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Mi dirigo in cucina dopo essere stata in bagno. Apro la porta del frigo. E frugo all'interno. Questa mattina ho una voglia matta di soia a cacao.

Accendo il fornello e lascio bollire la mia bevanda. Nel frattempo preparo la colazione. Per Paolo succo d'arancia con pezzo di Pancake cucinato ieri, da me.

Rendo la tavola perfetta.

Quando Paolo si avvicina, trova tutto pronto. Si accomoda, ma prima mi da un bacio sulla guancia. Dolcissimo, come il profumo che mi lascia addosso. Incominciamo a parlare di questo ragazzo che entrerà a far parte della nostra vita. Da quando siamo ritornati, ieri sera, non abbiamo avuto modo di parlarne. Naturalmente il discorso lo inizio io.

-Amore allora? Com'è andata ieri?-

-Bene, mi assomiglia sai?- mormora.

La mia anima non si arrende, e riprendo il discorso.

-Ah.. davvero? Mi fa piacere! In realtà mi avrebbe fatto piacere conoscerlo di persona, ma se hai ritenuto che questa sia stata la scelta migliore, d'accordo.- smetto di parlare e mi accorgo che ho dimenticato, completamente, di togliere la soia dal fornello e mi scotto nel prenderla dal fuoco.

-Ahia!- esclamo e mi porto il dito alla bocca.

Paolo si alza, di scatto, e apre subito il rubinetto per portare la mia mano sotto l'acqua corrente. Poi si allontana e prende il dentifricio dal bagno e me lo versa, massaggiando, il mio dito.

Poi ci guardiamo per qualche istante negli occhi. È sempre così bello, più il tempo passa e più divento rossa. Lui prende il mio viso e lo avvolge nelle sue mani, calde.

Si avvicina alla mia bocca e mi da un bacio sulle labbra. Il sapore di dopobarba mi delizia le papille gustative. E con un lento movimento mi prende in braccio e mi porta a letto, attraversando l'appartamento.

Mi toglie la vestaglia. Mi ritrovo nuda col pancione. Mi bacia lungo tutto il corpo.

Poi si ferma.

Guarda i dritto. Nei miei occhi.

-Andiamo al comune stamattina?- in modo risolutivo mi chiede.

-A far cosa?- domando.

-Stanotte ho avuto paura, terrore di perderti, e tu sei tutto! Voglio che tu sia mia moglie!-

Più imbarazzata ancora, accetto.

Mi bacia ancora più forte. Gli ho parlato di me e lui mi ha ascoltata, sempre, mi ha saputo ascoltare. Poi mi sono innamorata di lui. È il mio amore coltivato, che stiamo facendo fiorire.

Mi alzo e mi preparo per uscire.

Paolo nel frattempo, già è pronto e mi aspetta all'automobile.

Chiudo casa e scendo le scale. Lo trovo in piedi che mi apre lo sportello.
Posso cercare nuovi amori per non amorlo più, ma nessun amore sarà come lui. Ogni frase, ogni gesto che fa è già stato apprezzato da me. Chiudo gli occhi e penso che le sue mani e la sua pelle sono cose mie, fanno parte di me.

Guardo il paesaggio fuori, scorre così veloce. Io voglio te, voglio solo te.

Al comune presentiamo i documenti che servono per sposarci.

Sono così felice. Non riesco a non pensare ad altro.

Quando esco dalla sala, ci rechiamo in un giardino.

Uno striscione davanti a me dove c'è scritto "Voglio te, fino all'ultimo istante, voglio te!"

Arriva la conferma del nostro amore. Ho i lacrimoni agli occhi. Quando mi giro per ringraziarlo, noto che tra le mani ha uno scatolo.

S'inginocchia.

Percepisco che qualcosa sta per accadere, allora mi preparo con la mano e chiudo gli occhi forzatamente. Lui mi prende la mano e mi chiede, gentilmente, di aprire gli occhi.

-Già te l'ho chiesto una volta, ma adesso è arrivato il momento. Almeno per quarantotto ore, vorrei che sei la mia fidanzata.-

Dallo scatolino fa uscire un anello.

Un solitario.

-Sei la mia fidanzata ma sarai mia moglie e la mamma dei miei figli, quindi meriti il meglio da me!-

Arrossisco.

Indosso l'anello.

È perfetto.

Quando Paolo improvvisamente, porta le mani alle tempie. Un dolore atroce prova. M'informa di voler andare a casa.

E Un'emicrania interrompe la nostra magica serata.

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