Capitolo 8: La rivoluzione

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I giorni che seguirono furono molto difficili: l'imputato dovette compilare molti moduli riguardanti i funerali delle due vittime e prepararsi mentalmente all'ormai imminente processo che avrebbe dettato le sorti del resto della sua vita.
Il suo telefono squillò di nuovo, sul display era visibile il nome del suo avvocato, il signor Mitchell.
~Signor Rogers~
~Dica pure~
~Ho chiamato la centrale di polizia~
~E cosa le hanno detto?~
~Non hanno alcuna prova della sua colpevolezza, non è stata trovata traccia di DNA né sul coltello, né sulla corda.
Sono stati entrambi ripuliti dopo i due omicidi~
~Ok, capisco~
~Comunque, lunedì andremo in tribunale e diremo cos'hanno trovato gli agenti, poi vedremo cosa reputerà giusto il giudice~
~D'accordo, allora a lunedì~
La conversazione si chiuse con un colpo secco. L'accusato riprese a lavorare, ma smise quando si accorse di una cosa: sotto il malloppo di fogli che aveva compilato e quello che doveva ancora compilare, c'era una busta; una busta bianca, senza mittente e senza destinatario. Incuriosito, la aprì e al suo interno trovò una lettera, la estrasse e trovò scritte queste esatte parole:
<Daiane, ho bisogno di quei soldi, la mia famiglia è ormai al verde e io non prendo uno stipendio tanto alto da assicurare viveri a tutti; è una situazione molto difficile, giuro che te li restituirò tutti; fino all'ultimo centesimo. Ho sempre mantenuto la parola con te, non tradirmi proprio adesso>.
La sua faccia, appena finito di leggerlo, aveva un'espressione sbalordita, gli mancarono perfino le parole per esprimere ciò che aveva appena trovato. Prese subito in mano il suo cellulare, scorse velocemente la rubrica fino a trovare il nome del suo avvocato, selezionò il numero e si portò il telefono all'orecchio. Appena il destinatario della chiamata rispose esclamò
~Signor Mitchell, ho trovato una lettera, credo sia abbastanza rilevante in quest'indagine in quanto sembra che sia una specie di lettera minatoria~
All'altro capo del telefono, l'avvocato rimase a bocca aperta, e dopo qualche istante in cui non fiatò rispose
~Ottimo, la porti subito al distretto più vicino e chieda se gliela possono analizzare; così scopriremo, se ci sono tracce di DNA, chi è il misterioso mittente~
~Lo farò il prima possibile~
Terminata la telefonata, Alfred, si avviò verso la porta di casa, prese il cappotto e uscì.
Nonostante fossero da poco passate le 10 di mattina, la città era coperta da una fitta nebbia e per strada non c'era quasi nessuno. Quando arrivò alla centrale, alzò lo sguardo verso l'alto, e gli parve che, in quell'atmosfera tetra e quasi buia, la struttura mettesse ancora più inquietudine.

Delitto A Porte ChiuseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora