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In fredda ma accogliente notte di Natale eravamo a cena in un bellissimo ristorante con le pareti blu notte e con vetrate color ghiaccio. Se ci giravamo a sinistra potevamo vedere i fiocchi di neve scendere dalla finestra.

Stavamo all'ultimo piano, dove si poteva ammirare lo skyline di New York. Ombre di di palazzi con dei quadratini che illuminavano l'intera Città. Da quì si ammirava anche Time Square e Manhattan.

Sono molto emozionata. Al cameriere gli ordiniamo pesce fresco e vino bianco. Quando prendo fiato per dirgli la grande notizia, Paolo m'interrompe esordendo.

-Abbiamo due figli, Sophia e Jack. Sophia è una bambina molto sveglia, suona il violino. Non è molto brava, ma ce la mette tutta. E quando sorride, assomiglia a te. Poi c'è lui, il maschietto di casa. Anche se ancora non parla, sappiamo che è furbo. Ci osserva sempre con occhi grandi tutto quello che facciamo. Anche se non possiamo permetterci una vita lussuosa, abbiamo comunque la nostra casa. Mancano ancora altre rate del mutuo, ma è quella che ci rende una famiglia. La nostra vita incasinata.

-Amore, stai bene?- mormoro.

-Certo che sto bene. Desidero tanto una famiglia con te.- mi dice mentre afferra le mie mani e me le stringe forte.

Poi io mi stacco un secondo, afferro la mi borsa e prendo dal taschino interno il test di gravidanza.

Senza che nemmeno se ne accorge, glielo metto tra le mani. Sbalordito e, dopo avermi chiesto cos'era, lo legge.

Il testa ha due liniette, quindi è positivo.

Quando Paolo legge il risultato non ha che gioire. Mi afferra tra le sue forti braccia e festeggiamo. Indica al pianista di suonare un lento per l'occasione. Mi porge la sua mano e mi porta in pista. Mi avvolge la vita e mi stringe a se. Forte.

Mi sussurra all'orecchio parole dolcissime. Pronto per iniziare questo capitolo di vita con me.

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