CAPITOLO 25 -Prima Parte-

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Il buio e il dolore il vuoto e la luce tutto sospeso come un aquilone ancorato a terra da un unico tenue filo, il dolore del corpo non esplode, il boato dirompente nasce nel petto, brevi momenti di luce poi di nuovo inghiottito dal buio, un buio totale mi tiene sospeso in bilico su di un filo di ragnatela, buio senza paura il dolore quello resta costante solo nel petto forte devastante tanto da lasciarmi senza forze senza respiro, vivo attimi di luce tutto torna i pensieri nella mente i dolori del corpo l'angoscia nel animo quella resta perennemente legata a me, torna il buio dove regna il nulla resta solo un dolore sempre lo stesso dolore quello che mi tiene cosciente , il corpo e leggero la mente sembra essere spenta aleggia solo un pensiero leggero, solo un peso mi grava è il mio animo che soffre e poi ritorna il buio e poi ritorna la luce una continua rotazione tra corpo e mente il dolore quello non passa, non puoi scegliere non puoi decidere sono vittima del tempo che sembra non passare mai quando ogni momento è vuoto ogni attimo è uguale al nulla.
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Mi lascio cadere sulla sedia come un sacco vuoto stento a credere a tutto quello che sta succedendo attorno a me, ho vuoti di memoria intervallati da flash-bak attimi di panico che mi sembrano surreali, Poggio la testa al muro alle mie spalle appena chiudo gli occhi rivedo il suo sorriso il suo modo buffo di dirmi no facendo schioccare le labbra mentre si dondola sulla poltrona d'ufficio, le cene in giardino tutti insieme e lui che mi fa l'occhiolino i baci rubati in biblioteca la sua paura quando sto male, il tocco delicato delle sue mani, la porta sfondata nel bagno dell'hotel, il calore della sua pelle la morbidezza dei suoi capelli e il nero profondo dei suoi occhi il calore delle sue mani sulla mia pelle il suono della sua risata, sono schiacciata dai sensi di colpa anche se non so come ha fatto a ridursi in quelle condizioni so che infondo è colpa mia, il rimorso per quello che ho fatto e non ho fatto è devastante non ho il coraggio di guardare in faccia nessuno, reprimo un singulto coprendomi la faccia, chiudo gli occhi cercando di immaginare il futuro... brancolo nel buio, ci sono tante voci indistinte che vorticano nella mia mente che in questo momento è un hard disk rotto, resto immobile in un stato catatonico esteriore ma dentro di me sono devastata da un uragano di elementi emozionali che non mi lasciano respirare, Atena è seduta accanto a me immobile con gli occhi fissi nel vuoto la sua mano e stretta tra la mia , aspettiamo, ci hanno detto di aspettare in questa sala d'attesa, non so rendermi conto da quanto tempo siamo qui minuti e ore si confondono, l'ho visto, ho visto mentre lo portavano via inerme, privo di sensi il corpo pesante il viso pallido il nero ebano dei suoi occhi nascosto dalle lunghe ciglia e il rosso del suo sangue inzuppare le bende tremo da capo a piedi, nel vuoto che mi assale sono scossa da un forte colpo la porta che sbatte mi fa sussultare, sbatto più volte le palpebre per mettere a fuoco ho la vista offuscata (TÈ...FORZA NON SI ACCETTANO NO) Ivan appare improvvisamente nel mio campo visivo ha tra le mani due bicchieri di quelli monouso, non ci penso proprio il solo pensiero mi si stringe lo stomaco, Atena sembra un automa allunga la mano prende il bicchiere e butta giù tutto d'un fiato, non so come abbia fatto è bollente, poi mi rendo conto che anche lei versa in pessime condizioni anche più di me, il destino le ha portato via già un fratello, dopo la morte di Dimitri il legame tra lei e Heraklion è diventato ancora più forte (NICOLE DAI BEVI, ALMENO UN QUALCHE SORSO) scuoto la testa per rafforzare la mia protesta (NO TI PREGO IVAN NON RIESCO...) (HO DETTO BEVI, SUBITO ...NON MOLLO DEVI BERE) Simon entra facendo sbattere di nuovo la porta, un rumore forte che risveglia Atena dal suo stato di shock (DOBBIAMO ANDARE VIA NON POSSIAMO STARE QUI) scattiamo quasi simultaneamente dalle sedie (NON MI MUOVO DA QUI, NON MI MUOVO SE PRIMA NON MI DICI COME STA MIO FRATELLO) parliamo quasi all'unisono (SENZA LION ? IO...) andare via ? come via ? senza lui ? ... non è vero... non respiro cos'è questa sensazione di vuoto il gelo, sono leggera come un granello di sabbia trascinato via dal vento, solo all'ultimo minuto Ivan mi afferra al volo (SIMON...) l'ultima voce che sento è quella di Atena, non sento più niente non ci sono più voci intorno a me, non sento più niente neanche il cuore che batte.
