Mentre la speranza lentamente muore - Gerza

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Richiesta da UniKa_ (Sono certa che è diversissima da come te la aspettavi... ma è tutta colpa di Dangaronpa!)

Ps: è un po' horror... credo, se siete facilmente impressionabili ve la sconsiglio.


Mentre la speranza lentamente muore

Gerza


Si dice che la speranza è l'ultima a morire... Ma è davvero così?

Erza lo credeva davvero, prima che quello stupido e malato gioco iniziasse.

La vita, con lei, non era stata gentile. Ad appena sei anni era stata portata via dal suo villaggio e la sua famiglia ed era stata costretta a lavorare in campagna per appena un tozzo di pane e un po' di acqua. Nulla di meno, nulla di più. A undici anni era riuscita a scappare, approfittando di una rivolta interna dei vari detenuti come lei, e non molto dopo era stata accolta da una cameriera di una grande casa padronale, Eileen, che la faceva sempre stare in cucina ad aiutare il cuoco e i suoi assistenti. Così, la giovane, apprese l'arte della cucina e, specialmente, della pasticceria.

Amava preparare cose dolci come i krapfen, le bugie o i bigné. Nel 1379, dove i dolci erano ancora una vera rivoluzione ai banchetti, venivano serviti come prime portate, la giovane aveva scoperto di adorare provar a mischiare sapori e farli degustare alle persone che conosceva, soprattutto quando riusciva a vederle sorride grazie ad essi.

Aveva trovato pure un ragazzo: Gerard Fernandez. Un semplice falegname, ma che la trattava come se fosse una principessa.

A diciotto anni credeva davvero di essere riuscita a dare una svolta alla sua vita, soprattutto quando aveva sancito la promessa di matrimonio stringendo le mani del ragazzo attraverso un foro in una pietra, secondo le usanze. Si erano pure scambiati gli anelli di fidanzamento...

Aveva tanta speranza... una volta.

A riscuoterla dal sonno, fu lui, Gerard. "E' vivo"  fu l'unica cosa che penso, prima di riprendere a respirare dopo un terrore iniziale che aveva, ormai da tre giorni, ogni volta prima di addormentarsi e quando si svegliava.

Perchè temeva per la vita di lui?

Potrebbe sembrare uno scherzo malato, ma non lo era. Era tutto vero.

Un giorno si erano ritrovati lì, in quella enorme villa, senza possibilità di uscita, con altre diciotto persone e con la giusta quantità di cibo e acqua per appena un mese. La cosa peggiore? La disperazione aveva portato molti di loro ad uccidersi a vicenda. Tutto perchè si credeva che ci fosse un traditore tra di loro. Infatti, ogni otto ore, finivano con l'addormentarsi a causa di uno strano gas e quando si svegliavano qualcuno era morto.

Perchè si uccidevano tra loro?

Non potevano collaborare e cercare un modo per uscire di lì?

Ne erano già morti nove, quante vittime sarebbero ancora servite per accontentare la mente malata dietro tutto ciò?

Erza si strinse nel suo semplice vestito, sentendo un po' freddo. L'inverno era alle porte, ma lei non era così ricca da permettersi un vestito più pesante e il suo misero copricapo era a casa sua. -Stai bene?- le domandò il fidanzato, premurosamente. Lei annuì, seppur fosse chiaro che fin quando sarebbero rimasti lì, nulla sarebbe andato bene.

Passando una mano su una delle pieghe del suo vestito, notò un pezzetto di carta di cenci su cui, grazie agli insegnamenti della simpatica erede della casa in cui lavorava, riuscì a leggere, seppur con una iniziale difficoltà, ciò che c'era scritto. Come aveva fatto quel macabro marionettista a scoprire il suo segreto? Quello che neppure aveva ancora detto a Gerard...

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