Passarono i giorni e Ste non mi rivolgeva la parola.
Ciò ha avuto un lato positivo perché Sal non aveva quasi più dubbi, ma per me era un incubo.
Gli chiedevo di fare qualcosa? La faceva senza nemmeno guardarmi. Accompagnava me e Sal a scuola? Salutava soltanto, e raramente, l'ultimo da me nominato. Doveva cucinare qualcosa? Dimenticava sempre di apparecchiare per me.
"Buona giornata Sal." dice il castano al volante, mentre Salvatore scende dall'auto. Dal suo tono sembrava che si stesse sforzando a salutarlo, solo per farmelo apposta...
Guardo Stefano, arrabbiata. Sono stufa di sentirmi ignorata.
Lui mi guarda senza esprimere emozioni e riparte. Sbuffo seguendo il mio migliore amico, che oggi è abbastanza indifferente con me, dentro la scuola.
"Uh uh, amore mio!" sento delle grida alle mie spalle, poi spalanco gli occhi. Ancora Sascha.
"Sascha?!" Sal sobbalza, girandosi di scatto. "Cosa ci fai qui?!"
"Oh sai, mi sono trasferito ieri e oggi sto iniziando la scuola qui. Sai no, devo pure completare gli studi." ride.
Ma completare cosa che sei stato bocciato 3 volte.
"Sei venuto qui per continuare a rovinare le nostre vite?" intreccio le braccia al petto, guardandolo in modo cagnesco.
"Ma piccolina, io la tua la miglioro." sorride tentando di accarezzare la mia guancia. Mi scosto bruscamente.
"Non rompere il cazzo." sputo acida.
"Ecco appunto, lasciala stare." Salvatore si punta davanti a me, fissando Sascha negli occhi.
"Levati, che con te mi ci pulisco solo i denti. Mi sono rotto davvero il cazzo di tenerti tra i piedi." gli dà una spinta facendolo cadere a terra.
Sal batte la spalla sul pavimento e resta allungato su di esso attendendo che il dolore si placasse. Lo guardo pietrificata.
"Ora penso a te..." il ragazzo difronte a me si avvicina e sotto gli occhi di tutta la scuola mi prende per il polso.
Provo a dimenarmi ma tutto ciò è inutile, stesso urlare per aiuto.
Qui a Milano sono peggio di Torino, lì almeno ti degnavano di uno sguardo cazzo.
"Sascha! Mollami!"
"Bimba fatti baciare..." avvicinava il suo viso al mio pericolosamente.
"Lasciala stare pezzo di merda!" le grida di Stefano vengono verso di noi finché uno spintone non scaraventa Sascha a terra, vicino a Sal.
"Porca puttana..."
"Tu non toccherai la MIA ragazza mai più, oppure finirai in guai seri. Chiaro?!" tiene fermo l'ultimo atterrato con un piede sul petto. "Non ti picchio ora solo per pietà."
Non ho mai visto Stefano così tanto arrabbiato.
Tento di ignorare la scena e mi fiondo sul mio amico.
"Sal? Tutto okay?"
"La mia spalla, cazzo..."
"Non preoccuparti, andrà tutto bene." lo aiuto a tirarsi su.
Sal sposta gli occhi su Stefano e Sascha e poi guarda me.
"Perché Stefano ha detto che sei la sua ragazza?" noto che i suoi occhi sono lucidi.
"S-Sal..."
"Vi siete sentiti? Dopo la videochiamata, vero?"
"Come hai fatto a capirlo?"
"Sai che ho la password del tuo cellulare, così ero curioso e..."
Deglutisco. "SAL!"
"Già."
Sospiro. Effettivamente è colpa mia. Gli ho dato la password. Ecco il perché del suo comportamento oggi...
Veniamo interrotti dalle urla di Stefano, che si trova ora sotto Sascha mentre viene riempito di pugni.
Mi si stringe il cuore e il mio respiro aumenta.
"Lascialo perdere!" mi avvicino correndo e Burci mi fa cadere con una gomitata.
"Non è la tua guerra, bambolina!"
"Ti avevo detto di non toccarla!" Stefano, con il viso ormai gonfio, prova a riprende il controllo sulla situazione...fallendo.
Guardo Salvatore spaventata e la prima cosa che mi viene in mente di fare è chiamare la polizia, dopodiché mi rimetto in piedi.
"Sal, prova a fare qualcosa!"
"Cosa faccio?! Ho una minchia di spalla fuori uso!"
Mi guardo intorno e solo ora noto la grande massa di ragazzi intorno a noi, che guardano bisbigliando tra di loro.
Poco non molto, 2 macchine della polizia si presentano fuori dalla scuola e finalmente riescono a dividere i due.
Alzano Stefano da terra e zoppicante lo portano in un auto, mentre con Sascha fanno la stessa cosa solo mettendogli entrambe le mani dietro la schiena.
"Tutto okay, ragazzo?" chiede un poliziotto, guardando il giovane sulla mia destra che ha ancora la mano sulla spalla.
"Non so, mi fa male la spalla..."
"Vieni, portiamo anche te in ospedale."
"Ed io?" chiedo, facendo un passo avanti.
"Tu ragazzina vai a scuola, a quanto dice il tipo dai capelli neri è colpa tua se è iniziata la rissa."
"Che cosa?!"
Il poliziotto annuisce, portando Salvatore nella macchina assiema a Ste.
Il mio sguardo incontra quello di Lepri appena aprono la porta posteriore per far salire l'altro malcapitato.
Mi fissa, come mi ha guardato questa mattina, poi i vetri offuscati dividono i nostri occhi.
Quanto ti amo, Stefano.
Una volta che le macchine sono andate via e la folla che era intorno a noi è evaporata, sgattaiolo via dalla scuola dirigendomi verso la Stazione di Polizia.
Devo parlare con quel bastardo, ora.
Per evitare domande, lascio lo zaino in un cespuglio fuori e poi entro.
"Sascha Burci?" chiedo con abbastanza fretta alla segretaria.
"Deve attendere, lo stanno interrogando."
Sbuffo. "Dove posso attendere?"
"Può pure sedersi lì." indica delle sedie al muro.
La ringrazio e poi faccio per sedermi, quando ad una di quelle sedie vedo...Sabrina?
–
UNA COSA È ASSOLUTAMENTE CERTA.
MINCHIA FRATE CI HO MESSO ERE MA ECCOCI
ALLOR ALLOR
SPERO VI PIACCIA NEH
BONEEEEH
//ross;;
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#FaceTime. - Stefano Lepri
Fanfiction"Lui era il ragazzo per cui avevo perso la testa, mentre il mio migliore amico tentava di tenermi per sempre con sé e il bastardo mi ricattava per un po' di amore." Questa storia tratterà di distanza nei primi capitoli (che sono anche i principali...