...MOLTO...NON L'AVEVO MAI FATTO ) stavolta ride divertito (HO SEMPRE FATTO IN MODO CHE...NON...AVESSI NESSUNA...ESPERIENZA) mi si spegne il sorriso sulle labbra un senso di delusione mi invade (NON LO AVREI FATTO...CON NESSUNO...NIENTE...MAI) come puo pensare che l'avrei fatto con qualcuno che non fosse lui (NON FARE QUELLA FACCIA DISPIACIUTA, HO SEMPRE CERCATO DI PROTEGGERE TE E MIA SORELLA, LEI SI METTE INSIEME AL CAPO DELLA MIA SICUREZZA E A TE TI VEDO A CAVALCIONI SU IVAN, HO RACCOMANDATO LE MIE PECORE AD UN BRANCO DI LUPI, POI DICONO CHE HO UN BRUTTO CARATTERE) (MI FACEVI SORVEGLIARE...) (SEMPRE ANCHE QUANDO NON C'ERANO I RAGAZZI DELLA SICUREZZA...SIETE SEMPRE STATE SORVEGLIATE A DISTANZA) resto senza parole, che cosa potrei dirgli che certe volte lo reputo un vero stronzo (FORZA SPUTA IL ROSPO COSA MI VUOI DIRE) mi alzo di scatto facendolo sussultare dal dolore, credo di essermi mossa in modo maldestro ben gli sta (STRONZO, NON ERA IL CASO DI FARMI SORVEGLIARE...ASPETTAVO TE, HO SEMPRE ASPETTATO E AVREI CONTINUATO AD ASPETTARTI ALL'INFINITO) ho bisogno di fare una doccia e soprattutto di allontanarmi da lui (E SECONDO TE NON C'È MAI STATO NESSUNO ALLE SFILATE CHE VOLESSE METTERTI LE MANI ADDOSSO) incomincia ad urlare gli si gonfiano le vene del collo (LO SANNO TUTTI CHE SFIORARTI EQUIVALE A METTERSI CONTRO DI ME...) ho sentito abbastanza vado verso il bagno con l'intenzione di chiudermi dentro (...DOVE VAI ? STO PARLANDO) si alza dalla poltroncina mi raggiunge con pochi passi e divinamente nudo e da quello che vedo ancora un duro (VADO IN BAGNO HO BISOGNO DI FARE UNA DOCCIA) si passa le mani tra i capelli (FORSE NON SONO STATO CORRETTO, MA NON È STATA MANCANZA DI FIDUCIA VERSO DI TE MA VERSO GLI ALTRI) capisco cosa lo abbia spinto a comportarsi in un certo modo, resta il fatto che non ho niente da dirgli, mi chiudo in bagno il getto dell'acqua mi distende i nervi e mi svuota la mente, lascio che il rumore dell'acqua sovrasti i miei pensieri confusi, vorrei capire cosa gli frulla in mente, cambia umore in un nanosecondo e io come lui, è un vero e proprio tiranno ma non posso fare a meno di amarlo perché lo amo cosi com'è amo i suoi difetti prima dei suoi pregi, la testardaggine, l'arroganza di non ammettere mai quando sbaglia di non chiedere scusa, sono come lui voglio sempre l'ultima parola lo amo come lui mi ama in modo folle totale annullandomi a tal punto da prendere in considerazione l'idea di legarmi a lui per sempre, sono già legata a lui nell'animo nel cuore, legarmi fisicamente significa rinunciare completamente a me a chi sono a cosa voglio, cosa voglio in realtà ? non lo so nemmeno io fino a pochi giorni fa avevo le mie certezze ora ho solo dubbi, il mio progetto non so se riuscirò a farlo decollare, chiudo l'acqua apro la cabina doccia e lo trovo appoggiato al lavabo con le braccia conserte e i pantaloncini infilati alla rovescia (DA QUANTO SEI LI) prende l'accappatoio prima che riesca a prenderlo io (DA UN PO TI HO CHIAMATO DUE VOLTE, MI SONO PREOCCUPATO PERCHÉ NON RISPONDEVI) mi avvolge con delicatezza nel suo accappatoio (MI DISPIACE NON TI HO SENTITO) la sua unica risposta è un bacio sulla fronte, mi prende in braccio senza il minimo sforzo torniamo in camera e mi sistema a letto l'ultima cosa che ricordo é lui che si stende accanto a me.
Mi sveglio stiracchiandomi beatamente, tutte le luci sono spente la tenda é chiusa, l'unica fronte di luce che vedo è lo schermo del pc portatile poggiato sul tavolino da tè, lui è al computer legge alcune carte e digita velocemente sulla tastiera (CIAO) mi metto seduta al centro del letto (FINALMENTE TI SEI SVEGLIATA) indosso un'altra delle sue magliette (PERCHÉ CHE ORE SONO) guarda dinuovo lo schermo del pc (SONO LE VENTUNO E QUARANTADUE) salto giù dal letto (SIAMO CHIUSI IN CAMERA DALL'ORA DI PRANZO...HO DORMITO QUASI TUTTO POMERIGGIO) gira la poltroncina verso di me e congiunge le mani (TU SEI CHIUSA IN CAMERA, IO SONO USCITO UN PAIO DI VOLTE) lo dice con un espressione beffarda sá qualcosa che io non sò (È SUCCESSO QUALCOSA MENTRE DORMIVO, COSA VOLEVA ATENA PRIMA ?) si alza dalla poltroncina mi raggiunge e comincia a sistemarmi i capelli con le mani (SEI DIGIUNA DA OGGI POMERIGGIO, TI VÀ UN TÈ ?) indossa un altro pantaloncino senza maglietta e profuma di buono (SI GRAZIE) chiama in cucina e chiede a Maria di preparare un tè all'inglese, immagino che questo farà andare in tilt la povera Maria (MENTRE DORMIVI HO PARLATO CON ATENA, MIA MADRE STA TORNANDO A CASA CON ZIA ELENA) mi lascio cadere sul letto, se zia Sofia è una tutrice tedesca zia Elena è la reincarnazione di un dittatore sanguinario e insieme sono terrificanti (NON FARE COSÌ, OK VA BENE ANCHE ATENA HA MINACCIATO DI ANDARSENE) mi afferra per le braccia e cerca di tirarmi su, mi lascio andare cascando a peso morto sul letto (IN QUESTO CASO VADO VIA ANCH'IO) riesce a tirarmi su e mi sistema sulla poltroncina difronte alla sua (NON VAI DA NESSUNA PARTE DOBBIAMO PARLARE...) non so sé devo preoccuparmi (DI COSA ?) si mette seduto difronte a me (HO SGUINZAGLIATO I MIEI BARRACUDA...AVVOCATI CI VORRÀ QUALCHE SETTIMANA PER STILLARE TUTTI I DOCUMENTI...) gli salto addosso per abbracciarlo impedendogli di continuare (OH DIO NON CREDEVO CHE LO AVRESTI FATTO DAVVERO) sputacchia i miei capelli che gli ricoprono tutta la faccia (GRAZIE PER LA FIDUCIA, SIEDITI LÀ SE MI STAI ADDOSSO IN QUESTO MODO NON RIESCO AD ANDARE AVANTI...) ha ragione sento qualcosa di duro sotto di me (SCUSAMI, DICEVI ?) mi risiedo al mio posto come una scolaretta (DICEVO CHE CI VORRÀ UN PO' DI TEMPO, QUALCHE SETTIMANA, HO FATTO APPORTARE DELLE MODIFICHE E HO INSERITO DELLE CLAUSOLE, QUANDO TUTTI I DOCUMENTI SARANNO PRONTI GLI DARAI UN OCCHIATA E SE SEI D'ACCORDO FIRMERAI) non sto nella pelle dalla gioia saltello dalla poltroncina esultando con un tifo da stadio
(CALMA IL TUO ENTUSIASMO NON HO FINITO) resto con le braccia in aria e la bocca spalancata (SIEDITI E FA LA PERSONA SERIA) a questo punto immagino che stia per suonare il gong il tono non mi piace (NON BARATTO IL SESSO, NON L'HO MAI FATTO CON NESSUNA DELLE COMPAGNE OCCASIONALI IN PASSATO E NON HO INTENZIONE DI FARLO CON TE...) resto allibita con la bocca spalancata dallo stupore, non so a cosa si riferisce (NON CAPISCO) con il dito indice piggiato sulle sue labbra mi fa segno di stare zitta (IN UN MOMENTO CRUCIALE IN CUI SONO PIÙ...DEBOLE, ESPOSTO E IN UN CERTO SENSO INDIFESO NON PUOI CHIDERMI DI FARE QUALCOSA IN CAMBIO...) il mio cervello stenta a credere a quello che le mie orecchie stanno ascoltando (MA SEI IMPAZZITO...CHE STAI DICENDO) sprofondo con il culo nella poltroncina (POTRESTI CHIEDERMI QUALSIASI COSA...) sicuramente è fuori di testa e sta vaneggiando (VOGLIO SPERARE CHE TU ABBIA PRESO UN COLPO IN TESTA, IO VOLEVO CHIEDERTI DI FARE...QUELLO CHE HO FATTO...COME CAZZO TI PERMETTI DI TRATTARMI COSÌ PER CHI MI HAI PRESA) prima che riesca a rendersene conto apro la porta e corro via, mi rifugio in camera mia chiudo la porta a chiave e mi lascio cadere sul letto, non ho le lacrime che vorrei piangere ho solo tanta rabbia che mi sento esplodere lo prenderei a calci e pugni (QUANDO LA SMETTERAI DI SCAPPARE...) salto dal letto e quasi casco a faccia a terra (COME SEI ENTRATO ?) (DAL TERRAZZO) mi strapperei i capelli dalla rabbia (VATTENE, NON VOGLIO VEDERTI) non se lo sogna nemmeno di andarsene anzi si siede sul puff (E NON VOGLIO ASCOLTARTI DOPO QUELLO CHE HAI DETTO...) si passa le mani tra i capelli in modo esasperato (NON HO FINITO E PERCIÒ MI ASCOLTERAI...HO PARLATO CON ATENA E ANCHE LEI SI È INCAZZATA QUANDO LE HO DETTO CHE HO LICENZIATO IVAN...VOGLIO CAPIRE COSA C'È SOTTO, SPUTA IL ROSPO...SUBITO) mi sento con le spalle al muro (NON C'È NIENTE DA NASCONDERE, MI DISPIACE SE VIENE LICENZIATO PERCHÉ GLI SONO AFFEZIONATA E NON È COLPA SUA QUELLO CHE È SUCCESSO...SO CHE MANDA DEI SOLDI ALLA SUA FAMIGLIA...) non posso dirgli la verità, spero che questo chiuda definitivamente la questione (NON MI INCANTI ATENA HA PARLATO DI LOCALI FREQUENTATI SOLO DA PERSONE DI UN CERTO TIPO, NON MI INTERESSA SE È GAY O OMOSESSUALE È UNA PERSONA COME TANTE, NON È UN HANDICAP ESSERE OMOSESSUALE PUO TROVARE LAVORO DOVE VUOLE GLI LASCERÒ DELLE OTTIME REFERENZE) è proprio deciso non riuscirò mai a convincerlo (STAVO SEMPRE CON LUI QUANDO RESTAVO SOLA A CASA, GLI VOGLIO BENE COME UNA PERSONA DI FAMIGLIA) si alza spazientito (NON MI INTERESSA SONO IO LA TUA FAMIGLIA, LA MIA FAMIGLIA È LA TUA ORA E NON CREDO CHE IVAN CENTRI IN TUTTO QUESTO) mi sta salendo il sangue alla testa e le lacrime agli occhi (NON PUOI MANDARLO VIA LUI E DEMITRI STAVANO INSIEME) mi metto le mani sulla bocca ma ormai il danno è fatto, non mi risponde non dice nulla mi guarda come se fossi un alieno venuto da un altro pianeta, faccio qualche passo verso di lui voglio abbracciarlo si scansa ha il volto pallido come la cera i lineamenti tirati (SEI...SICURA) a stento riesco a sentire la sua voce, anch'io non riesco a parlare ho un nodo in gola (SI) va con passo indeciso verso la porta mi da le spalle (ATENA...LO SAPEVA ?) non si gira non mi guarda (NO) va via chiudendo silenziosamente la porta dietro di se, solo ora mi rendo conto che ho il viso bagnato di lacrime.

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