La testa è leggera ho la vista offuscata inconsciamente realizzo che sono di nuovo in ospedale -oh cazzo- da quanti giorni bho ? inclino la testa di lato per vedere la sacca della flebo appesa da un asta, ho la gola secca (COME TI SENTI ?) Atena è seduta sulla sedia accanto al letto (MI SENTO LA TESTA VUOTA) non riesco a capire neanch'io come mi sento (TRANQUILLA È IL TUO STATO NATURALE...È NORMALE, TRANQUILLA) mi guarda con scetticismo, l'arrivo di Simon e Ivan mi fanno scattare con la testa dal cuscino come una molla (LION, COSA GLI È SUCCESSO ? COME STA ? VOGLIO VEDERLO, DEVO VEDERLO) cerco di alzarmi dal letto le gambe cedono e i ragazzi mi afferrano e mi risistemano sul letto (STAI CALMA OK, ORA STA MEGLIO) non mi accontento di poche risposte voglio sapere tutto (STA MEGLIO ? CHE VUOL DIRE MEGLIO ? BENE ? COSA GLI È SUCCESSO ? PERCHÉ ERA IN QUELLE CONDIZIONI ?) parlo a raffica, vorrei alzarmi dal letto ma Atena mi blocca (NON PUOI VEDERLO, NON LO FANNO VEDERE A NESSUNO) cerco di scrollarmela di dosso (LO DEVO VEDERE) mi spinge di nuovo verso il letto e ci casco sopra (SE CI TENEVI TANTO A VEDERE MIO FRATELLO PERCHÉ HAI ASPETTATO...) (ATENA BASTA, NON È QUESTO IL MOMENTO) bussano alla porta (SCUSATEMI) entra un medico dall'aria impacciata gli puntiamo tutti gli occhi addosso (DEVO FARE UN PRELIEVO ALLA SIGNORINA...) (CHI È LEI ?) Ivan subito interviene per chiedere spiegazioni (DOTTOR SMITH) si presenta chiaramente intimorito (LA SIGNORINA SI È SENTITA POCO BENE... E...) rifiuto subito (NO, NON VOGLIO FARE NESSUN...) non ci penso proprio (NICOLE DAI È SOLO UN ATTIMO, ALMENO SAREMO TUTTI PIÙ TRANQUILLI ) Simon cerca di convincermi (SE HERAKLION VERRÀ A SAPERE CHE SEI STATA MALE DARÀ DI MATTO UN'ALTRA VOLTA) Atena rincara la dose ma forse ha ragione faccio il prelievo così si tranquillizzano tutti anche lui, pochi minuti di strazio ed è fatto -quest'uomo dovrebbe cambiare mestiere- il prelievo, appena il medico esce Atena prende la sedia e la trascina accanto al letto (DOBBIAMO PARLARE, ORA) il tono non ammette repliche (NICOLE LO SAI IL BENE CHE TI VOGLIO, CHE TUTTI NOI TI VOGLIAMO MA...) si strofina i palmi delle mani sui jeans segno che sta cercando di stare calma (HO GIÀ PERSO UN FRATELLO E PIUTTOSTO CHE PERDERE ANCHE HERAKLION PREFERIREI MORIRE IO) si ferma per asciugare una lacrima che rischia di scivolare giù, Simon le si avvicina poggiandole una mano sulla spalla (CAPISCO CHE IL TUO COMPORTAMENTO HA UN SUO PERCHÉ, MA SE CONTINUI A NASCONDERE LE COSE NON ANDRETE LONTANO, VI STATE FACENDO DEL MALE A VICENDA, E CHI LA STA PAGANDO PIÙ CARA IN QUESTO MOMENTO È MIO FRATELLO, DEVI DIRGLI LA VERITÀ, SARÀ UN BENE PER TUTTI) mi si spezza il fiato le sue parole sono la verità pura e semplice (SE NON PARLI TU GLIELO DIRÒ IO) sapevo che prima o poi saremo arrivate a questo (HAI DETTO CHE VOLEVI METTERE LE DISTANZE, L'HAI FATTO NEL MODO SBAGLIATO A ME HAI RACCONTATO TUTTO) abbasso lo sguardo atterrita dal peso di tutto quello che mi porto dentro (TANTO L'HA CAPITO CHE GLI NASCONDI QUALCOSA) mi manca il coraggio mi manca l'aria mi manca la forza ma non posso tirarmi indietro difronte ai miei errori (COSA...GLI È SUCCESSO ? ...COME STA ADESSO ?...) mi gira la testa (ERA IN MOTO) sento il sangue affluire velocemente verso il collo e i polsi ho le vertigini (SIMON PRENDI L'ACQUA, SEI SBIANCATA) vedo Ivan scattare (STO BENE, STO BENE CONTINUA) non può fermarsi adesso a costo di schiaffare a terra a costo di morire voglio sapere (QUASI TUTTI I GIORNI VA SULLA COLLINA CI RESTA ANCHE DELLE ORE, CI VA SEMPRE CON LA MOTO) da qualcuno mi arriva un bicchiere d'acqua non bevo, non voglio bere voglio ascoltare (CERTI GIORNI CI VA ANCHE DUE-TRE VOLTE, IERI È USCITO PRIMA DELL'ALBA) la voce gli trema (SULLA STRADA DEL RITORNO CE STATO UN TEMPORALE IMPROVVISO, IL TERRENO BAGNATO È DIVENTATO FANGO SCIVOLOSO...HA PERSO IL CONTROLLO DELLA MOTO ED È ANDATO A SBATTERE CONTRO UN ALBERO) si ferma senza voce senza respiro butta giù il bicchiere d'acqua al posto mio, io...io non so la mente si é inceppata (SIMON E ANDY L'HANNO TROVATO GRAZIE AL GPS DELLA MOTO E UN DRONE) sono svuotata (IO L'HO SAPUTO STAMATTINA MA NON POTEVO DIRTI NIENTE COSÌ...) sono senza fiato (L'HANNO PORTATO IN OSPEDALE, È STATO UN PAIO D'ORE IN SALA OPERATORIA PER RICUCIRE LA GAMBA DENTRO E FUORI) gli ho fatto del male nel modo più atroce, Atena non ha più la forza di continuare (APPENA SI È RIPRESO, MA GIUSTO QUEL TANTO PER STARE AL IN PIEDI, HA RIFIUTATO IL RICOVERO CONTRO IL PARERE DEI MEDICI...) Simon continua al posto suo (TORNATO A CASA HA ORGANIZZATO IL VOLO...E ORA ECCOCI QUI...) è venuto fin qui in quelle condizioni trascurando se stesso (QUI I MEDICI DICONO CHE È PAZZO CHE NON DOVEVA LASCIARE L'OSPEDALE, OPPURE DOVEVA RESTARE A CASA IN ASSOLUTO RIPOSO) mette a rischio sé stesso per vedermi, per sapere per capire, capire cosa? quanto mi faccio schifo ? quanto gli faccio male ? (SICURAMENTE HA FATTO UN MOVIMENTO MALDESTRO FACENDO STRAPPARE I PUNTI) un flashback e lo rivedo in cucina anche con la gamba fasciata riesce ad acciuffarmi, lo devo vedere ora subito, saltello giù dal letto fermamente decisa a non farmi fermare da nessuno, mi strappo la flebo dal braccio brucia un po' ma non mi interessa non è niente l'ho già fatto altre volte per ripicca, l'elemento sorpresa li ha spiazzati esco correndo nel corridoio, tende raffinate piante esotiche e il pavimento tirato a lucido mi fanno capire che siamo nel reparto privato quello al decimo piano, sento la voce di Ivan che mi insegue, riesce a bloccarmi vicino alle scale (LASCIAMI DEVO VEDERLO, IVAN TI PREGO) urlo e crollo sulle ginocchia senza forze (OK TI PORTO...) mi tira su senza sforzo (...SIEDI QUI, UN ATTIMO QUI) lo vedo temporeggiare si strofina la testa cercando forse di ragionare (ASCOLTAMI, TI FACCIO ENTRARE...MA ASCOLTAMI BENE) mi scattano tutti i sensi (LUI NON É COSCIENTE, L'HANNO SEDATO, A QUANTO PARE É L'UNICO MODO PER TENERLO A LETTO) ingoio un macigno che mi impedisce di respirare (NON SAPPIAMO ANCORA PER QUANTO TEMPO...) mi scruta attentamente sta cercando di capire se mi sono resa conto della situazione (MI ASSICURI CHE É COSI...) mi trema il labbro e la voce (...CHE POI SI SVEGLIA...) é difficile parlare (GIURO) mi accarezza i capelli mi tranquillizza come se fossi una bambina di pochi anni (POSSO RESTARE ACCANTO A LUI ?)non voglio vederlo per pochi minuti e poi andare via (CERTO, VIENI DI QUA) torniamo indietro dinuovo nella camera che occupavo prima, con delle salviette mi ripulisce il braccio.
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Una strana sensazione nel naso che arriva quasi in gola, un ticchettio persistente mi infastidisce, le palpebre pesanti, mi arrivano voci indistinte ovattate forse dal mio torpore al quale non so dare una spiegazione, il nostro cervello registra immagini suoni e profumi, c'è ne uno in particolare che riconoscerei ovunque anche tra mille anni anche tra milioni di persone olio di argan e fuori di vaniglia, aleggia nell'aria tempestando la mia mente di flash back colori forti il rosso del fuoco più ardente e la giada più preziosa vorticano nella mia mente sovrastando il buio, un fuoco che mi riscalda l'anima che si avvolge intorno alle dita senza scottarmi quasi una nuvola di fumo soffice e preziosa come la seta più pura, stringo le dita per imprigionare quest'emozione che mi fa battere forte il cuore poi il buio.
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I giorni e le notti si susseguono ad un ritmo lento, tutto sembra essere sospeso nel vuoto, entro ed esco dalla sua camera ormai anche mia, vederlo mi fa sempre lo stesso effetto della prima volta immobile pallido indifeso, un guerriero ferito dalla sua regina cattiva, non conto piu le ore e i giorni, sono ferma nell'eternità, i ragazzi più volte volevano portatemi a casa, io e Atena ci siamo sistemate nella stanza accanto, questo è un reparto privato i parenti possono restare per tutto il tempo, sono giorno e notte accanto a lui, nella sua camera c'è un altro letto ma ho preferito sistemarmi sul divano proprio difronte al suo letto per controllarlo in ogni momento, Atena é sempre accanto a me e i ragazzi si danno il cambio per non lasciarci mai sole, la notizia del suo incidente si e sparsa a macchia d'olio ne parlano tv giornali e i social, Simon filtra tutte le telefonate non lasciando trapelare informazioni, ogni giorno un equipe di medici passa per controllare tutti i parametri, Atena ha firmato una liberatoria per divulgare il bollettino medico, stampa e cronisti assediano l'ospedale, zia Sofia e zio Theo chiamano ogni giorno, chiudo piano la porta alle mie spalle come se potesse sentirmi come se potesse svegliarsi, resto sempre ferma ad osservarlo, accarezzo i capelli neri come l'ebano piu pregiato delle indie con le dita disegno il contorno delle sopracciglia scendo con il dito sul profilo perfetto del naso ed ho un brivido lungo la schiena due tubicini di plastica gli sfiorano la barba sempre più lunga e affondano nelle sue narici, so che toglierli non sarà doloroso ma fastidioso, con il dito continuo a seguire i contorni del suo volto perfetto scolpito da madre natura, le labbra piene morbide ora calde e carnose mi chino per depositarvi un leggero bacio accarezzando la barba soffice mi chino per sfregare la sua guancia alla mia so per certo che quando si sveglierà non avrò più occasioni per stargli così vicina.
Guardo fuori dalla finestra , albeggia quasi mi sistemo meglio sulla sedia con le braccia incrociate mi poggio sul bordo del letto come faccio sempre prendo la sua mano e la Poggio sulla mia guancia chiudo gli occhi, immagini del passato si confondono con il presente e il futuro che immagino (ALZATI COME FAI A DORMIRE COSÌ) Atena parla a bassa voce e mi scuote delicatamente (NON DORMIVO) forse si non lo so (SISTEMATI ALMENO SUL DIVANO COSI TI VERRÀ UN MAL DI SCHIENA) continua a sussurrare a bassa voce, mi blocco in preda al l'euforia realizzo che la sua mano è tra i miei capelli non più come l'avevo sistemata io sulla mia guancia, non lo dico perché più volte Atena ha detto che mi lascio suggestionare (OK MI SISTEMO SUL DIVANO TU VA PURE IN CAMERA SE È IL CASO TI CHIAMO) mentre parlo si avvicina a suo fratello gli bacia le guance e sussurra qualcosa in greco credo sia una sorta di buona notte o forse una preghiera (OK VADO) appena Atena va via mi avvicino al suo letto gli bacio le labbra gli accarezzo la fronte con la mano scendo tra i suoi capelli, prima che mi scoppi il cuore mi fiondo sul divano con la testa sotto la coperta lascio andare tutte le lacrime che nascondo dentro.
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Questa sensazione nel naso mi infastidisce sempre di più la vista offuscata e la testa che mi scoppia, l'ultima cosa che ricordo è lei che scappa e io che l' afferro per i capelli anche se non volevo, il ticchettio martellante sembra più forte, sbatto le palpebre per cercare di schiarire la vista non so dove mi trovo non riconosco questa stanza, difronte al mio letto c'è un divano con delle coperte buttate alla rinfusa, faccio mente locale per capire come sono messo, mi sento tutto ammaccato, ho un cerotto che copre un ago seguo con lo sguardo il tubicino di gomma... sorpresa...c'è una sacca di liquido trasparente appesa ad un palo, mi giro verso destra ce un letto vuoto alcune apparecchiature mediche e trovo la fonte del bip infernale, il braccio è fasciato ho la gamba destra sospesa da alcuni ganci che creano una trazione il ginocchio è piegato, tutto l'insieme non mi permette di muovermi in piena libertà, sul dito medio ho una pinzetta nera che stringe la prima che mando affanculo esplode un fischio assordante che mi fa stringere gli occhi un urlo e Nikita salta fuori da quell'ammasso di coperte sul divano, quasi simultaneamente si spalanca la porta entra Atena mezza rintontita seguita da Simon, ovunque mi trovi non sono solo (SPIEGATEMI COS'È SUCCESSO) mi guardano sconvolti, giuro non riesco più a sopportare questa sensazione nel naso non riesco neanche a parlare afferro dei tubicini che -cazzo- mi entrano nel naso, li afferro e tiro con forza forse troppa mi viene da vomitare, in un attimo la stanza si affolla di medici e infermieri, Atena mi guarda preoccupata appena si rende conto che la sto guardando anch'io mi manda un bacio e gli occhi le si innondano di lacrime, lei no, lei è a due passi dietro tutti guarda ovunque tranne me, mia sorella continua a mandarmi baci mimando qualcosa con le labbra poi mi fa dei segni e capisco che si riferisce al telefono e le faccio si con la testa, i medici fanno uscire tutti chiudo gli occhi e per un attimo penso a mia madre a mio padre, Dimitri che non ce più, ho visto la paura sul volto di mia sorella ed è per lei e per loro che lascio che i medici facciano il loro lavoro, mi sembra di essere una cavia, luci accecanti negli occhi martelletti un po' dappertutto aghi sotto i piedi sbuffo spazientito ci vuole solo qualcuno che cerchi di infilarmi due dita su per il culo e il quadro è completo, un segreto agghiacciante è celato sotto il lenzuolo che mi copre, bastardi mi hanno messo un catetere non gli bastavano i tubicini nel naso no, uno anche su per il cazzo, impreco tra me e me ma mi rendo conto che non ho la forza per protestare, ci vuole un ora buona per espletare tutta la procedura medica per controllarmi, mi informano che sono qui da nove giorni mi hanno sedato per impedirmi di lasciare l'ospedale, sono senza forze ma comunque incazzato pioveranno denunce a raffica, finalmente vanno via lasciandomi solo ma per poco neanche il tempo di fare mente locale, entra Simon seguito da Atena ci sono anche Ivan e David e lei, lei che resta sempre due passi dietro agli altri.
Atena si siede accanto a me sul bordo del letto cerco di abbracciarla (MI SEI MANCATA PRINCIPESSA) scoppia in un pianto a dirotto (POTÈ DEN ME AFINEIS) un emozione mi stringe la gola, piangendo mi chiede di non lasciarla mai, possosolo immaginare la sua paura di perdere anche me ( HO CHIAMATO MAMMA VOLEVA PARLARE CON TE, LE HO DETTO CHE FORSE LA CHIAMERAI PIÙ TARDI SE TE LA SENTI, LEI E PAPÀ VERRANNO DOMANI) ho la voce rauca (ATENA UN PO D'ACQUA) subito mia sorella scatta per aiutarmi porgendomi un bicchiere d'acqua con una cannuccia (BEVI A PICCOLI SORSI ALTRIMENTI TI VIENE DA VOMITARE) pochi sorsi e mi sento lo stomaco sottosopra alzo la mano per dichiarare la mia resa casco con la testa sul cuscino (LASCIA ATENA BASTA) non avverto nessun dolore ma lo stesso non riesco ad avere il pieno controllo del mio corpo una sensazione che odio che mi porta indietro nei ricordi, nei segreti piu oscuri che sono la mia eterna dannazione, mi sembra di essere ubriaco, un dopo sbornia che non passa, sono anni -due per la precisione- che non mi sbronzo di brutto, le ultime due volte mi sono risvegliato in un incubo, rabbrividisco stringendo forte gli occhi per ricacciare indietro i miei demoni.
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Fisicamente provato un guerriero ferito nel corpo lo sguardo anche se appannato non nasconde un animo in tempesta, orgoglioso e fiero anche nel momento in cui li suo corpo è provato , un tiranno che assoggetta tutti al suo volere anche quando le sue forze non sono al pieno anche quando il suo sguardo non brucia, brucio io in quest' istante, brucio i pensieri che mi tormentano, brucio l'animo che sento combattere contro me stessa, brucio e annego in un attimo quando i suoi occhi catturano i miei .

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